Professione influencer, l’esperta: “Rischio assenza di tutele”
Le nuove figure professionali a rischio "per indeterminatezza della disciplina"
La progressiva espansione di Internet e il relativo potenziamento, favorito anche dall’emergere di nuove e diverse tecnologie, hanno portato alla nascita di nuove figure professionali come gli influencer. Con l’affermarsi del fenomeno, dunque, ci si inizia ad interrogare sui profili giuslavoristici della relazione che lega l’azienda al 'promotore digitale', anche perché è stata già costituita ai sensi della legge numero 4/2013, un'associazione, Assoinfluencer, intenzionata a tutelare gli interessi di detta categoria professionale. Tuttavia l'indeterminatezza della disciplina giuridica applicabile rischia di tradursi in una assenza di tutele per i lavoratori contrattualmente più deboli.
A fare il punto sulla qualificazione del rapporto di lavoro è l'esperta Federica Capponi, assegnista di ricerca all'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Adapt senior fellow. "Lasciando sullo sfondo - spiega - i possibili sviluppi di un percorso sindacale di Assoinfluencer, che pure meritano di essere monitorati, per il momento occorre evidenziare che il nodo relativo alla qualificazione del rapporto di lavoro di questa nuova figura è già giunto al vaglio di un giudice. Una recente sentenza del Tribunale di Roma, infatti, ha rintracciato, nel caso sottoposto alla sua attenzione, i tratti tipici di un tipo contrattuale già codificato nel nostro ordinamento giuridico: il contratto di agenzia".
Cos'è un influencer? La sentenza sul lavoro
"Con la sentenza numero 2615 del 4 marzo 2024 - sottolinea - il giudice capitolino si è pronunciato sulla qualificazione del rapporto di lavoro intercorso tra una società che svolgeva attività di vendita online di integratori alimentari e tre influencer, ingaggiati dalla società per promuovere i propri prodotti tramite i canali social. Nello specifico, il giudice di merito ha respinto il ricorso della società avverso il verbale di accertamento con il quale l’autorità ispettiva aveva accertato la sussistenza di rapporti di agenzia ex art. 1742 c.c., condannando di conseguenza il ricorrente al pagamento dei contributi dovuti".
"Al fine di individuare lo schema giuridico - afferma Federica Capponi - cui ricondurre la nuova figura professionale del marketing influencer, il giudice ha provveduto a tratteggiarne il profilo, definendolo un 'esperto di settore che, con i propri post, permette di offrire maggiore visibilità a prodotti o servizi da lui promossi, avvalendosi dei canali web che ritiene più opportuni e adeguati (Instagram, Youtube, Facebook, un blog personale, etc.)'.
Quanto all’inquadramento giuridico di detta figura, il Tribunale di Roma ha anzitutto ricordato la differenza tra l’agente di commercio e il procacciatore d’affari: mentre il primo promuove, in modo stabile e continuativo, la conclusione di contratti per conto del preponente nell’ambito di una determinata sfera territoriale tramite lo svolgimento di atti di contenuto vario e non predeterminato, il secondo, senza vincolo di stabilità ed in via del tutto episodica, raccoglie le ordinazioni dei clienti, trasmettendole all’imprenditore”.
"Inoltre - continua - il giudice ha puntualizzato che, nel rapporto di agenzia, la zona determinata nel quale svolgere l’incarico, aspetto comunque non dirimente ai fini della qualificazione del rapporto di lavoro, può consistere non solo in una zona geografica ma anche in una porzione di mercato quale può essere la comunità dei followers che seguono l’agente/influencer. Nel contratto di agenzia, dunque, assumono rilevanza la stabilità e continuità dell’attività e il nesso di causalità tra l’opera promozionale svolta dall’agente nei confronti del cliente e la conclusione dell’affare cui si riferisce la richiesta di provvigione”.
"Il giudice di Roma - chiarisce - ha concluso, nel caso di specie, per la configurazione di un rapporto di agenzia, anche in ragione dell’impiego di un codice sconto personalizzato, di cui era interesse dell’influencer promuovere l’uso al fine di concludere il maggior numero possibile di contratti, dal momento che, come evidenzia l’organo giudicante, ogni volta che un acquisto viene effettuato attraverso quel codice, il relativo ordine viene contrattualmente considerato come direttamente procurato dall’influencer”.
"La sentenza - fa notare Federica Capponi - facendo leva anche sulla presenza del codice sconto, supera le perplessità avanzate nelle prime analisi giuslavoristiche in materia, secondo le quali il contratto di agenzia non sarebbe la tipologia contrattuale più adatta al rapporto di lavoro degli influencer. Secondo questa tesi, infatti, l’influencer non mira alla conclusione di contratti ma a persuadere la potenziale clientela dell’opportunità dell’acquisto, informandola del prodotto e delle sue caratteristiche, ma senza promuovere (se non in via del tutto marginale) la conclusione di contratti (richiamando un indirizzo giurisprudenziale consolidato – ex multis Cass. 16 aprile 2021 n. 10158 – sulla figura del propagandista di medicinali; P. Iervolino, Sulla qualificazione del rapporto di lavoro degli influencers, Lli, 2, 2021, p. 45)".
"Dunque - sintetizza - proprio lo scopo del contratto, finalizzato alla vendita dei prodotti promossi, che era possibile tracciare tramite l’impiego, da parte degli acquirenti, di codici sconto associati al singolo influencer, la presenza di una zona determinata, individuata nella comunità di followers, il vincolo di stabilità, desumibile dalla periodicità del versamento delle provvigioni e dal riconoscimento di un compenso fisso per ogni contenuto promozionale pubblicato, nonché la durata del contratto, stipulato a tempo indeterminato, hanno indotto il Tribunale di Roma a ritenere di essere in presenza di indizi gravi, precisi e univoci circa la natura del rapporto di lavoro, da ricondursi al rapporto di agenzia ex art. 1742 c.c. A tal proposito, il giudice ha precisato, poi, che risulta irrilevante che l’influencer non sia destinatario di direttive ed istruzioni, atteso che il mercato in questione, nel mondo web, è altamente standardizzato, l’acquisto si effettua con un 'click' e le condizioni di vendita sono fissate una volta per tutte".
Il rapporto di lavoro tra aziende e influencer: una strada aperta
"Se da un lato - commenta - l’estrema variabilità delle dinamiche del lavoro nel web non permette di pronunciarsi in via definitiva sulla natura dei rapporti ivi instaurati, anche in ragione del ruolo più o meno significativo che può avere la tecnologia impiegata, dall’altro, appare evidente come alla estrema flessibilità delle nuove forme di lavoro corrisponda anche una indeterminatezza della disciplina applicabile, che rischia di tradursi in una assenza di tutele per i lavoratori contrattualmente più deboli (sul tema L. Torsello, Il lavoro degli influencers: percorsi di tutela, in Lli, 2, 2021).
Anche in questo caso, dunque, l’individuazione della disciplina applicabile al rapporto di lavoro degli influencer appare essere una partita aperta, contesa tra la giurisprudenza (che spesso risolve tale impasse attraverso la riconduzione di un determinato rapporto ad un tipo legale), il legislatore e le parti sociali, la cui maggiore sensibilità alle dinamiche presenti nel settore potrebbe favorire una rapida risposta alle istanze di tutela dei lavoratori".
Lavoro
Unione giovani commercialisti a politica: ecco 3 proposte...
Il convegno nazionale dell'Ungdcec a Piacenza
Semplificare e ottimizzare le procedure di liquidazione giudiziale e adeguare i compensi dei curatori, commissari e liquidatori, tenendo conto dell'inflazione e della crescente complessità dei casi; introdurre un credito d’imposta per le pmi che si avvalgono di commercialisti qualificati come temporary manager, al fine di promuovere il risanamento e la crescita aziendale, soprattutto per le imprese familiari; estendere un regime fiscale agevolato con flat tax per i professionisti che partecipano a piccole associazioni, per incentivare la collaborazione e l’aggregazione professionale, migliorando la competitività e la crescita. Sono le tre proposte presentate alla politica dall’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) nel corso del convegno nazionale 2024 che si è tenuto a Piacenza.
“Si tratta di proposte che mirano a migliorare il contesto economico e professionale del Paese, a cui hanno lavorato con impegno ed entusiasmo la Giunta e le Commissioni dell’Unione”, ha evidenziato Francesco Cataldi, presidente Ungdcec, che ha illustrato le proposte sul palco del Teatro Municipale insieme ai consiglieri Roberto Bonomo, Serena Giannuzzi e Federico Giotti. “La nostra volontà è quella di sederci ai tavoli istituzionali con proposte di semplice e rapida attuazione, essere propositivi e non solo critici. La disponibilità dei parlamentari intervenuti al Convegno a seguire il percorso che parte dai giovani commercialisti è, per noi, un grande stimolo”, ha aggiunto.
L’onorevole Marta Schifone, componente commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei deputati, ha sottolineato: “Si tratta di proposte virtuose, la strada tracciata dai giovani è quella corretta. Siamo in particolare a favore delle aggregazioni tra professionisti, ma anche la flat tax resta una ‘missione’ che vorremmo portare avanti. Sui Temporary Manager, proporrei di istituire un tavolo di lavoro interdisciplinare per costruire la proposta nel migliore dei modi”.
Per il senatore Antonio Misiani, vicepresidente della commissione Bilancio del Senato della Repubblica, “il tema del valore aggiunto generato dal lavoro comune è cruciale. Colpisce il dato che soltanto un commercialista su cinque sia aggregato a colleghi o altri professionisti. Ora servono risposte concrete da parte nostra alle tematiche evidenziate dall’Unione, anche in tema di equo compenso per la liquidazione giudiziale” .
Alberto Luigi Gusmeroli, presidente commissione Attività produttive Camera dei deputati, ha rimarcato: “Le proposte sono interessanti e, in alcuni casi, anche facilmente attuabili. Uniformare la flat tax per studi associati e aggregazioni di persone è già una realtà, mancano pochi passaggi per la realizzazione. E sul tavolo ci sono molte altre idee”. Secondo Emiliano Fenu, componente commissione Finanze Camera dei deputati, “attuare il regime forfettario per le aggregazioni tra professionisti avrebbe più senso dello stesso aumento del tetto per i singoli individui. È evidente che il sistema va cambiato e in questo senso tutte le proposte dell’Unione giovani commercialisti sono di grande interesse, per la crescita del sistema paese e la tutela dei professionisti”.
Elbano de Nuccio, presidente Cndcec, ha posto l’accento sul “lavoro del Consiglio Nazionale per far emergere il profilo del commercialista nel perimetro delle competenze economico-finanziarie del Paese”. “In uno scenario di profonda trasformazione, riflettere sul ruolo strategico della nostra professione per le aziende è fondamentale per divenire il punto di congiunzione con il mondo della finanza. È necessario, dunque, pensare a nuovi orizzonti professionali e maggiori specializzazioni”, ha infine dichiarato Stefano Distilli, presidente della Cassa dottori commercialisti.
Lavoro
Fond.Italia Digitale-Is. Piepoli: Ia porta opportunità nel...
Per gli italiani la politica non fa abbastanza
"La generazione digitale italiana si prepara ad affrontare le sfide e le opportunità dell’intelligenza artificiale con ottimismo e curiosità. Mentre le generazioni precedenti esprimono qualche preoccupazione, i giovani vedono nell’Ia un potente strumento di innovazione, in grado di trasformare positivamente sia la società che il mercato del lavoro. La crescente competenza digitale tra i giovani sarà fondamentale per guidare l’Italia verso un futuro sempre più tecnologico e connesso. La conoscenza è l’elemento centrale per un Paese più digitale e per far sì che tutte le generazioni possano sfruttare al meglio le opportunità e gestire le problematiche e le storture che ogni rivoluzione porta con sé". E’ il commento di Francesco Di Costanzo, presidente della Fondazione Italia Digitale, alla ricerca di Fondazione Italia Digitale condotta da Istituto Piepoli ‘Generazione Ai, L’Italia digitale alla sfida dell’intelligenza artificiale’, che sarà presentata sabato al Festival del Digitale Popolare a Torino.
“Come Fondazione- aggiunge Di Costanzo - stiamo lavorando su progetti specifici di reskiling per gli adulti, ma anche per fornire ai giovani tutti gli strumenti utili per colmare il gap digitale ed essere protagonisti del presente e del futuro”.
“Sette giovani su 10 – anticipa Livio Gigliuto, presidente Istituto Piepoli e Direttore generale Fondazione Italia Digitale – leggono con ottimismo l’impatto dell’intelligenza artificiale sul loro avvenire, come uno strumento in più per realizzarsi. Più diffidenti i meno giovani, che mostrano maggiore apertura quando scorgono gli effetti concreti dell’AI sui problemi della vita di tutti i giorni”.
E aggiunge: “Il 46% dei giovani affronta l'IA con curiosità ed entusiasmo. A differenza degli over 55, più diffidenti e conservatori, i giovani vedono l’Ia come una fonte di nuove opportunità. La grande maggioranza dei giovani, avvezzi al digitale, immaginano che l’Ai genererà nuove professioni e opportunità, mentre il timore che i lavori tradizionali vengano sostituiti dalla tecnologia cresce con l’età”. Trasversale la crescita delle competenze.
"Il sentimento verso l’intelligenza artificiale volge decisamente al bello quando si orienta lo sguardo alle sue applicazioni concrete: approvata l’Ai in sanità e nelle scuole, e lo sport del futuro sarà vissuto attraverso la realtà virtuale. Ora serve più politica, il cui impatto col digitale è promosso solo da un italiani su tre”, conclude Gigliuto.
Lavoro
Professioni, Cni: “Albo codice contratti Ia temi...
Perrini: "Molti i contributi provenienti dai partecipanti ai vari focus group. Ancona e Macerata ospiteranno i lavori del 69° Congresso del 2025"
Si sono conclusi oggi i lavori del 68° Congresso degli Ordini degli ingegneri d’Italia. Dopo la presentazione delle attività dei gruppi di lavoro organizzati all’interno del Consiglio nazionale degli ingegneri, sono stati approfonditi i temi e le proposte scaturite dai focus group cui hanno attivamente partecipato i delegati degli ordini territoriali. A seguire si è svolta la discussione sul documento finale programmatico 2024 con la relativa approvazione finale.
“Nel fare il bilancio conclusivo del Congresso - afferma Angelo Domenico Perrini, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri - possiamo dire senz’altro che questa edizione è stata un grande successo. In questo senso, è doveroso un sentito ringraziamento ai presidenti degli Ordini degli ingegneri di Grosseto e Siena, Enrico Romualdi e Francesco Gaudini, per l’ottimo lavoro organizzativo svolto. La partecipazione dei delegati - circa 1.500 provenienti da tutto il territorio nazionale – è stata costante e, oltre agli approfondimenti e ai dibattiti, abbiamo registrato parecchi contributi provenienti dai partecipanti ai vari focus group. Queste proposte entrano a far parte del nostro documento programmatico che, come di consueto, rappresenterà la stella polare della nostra attività istituzionale per l’anno venturo”.
Il documento programmatico approvato prende in esame diversi temi. Tra questi, particolarmente importante è quello relativo all’obbligatorietà dell’iscrizione all’albo per tutti gli ingegneri. Il Cni continuerà a perseguire, come già sta facendo tramite interlocuzioni in vari ambiti a più livelli, l’obiettivo della obbligatorietà di iscrizione all'albo per tutti coloro che in qualsiasi forma esercitano la professione di Ingegnere. Si ritiene, infatti, che l’obbligo di iscrizione all’albo professionale - oggi cogente per coloro che operano nell’ambito sanitario e per coloro che operano nel campo della difesa dei diritti dei cittadini - debba riguardare, a maggior ragione, coloro che operano a salvaguardia della sicurezza della collettività.
Sul Codice dei contratti pubblici il Cni continuerà ad impegnarsi attraverso incontri e audizioni presso le sedi competenti, con particolare riferimento al Mit, per proporre l’opportunità di alcuni emendamenti al Codice dei contratti al fine di porre rimedio a una serie di palesi discrasie, la più rilevante delle quali riguarda i requisiti di partecipazione che, in aperta contraddizione con uno dei principi cardine posti a fondamento dell’articolato (vale a dire l’apertura del mercato), non agevolano la più ampia partecipazione alle procedure di affidamento dei servizi di ingegneria ed architettura. Tra gli obiettivi prioritari, inoltre, vi è la limitazione del ricorso all’appalto integrato, all’accordo quadro, al subappalto a cascata, e maggiore chiarezza nella definizione della revisione dei prezzi e nella gestione delle riserve in fase esecutiva, unitamente alla valorizzazione della figura del rup (responsabile unico del procedimento).
Sulla questione dell’equo compenso il Cni ribadisce l’obbligatorietà dell’applicazione delle disposizioni della Legge 21 aprile 2023, n. 49, nel settore dei contratti pubblici. Il Cni ritiene che i compensi per le attività professionali non possano essere soggetti a ribasso rispetto ai parametri normati e che il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sia applicato sulla base di valutazioni qualitative. Poiché il principio dell’equo compenso rischia di essere messo in discussione anche a causa di quanto viene espresso da alcuni tribunali amministrativi regionali, si dovrà vigilare affinché i corrispettivi per le attività professionali non possano essere soggetti a ribasso rispetto ai parametri normati e che il criterio dell’offerta più vantaggiosa sia applicato sulla base di valutazioni qualitative. E' inoltre indispensabile che questo principio venga esteso a tutte le categorie di committenti – incluse le consulenze tecniche in ambito giudiziario - anche al fine di salvaguardare quei committenti che, nel rapporto con il professionista, si trovano in posizione subalterna, esattamente come i professionisti si trovano nei confronti dei grandi committenti.
Sul Testo unico dell’edilizia il Cni ritiene che ormai non sia più differibile una revisione completa del Testo, per ottenere una legge maggiormente rispondente alle esigenze di semplificazione e razionalizzazione correlate ad una nuova, moderna normativa urbanistica. Tutto ciò allo scopo di supportare e facilitare la crescita ed un futuro sostenibile per il nostro Paese, secondo i nuovi modelli di rigenerazione urbana, di riduzione del consumo di suolo, di 'costruire sul costruito'.
Per quanto riguarda l’adeguamento energetico del patrimonio edilizio e le fonti energetiche alternative, il Consiglio nazionale si impegnerà ad interloquire con l’Esecutivo al fine di fornire il proprio contributo per la creazione di uno specifico tavolo tecnico che, in un arco temporale breve, chiarisca tutti i termini del problema e verifichi la fattibilità di un piano per le ristrutturazioni profonde degli edifici. A tal proposito, andrà ribadito che occorre far rientrare a monte degli obblighi di ristrutturazione energetica previsti dalla Direttiva Ue Epbd anche gli interventi di diagnostica preventiva sullo stato delle strutture e gli interventi di prevenzione dal rischio sismico. Inoltre, si ritiene utile che venga data attuazione a quanto previsto, ovvero l’introduzione del Fascicolo elettronico del fabbricato.
Poi c’è un tema che sta molto a cuore al Consiglio nazionale: la formazione universitaria. I percorsi accademici devono essere riorganizzati, in modo che il ciclo di studi consenta una diretta abilitazione all’esercizio della professione contestualmente all’acquisizione della laurea magistrale, previo un periodo di tirocinio interno al percorso accademico, affidato a professionisti e operatori del settore, accreditati dagli ordini territoriali. A questo proposito, l’attività posta in essere dal Cni dovrà continuare sul tavolo tecnico istituito lo scorso dicembre dal MUR. Questa proposta comporterà una riscrittura pressoché totale delle norme vigenti, che contempli una legge per disciplinare la nuova organizzazione degli albi e la revisione delle competenze professionali. Nella prospettiva di ritornare ad un albo costituito da un'unica sezione, riservata ai soggetti che hanno conseguito la laurea magistrale, resta fondamentale definire, con una specifica norma, un percorso ad hoc che consenta il conseguimento della laurea magistrale, tenendo conto delle competenze e conoscenze acquisite e certificate durante gli anni di permanenza nella sezione B dell’albo.
Sulla formazione continua è di primaria importanza che ogni Ordine territoriale sulla base della conoscenza diretta dei propri Iscritti, organizzi una propria offerta formativa idonea rispetto alle molteplici esigenze del proprio territorio. Compito del Consiglio nazionale, attraverso il supporto della propria Fondazione, è quello di integrare l’offerta formativa di ordini e providers. Il Cni approverà entro l’anno il proprio piano formativo per il 2025.
Sulla legge elettorale il regolamento per le elezioni per il rinnovo dei Consigli degli ordini utilizzato per le ultime consultazioni è stato adottato per introdurre disposizioni in favore della tutela della parità di genere e per consentire le elezioni in modalità telematica. Tali norme vanno uniformate con quelle del Dpr 169/2005 attraverso una nuova norma che disciplini le modalità elettorali degli organismi di governo delle Professioni.
Infine, relativamente all’ambito dell’Itc, bisogna prendere atto del fatto che l'intelligenza artificiale è destinata a rivoluzionare molti settori, inclusi l'ingegneria delle telecomunicazioni e la gestione delle infrastrutture critiche. L'integrazione dell'Ia nei sistemi di gestione dei dati e delle reti garantirà una maggiore efficienza operativa e sicurezza, permettendo un monitoraggio in tempo reale e la manutenzione predittiva delle infrastrutture, migliorando l'affidabilità dei servizi offerti. Pertanto, è opportuno favorire l’inclusione nei percorsi accademici e formativi di competenze specifiche su Ia e data science per preparare gli ingegneri a gestire e sfruttare tali strumenti. L'adozione crescente dell'intelligenza artificiale, però, richiede anche un'attenta considerazione degli aspetti etici legati all'utilizzo di queste tecnologie. Quindi è fondamentale che gli ingegneri rispettino i principi deontologici nel loro impiego, garantendo trasparenza, equità e sicurezza nei processi decisionali automatizzati.
I lavori congressuali sono stati completati con la premiazione dei Campionati nazionali sportivi 2024 riservati agli ingegneri e con la presentazione del 69° Congresso che sarà ospitato dalle città di Ancona e Macerata.