Aids, nuovi farmaci a rilascio prolungato, una rivoluzione per i trattamenti

Novità scientifiche e terapeutiche e un nuovo approccio sempre più deciso della comunità scientifica, supportata dalle istituzioni e con il contributo della community, verso una corretta informazione sulle malattie infettive trasmesse per via sessuale. È questo uno degli spunti principali della 16° edizione di Icar, Italian Conference on Aids and Antiviral Research che si tiene dal 19 al 21 giugno a Roma all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Centro Congressi Europa. Rinnovata sensibilità su questi temi, con la premiazione del concorso RaccontART, dove i giovani raccontano la prevenzione attraverso le loro opere video/fotografiche e grafiche.
Per questa XVI edizione di Icar, che torna nella Capitale dopo sei anni, sono attesi oltre mille tra specialisti e clinici, giovani ricercatori, infermieri, operatori nel sociale, volontari delle associazioni pazienti, per un’iniziativa che si conferma punto di riferimento per la comunità scientifica in tema di Hiv-Aids, Epatiti, Infezioni Sessualmente Trasmissibili e Virus emergenti. Icar è organizzato sotto l’egida della Simit, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, di tutte le maggiori società scientifiche di area infettivologica e virologica e del mondo della Community. I presidenti di questa edizione sono Antonella Cingolani, ricercatore Malattie infettive, Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Roma;Antonio Di Biagio, professore associato Malattie Infettive, Università di Genova; Massimo Farinella, responsabile Salute Circolo Mario Mieli; Giulia Carla Marchetti, professore ordinario di Malattie Infettive Università degli Studi di Milano.
“ICAR rappresenta un appuntamento consolidato per la nostra società scientifica – commenta Roberto Parrella, presidente Simit –. Le sfide poste dall’HIV si stanno rinnovando: la popolazione affetta dal virus invecchia come la popolazione generale grazie all'efficacia delle terapie, ma d'altro canto aumentano le comorbidità e le possibili interazioni farmacologiche. Accogliamo con soddisfazione il coinvolgimento di tanti giovani ricercatori, che devono essere preparati a questa nuova fase: oggi abbiamo strumenti di prevenzione come la PrEP, mentre la terapia antiretrovirale permette alle persone con HIV di avere una qualità di vita simile alla popolazione generale; tuttavia, l’infezione è ancora presente e minacciosa e come tale deve essere considerata. Per questo, è necessario rilanciare campagne di informazione corrette e sempre più aggiornate”.
"Il claim di questa edizione di Icar 'Research and care: from bench, to bedside, to community' evidenzia il nostro intento: non esiste ricerca clinica senza un pieno coinvolgimento del paziente – sottolinea Antonella Cingolani - Oggi la terapia antiretrovirale permette di garantire una sopravvivenza ai pazienti Hiv positivi che si avvicina sempre di più a quella della popolazione generale; se la terapia è assunta regolarmente, la viremia si può azzerare fino a rendere il virus non trasmissibile, come sancito dall’equazione U=U, Undetectable=Untrasmittable. Ciò non significa che l’HIV sia sconfitto, anzi, resta un ampio sommerso, come dimostrano le diagnosi tardive che emergono ogni anno, con pazienti talvolta già in Aids. I nuovi strumenti a disposizione poi ci impongono di pensare a un trattamento personalizzato per ogni paziente e a una terapia che possa durare per decenni”.
I nuovi farmaci a lunga durata, i cosiddetti 'long acting', rappresentano il traguardo più recente raggiunto dalla ricerca, con ulteriori prospettive di sviluppo. Già oggi la terapia antiretrovirale ha reso l’Hiv un’infezione cronica, con la corretta assunzione che rende il virus non rilevabile nel sangue. "Siamo a una svolta nella terapia per l’Hiv – sottolinea Antonio Di Biagio –. Già con i nuovi farmaci, disponibili da circa due anni, abbiamo potuto allungare la periodicità della somministrazione a 8 settimane per la terapia iniettiva intramuscolo e a sei mesi per la via sottocutanea. Tuttavia, con i l'ong acting' attualmente a disposizione si stima che solo il 50% delle persone con Hiva (dati coorte Arca - Antiviral Response Cohort Analysis) possa accedere a questi trattamenti. Con i nuovi farmaci, i cui studi sono in fase 2 e 3, che in Italia probabilmente saranno disponibili dal 2025, la stragrande maggioranza dei pazienti potrà fruire di trattamenti a rilascio prolungato, con benefici per l’aderenza terapeutica, per la qualità della vita, per la lotta allo stigma, visto che si tratta di una terapia che impatta pochissimo sulla quotidianità, garantisce efficacia a lungo termine e bassa tossicità”.
L’ambito formativo di Icar sarà valorizzato dall’assegnazione dei premi ai giovani ricercatori italiani con gli Icar-Croi Awards, gli Scientific Committee Awards e i Simit Special Awards. Vi sarà anche la 10° edizione di RaccontART, il tradizionale contest artistico attraverso cui ragazzi degli istituti superiori esprimono il loro punto di vista sulle tematiche infettivologiche al centro di Icar. Educazione a tutto tondo quindi, con anche la presentazione del progetto EduForIST, a cui è dedicato un simposio e varie comunicazioni orali.

Salute e Benessere
Ministero Salute diffida vendita integratori e simili in...


Il ministero della Salute, ex-Direzione generale della Prevenzione sanitaria, ha posto l'attenzione sui numerosi energizzanti in polvere presenti sul mercato, reperibili anche online, "con simile composizione (in genere contengono sostanze come arginina, creatina, caffeina, L-citrullina, beta-alanina, taurina), presentati sotto forma di polvere bianca e con chiari messaggi ad assumerla per via inalatoria, anche quando si tratta di polvere da ricostituire. Sia le pubblicità sia le denominazioni suggeriscono fortemente l'assunzione per via inalatoria: i messaggi promozionali presenti sui social media ne incentivano l'utilizzo con messaggi fuorvianti indirizzati alle fasce più giovani, con possibili danni di salute ed assuefazione all'assunzione ingiustificata di stimolanti". Lo riporta il ministero della Salute sul proprio sito.
"Considerata pertanto la presenza in vendita online (Amazon e altri siti) di diversi prodotti energizzanti con la denominazione generica 'sniff', presentati come polveri da assumere per via inalatoria, al fine di tutelare la salute pubblica, soprattutto delle fasce di età più suscettibili, e di proteggere la salute dei soggetti fragili, come le donne in gravidanza, la ex-Direzione generale della Prevenzione sanitaria, dopo specifica valutazione del rischio da parte dell'Istituto superiore di sanità ai sensi dell'articolo 107 del D.Lgs. n. 206/2005, ha inviato formale diffida alla vendita per tali prodotti".
Salute e Benessere
Da salmonella a listeria a E.Coli, ipotesi in campo in...


"Le tossinfezioni alimentari sono condizioni patologiche derivanti dall'ingestione di alimenti contaminati da agenti patogeni o da tossine di origine microbica. Gli agenti che le causano sono molteplici, per lo più si riscontrano batteri, virus e parassiti. La contaminazione degli alimenti può avvenire in molti modi: la carne, per esempio, può essere contaminata già all'origine, perché alcuni microrganismi colonizzano l'intestino dell'animale sano. Frutta e verdura possono essere lavate con acqua contaminata da feci di animale (o di uomo). Sono moltissimi i patogeni in grado di provocare questo genere di infezioni. Il batterio Campylobacter, la più comune causa di diarrea al mondo, si trova soprattutto nelle carni di volatili e pollame, che quindi dovrebbero sempre essere ben cotti". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è l'immunologo clinico Mauro Minelli, docente di nutrizione umana e nutraceutica dell'Università Lum-Giuseppe Degennaro. Nella provincia di Firenze in 4 Rsa 3 anziani sono morti e oltre 100 hanno avuto diarrea e vomito. Sotto accusa i pasti serviti, ma le indagini sono in corso.
"Anche la Salmonella è tra i più comuni batteri causa di tossinfezione. Si trova negli intestini di rettili, uccelli e mammiferi e la sua azione genera diarrea, vomito e crampi addominali, sebbene le sue conseguenze - chiarisce Minelli - possano essere molto più serie in persone già debilitate da patologie".
Ancora: "I ceppi di Escherichia coli produttori di verocitotossina o Shiga-tossina (Vtec oppure Stec), specialmente O157 - continua lo specialista - sono in grado di aderire e colonizzare la mucosa intestinale generando forme varie di patologia, dalle gastroenteriti emorragiche fino alla Sindrome emolitico uremica (Seu), manifestazione più grave che interessa soprattutto i bambini. L'infezione all'uomo si trasmette attraverso l'ingestione di alimenti o acqua contaminati, o per contattato diretto con i ruminanti, specialmente i bovini. Tra gli alimenti contaminati più a rischio ci sono la carne cruda o poco cotta, il latte non pastorizzato e i suoi derivati. Anche i vegetali possono veicolare l'infezione. Le infezioni da Vtec possono trasmettersi anche per via oro-fecale da persona a persona".
'Nel 2020 la listeriosi è stata la quinta zoonosi maggiormente riferita nell'Unione europea'
"Un altro patogeno particolarmente importante in questo contesto è il batterio Listeria monocytogenes, poiché in grado di generare quadri clinici severi e tassi di mortalità elevati, soprattutto in soggetti fragili quali anziani, donne in gravidanza, neonati e adulti immuno-compromessi. Qualche anno fa, nel 2020, la listeriosi è stata la quinta zoonosi maggiormente riferita nell'Unione europea e ha interessato principalmente persone ultra 64enni", ricorda Minelli.
Listeria è un batterio ubiquitario, ampiamente diffuso nell'ambiente, può crescere e riprodursi anche ad alte temperature e per queste sue caratteristiche rappresenta un pericolo per i prodotti pronti al consumo ma anche per i prodotti surgelati. Per tali ragioni la listeriosi può derivare da molteplici alimenti, come prodotti a base di carne, latte non pastorizzato, formaggi poco stagionati, verdura preconfezionata.
"La listeriosi può assumere diverse forme cliniche, dalla gastroenterite acuta febbrile più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall'ingestione (è in genere autolimitante nei soggetti sani), a quella invasiva o sistemica, che nei casi più gravi può portare all'insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie. Nelle forme sistemiche l'incubazione può protrarsi anche fino a 70 giorni. Per queste ragioni, la listeriosi può condurre a forme severe di malattia, associata a un elevato tasso di ospedalizzazione e decessi", conclude l'immunologo.
Salute e Benessere
San Valentino, caccia ai cibi afrodisiaci ma per la scienza...


Dalle ostriche al vino, dal cioccolato al peperoncino, è caccia agli 'ingredienti dell'amore' tra chi si prepara ad apparecchiare la tavola di San Valentino. Alimenti considerati afrodisiaci dalla tradizione popolare, ma non dalla scienza. "La credenza che esistano cibi afrodisiaci è antichissima e presente in ogni cultura, ma attualmente sono numerose le evidenze scientifiche che lo smentiscono", sentenziano gli esperti di 'Dottore, ma è vero che...?', il team anti-fake news della Fnomceo, Federazione nazionale degli Ordini dei medici. Non che spezie, crostacei e frutti esotici vadano evitati, "ma è bene non aspettarsi miracoli", precisano i camici bianchi in un focus sulle presunte ricette alleate del desiderio.
"Qualsiasi riferimento a proprietà afrodisiache di cibi o piante è pressoché infondato - avvertono - oppure basato su associazioni teoriche, senza reali prove". Se esistesse davvero un alimento afrodisiaco, dovrebbe produrre effetti ben precisi: "Aumento della vasodilatazione per favorire un maggiore afflusso di sangue ai tessuti, in particolare agli organi coinvolti nella risposta sessuale; stimolazione della sensibilità, sia psicologicamente sia a livello fisico; influenza ormonale per interagire con le funzioni che regolano il desiderio e il piacere; risposta immediata affinché l'azione, anche rapida, avvenga con una singola assunzione", illustrano i dottori. "Risultati del genere - puntualizzano - sono talvolta ottenibili con una terapia farmacologica o con la psicoterapia", non certo in cucina, purtroppo.
Gli esperti passano in rassegna i cosiddetti cibi amici dell'amore, cominciando dal cioccolato che ogni 14 febbraio invade gli scaffali. "Il cacao - ricordano - tende ad aumentare i livelli di ormoni che, come la serotonina e la feniletilammina, aumentano la percezione del piacere e della soddisfazione. In poche parole, sollevano l'umore. Per confermare una risposta di questo tipo, però, occorrerebbe mangiarne in quantità poco salutari. Si è anche tentato di confermare le proprietà vasodilatatrici del cioccolato (che aiuterebbero le funzioni sessuali maschili), ma non si sono riscontrati effetti diretti sul desiderio, quindi afrodisiaci". E "attenzione anche a pensare che il cioccolato abbia effetti benefici sulla salute cardiovascolare", aggiungono i medici. Il legame resta oggetto di approfondimenti.
E il peperoncino? Nemmeno lui parrebbe afrodisiaco. "Alcuni nutrienti, composti chimici, minerali - illustra il panel anti-bufale - possiedono effettivamente proprietà stimolanti. Un assaggio occasionale e in piccole quantità, però, non produce effetti importanti". E' proprio il caso del "peperoncino, tanto citato perché contiene la capsaicina. Questo principio attivo, che conferisce il sapore piccante, è stato ampiamente studiato in farmacologia per i suoi effetti antinfiammatori, digestivi, analgesici. Sull'efficacia di tali proprietà, che" in ogni caso "nulla hanno a che vedere con le prestazioni sessuali, mancano al momento prove solide e, comunque, la capsaicina non è priva di effetti collaterali. Abbondare con il peperoncino a cena, o scegliere una portata a base di curry, potrebbe essere rischioso per chi soffre di disturbi gastrointestinali", ammoniscono i medici.
"Un'analoga conclusione - proseguono - va tratta per sostanze simili, come il ginseng. Questo estratto, di origine orientale, così come il ginkgo, è spesso presente in integratori che promettono energia e stimolazione fisica". Si potrebbe obiettare che sono pur sempre prodotti naturali, e allora che danno potranno mai fare? "Si tratta di prodotti commercializzati senza controlli sanitari o sperimentazione sull'uomo - affermano gli esperti - Talvolta la composizione degli integratori non è nota: si evidenzia l'origine naturale, ma potrebbero contenere anche ingredienti tossici o principi attivi pericolosi se assunti senza controllo medico. Un esempio recente, tra tanti: si sta diffondendo la maca, un estratto del ginseng utilizzato in America del Sud per rinforzare le funzioni sessuali e riproduttive della donna. Sebbene sia acquistabile liberamente, non esistono autorizzazioni da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), a differenza di altri prodotti simili". In sostanza, la correlazione tra un ingrediente consigliato come afrodisiaco e il suo effetto concreto "è spesso casuale e riferita a pochi casi auto-segnalati. E' invece reale il rischio che certe sostanze, sebbene vendute come naturali, interagiscano con terapie farmacologiche in corso o siano nocive in particolari stati di salute ".
Tornando agli alimenti, sotto i colpi della scienza cade anche l'illusione delle ostriche. "Alcuni studi - descrivono gli esperti di 'Dottore, ma è vero che...?' - hanno tentato di spiegare il potere stimolante delle ostriche citando lo zinco, che stimolerebbe i livelli di testosterone, l'ormone maschile che regola la produzione degli spermatozoi. Non ci sono, però, evidenze scientifiche sul collegamento tra ostriche e miglioramento delle funzioni dell'uomo. Sono annoverate tra i cibi afrodisiaci soprattutto perché si consumano in occasioni speciali, in quanto care e percepite come esclusive, e per la loro forma che sembra rifarsi ai genitali femminili. Per lo stesso motivo si tirano in ballo i fichi, le banane o le fragole, il cui aspetto e il colore ricordano un cuore". Anche per loro meglio non scomodare Afrodite dea dell'amore.
Ma almeno un goccio d'alcol in più può aiutare a sciogliere le tensioni di coppia a San Valentino? "Si potrebbe pensare che un calice di vino o un cocktail abbiano poteri afrodisiaci, ma non è così - smentisce ancora una volta la scienza - Gli alcolici sembrano facilitare il rilassamento e la riduzione dell'ansia, ma l'effetto reale è esattamente opposto. Quando nel sangue aumenta la concentrazione di alcol le funzioni dell'organismo, comprese quelle legate alla sfera sessuale, si deprimono. Questo effetto peggiora nel caso di abuso cronico di alcolici, e ciò vale anche per le droghe come cannabis e cocaina. Possibili conseguenze sono la disfunzione erettile e l'eiaculazione precoce, dunque nulla di afrodisiaco", anzi l'opposto.
Insomma, niente ricette per una cena romantica e sana? "Conta di più la predisposizione psicologica all'evento: l'umore positivo facilita il benessere, anche sessuale". E allora "meglio scegliere un menu che soddisfi i gusti personali, evitando cibi troppo piccanti o grassi che potrebbero rendere difficile la digestione", rovinare la serata e affossare definitivamente la speranza di un gran finale.