Italia in bicicletta, il 3 giugno si celebra la Giornata Mondiale
In sella verso la sostenibilità e la salute
Ogni anno, il 3 giugno, l'Italia e il mondo intero festeggiano la Giornata mondiale della bicicletta, un'occasione speciale per celebrare uno dei mezzi di trasporto più antichi e affascinanti, nonché un simbolo di sostenibilità e salute. In un paese dove la passione per il ciclismo è radicata nella cultura e nella storia, questa giornata assume un significato particolarmente speciale.
Giornata mondiale della Bicicletta
La Giornata mondiale della bicicletta, istituita nel 2018 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha lo scopo di promuovere l'uso della bicicletta a livello globale, incentivando lo sviluppo sostenibile, l'educazione fisica delle giovani generazioni e la tutela della salute. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro o per andare a scuola non solo riduce l'impatto ambientale, ma migliora anche la qualità della vita nelle città.
Negli ultimi anni, sono stati compiuti sforzi significativi per migliorare l'infrastruttura ciclabile e promuovere l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto urbano. Nel 2020, interventi normativi e infrastrutturali hanno favorito l'espansione delle piste ciclabili e la creazione di zone a traffico limitato, rendendo le città più sicure e accessibili per i ciclisti.
Il decreto sul mobility manager, introdotto nel maggio 2021, rappresenta un ulteriore passo avanti nella promozione della mobilità sostenibile in Italia. Questa normativa stabilisce il ruolo chiave del mobility manager nell'implementare strategie volte a migliorare la mobilità urbana, riducendo l'inquinamento atmosferico e promuovendo l'uso di mezzi di trasporto alternativi all'auto privata.
Il mobility manager è responsabile di coordinare progetti di sensibilizzazione, promuovere l'utilizzo del trasporto pubblico e delle biciclette, e sviluppare infrastrutture che favoriscano la mobilità sostenibile. Questo decreto rappresenta un impegno concreto del governo italiano per creare un ambiente urbano più sostenibile e favorire la transizione verso un sistema di trasporto più efficiente ed ecologico per tutti i cittadini.
Lo stato della bicicletta nelle città italiane
La bicicletta sta guadagnando sempre più terreno come mezzo di trasporto urbano nelle città italiane, trainata da una crescente sensibilità ambientale e dalla ricerca di uno stile di vita più attivo e salutare. Questa tendenza ha spinto le autorità locali a investire nell'implementazione di nuove infrastrutture ciclabili, come piste protette, corsie dedicate e zone pedonali, per rendere più sicuri e accessibili i percorsi in bicicletta.
Secondo il Rapporto Ambiente Urbano 2022 di Istat, l'estensione delle piste ciclabili nei comuni capoluogo è aumentata del 2,3% nel 2022, raggiungendo una lunghezza complessiva di 5.440 km. Tuttavia, si evidenzia un divario significativo nella distribuzione delle infrastrutture ciclabili tra il Nord e il Sud Italia. Più del 70% delle piste ciclabili si concentra nel Nord, mentre Centro e Mezzogiorno presentano densità molto inferiori.
La densità media è di 27,9 km ogni 100 kmq di superficie territoriale e due capoluoghi su tre dispongono di più di 10 km di piste. Oltre il 70% dell’infrastruttura ciclabile, tuttavia, si concentra nelle città del Nord, dove la media sale a 66 km/100 kmq, contro i 18,3 del Centro e i 6,5 del Mezzogiorno. Lo rileva il Rapporto Ambiente Urbano 2022 di Istat.
La densità della rete ciclabile è mediamente più alta nei capoluoghi metropolitani (42 km/100 km2, contro i 24,7 degli altri capoluoghi), con forti differenze – anche in questo caso – fra le singole città. Torino e Milano presentano i valori più elevati (oltre 170 km/100 km2), seguite da Bologna (121,4) e Firenze (88). Valori molto inferiori alla media dei capoluoghi si rilevano invece a Napoli (16,1), Catania (10,7), Reggio di Calabria (4,2) e Messina (3,4).
Incentivi e progetti per la mobilità sostenibile
La Giornata Mondiale della Bicicletta non è solo un'occasione per celebrare questo mezzo di trasporto sostenibile, ma anche un momento per riflettere sulle azioni necessarie per promuovere la mobilità a zero emissioni. In Italia, il Ministero per la Transizione Ecologica sta compiendo passi significativi in questa direzione attraverso una serie di iniziative e progetti volti a incoraggiare l'uso della bicicletta e altre forme di trasporto eco-friendly.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un impegno tangibile del governo italiano verso la mobilità sostenibile. Con un investimento di 0,6 miliardi di euro, il piano mira a realizzare 570 km di piste ciclabili urbane e 1250 km di piste ciclabili turistiche entro il 2026. Questo ambizioso programma è supportato dal rapporto Mobilitaria 2021, che stima la possibilità di realizzare ben 5000 km di ciclovie urbane e 10.000 km di ciclovie turistiche entro lo stesso periodo.
Inoltre, il MiTe sta offrendo incentivi significativi per promuovere la mobilità sostenibile. Con un budget di 180 milioni di euro per il periodo 2021-2024, i residenti nei comuni interessati dalle procedure di infrazione comunitaria sulla qualità dell'aria possono ricevere un buono mobilità per rottamare veicoli inquinanti. Questo buono può essere utilizzato per l'acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico e biciclette, comprese quelle a pedalata assistita.
Il Programma di Incentivazione della Mobilità Urbana Sostenibile (PRIMUS) ha finanziato 49 progetti per la realizzazione di nuove piste ciclabili e lo sviluppo della sharing mobility in città con oltre 50.000 abitanti. Questi progetti includono anche incentivi per l'acquisto di biciclette a pedalata assistita, contribuendo così a promuovere uno stile di vita più attivo ed eco-friendly.
Inoltre, il governo sta lavorando su un decreto attuativo per finanziare progetti volti alla creazione, prolungamento, ammodernamento e messa a norma di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale e di piste ciclabili. Questo programma, con un impegno complessivo di 40 milioni di euro, mira a migliorare la qualità dell'aria e a ridurre l'inquinamento nelle città italiane.
Infine, il Ministero della Transizione Ecologica ha lanciato il Programma Sperimentale Buono Mobilità, che ha visto un grande successo nel 2020. Con un impegno di circa 200 milioni di euro, questo programma ha permesso ai residenti dei principali centri urbani di ricevere un buono mobilità per l'acquisto di biciclette, veicoli elettrici personali e servizi di mobilità condivisa.
Il boom del cicloturismo
La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto, ma anche un'opportunità per immergersi nella bellezza naturale e culturale dell'Italia. Con paesaggi mozzafiato che vanno dalle colline toscane alle maestose Dolomiti, dalle coste della Sicilia alle città d'arte, l'Italia offre una vasta rete di percorsi ciclabili che attraggono cicloturisti da tutto il mondo.
Il cicloturismo sta vivendo un boom in Italia, con milioni di persone che scelgono di esplorare il paese su due ruote ogni anno. Questa tendenza non solo contribuisce all'economia locale, ma promuove anche la conservazione dell'ambiente e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
Secondo il Rapporto 'Viaggiare con la Bici 2024' di Isnart e Legambiente, il cicloturismo in Italia ha registrato una crescita significativa, con 56 milioni di presenze cicloturistiche nel 2023, corrispondenti al 6,7% delle presenze turistiche totali. Questo settore ha generato un impatto economico diretto di oltre 5,5 miliardi di euro, in crescita del 35% rispetto al 2022.
L'interesse per il cicloturismo è in costante aumento, con sempre più iniziative a supporto di questa forma di viaggio sostenibile. Un esempio è l'Oscar Italiano del Cicloturismo, un premio annuale assegnato alle ciclovie verdi delle regioni italiane che promuovono il turismo lento e sostenibile.
Nella nona edizione del Green Road Award, la Regione Friuli Venezia Giulia ha ottenuto il primo posto con la Ciclovia Pedemontana, un percorso di 180 km che attraversa paesaggi mozzafiato e ricchi di storia, dalle Dolomiti Friulane alle città medievali di Cividale del Friuli. Il secondo premio è andato alla Regione Calabria per la Ciclopedonale della Val di Neto, mentre al terzo posto si è classificata la Provincia Autonoma di Trento con la Green Road dei Fiori.
Altri percorsi ciclabili premiati includono l'Appennino Bike Tour, una direttrice di mobilità sostenibile che collega 300 piccoli comuni attraverso 14 regioni, e il Cammino Minerario di Santa Barbara in Sardegna, un percorso che attraversa antiche miniere e paesaggi naturali di grande fascino.
La Via Silente, un itinerario di 600 chilometri nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è stata riconosciuta per la sua bellezza e ricchezza paesaggistica, offrendo ai cicloturisti l'opportunità di esplorare tratti costieri e montagne incontaminate.
In definitiva, la bicicletta rappresenta non solo un mezzo di trasporto, ma anche un'opportunità per esplorare, scoprire e godere delle meraviglie del nostro paese. Promuovere la mobilità sostenibile e il cicloturismo non è solo una scelta intelligente dal punto di vista ambientale, ma anche un modo per valorizzare le nostre risorse e promuovere uno stile di vita attivo e salutare per tutti i cittadini.
Sostenibilità
Park Litter, nei parchi urbani 5 rifiuti ogni metro quadrato
Indagine di Legambiente in 35 aree verdi in 12 città: oltre 20mila rifiuti raccolti. Torna la campagna Puliamo il Mondo
Rifiuti abbandonati nei parchi urbani, una piaga che non si ferma. Secondo i dati della nuova indagine di Legambiente Park Litter, nel 2024 sono stati 20.757 i rifiuti raccolti e catalogati dai volontari nei 42 transetti eseguiti in 35 parchi urbani in 12 città: Ancona, Bari, Caltanissetta, Codigoro (FE), Firenze, Milano, Moncalieri (TO), Napoli, Perugia, Pineto (TE), Roma, Torino. Circa 5 rifiuti ogni metro quadrato monitorato. Tra i rifiuti più trovati si confermano al primo posto i mozziconi di sigaretta (11.077, il 53%), seguiti da tappi di bottiglia/barattoli e dalle linguette di lattine (1.436, il 7%). A segnalarlo l'associazione in vista dell'avvio ufficiale della 32esima edizione di Puliamo il Mondo (dal 20 al 22 settembre), la storica campagna di volontariato ambientale organizzata in Italia da Legambiente per ripulire dai rifiuti abbandonati aree verdi, strade, piazze, sponde di fiumi e spiagge.
Torna Puliamo il mondo, si parte da Napoli
Migliaia gli eventi in programma dal nord al Sud del Paese e che anche quest’anno avranno come protagonisti cittadini di tutte le età, studenti, amministrazioni e aziende, impegnati per fare un gesto concreto per l’ambiente. Ad aprire il weekend di Puliamo il Mondo sarà domani 18 settembre, alle 10:30, l’anteprima organizzata a Napoli presso piazza Garibaldi. Un luogo simbolico, altamente frequentato, protagonista di un progetto di rigenerazione urbana e sociale che vedrà all’azione, muniti di guanti e sacchetti, i volontari e le volontarie di Legambiente e di 13 associazioni di volontariato aderenti all’iniziativa: Croce Rossa Italiana, Caritas, Dedalus cooperativa sociale, Erasmus Student Network, Azione Cattolica, i segni dei tempi, Un Ponte Per, Agesci, Focsiv, Centro Astalli, la comunità palestinese, Action Aid, Libera. Tutte insieme unite anche per lanciare un messaggio di pace.
I dati dell'indagine, i materiali
Raggruppati per categorie di materiali, i rifiuti dispersi nei parchi sono riconducibili per il 74% ai polimeri artificiali (plastiche) per un totale di 15.452 rifiuti, per l’8,6% al metallo (1.787 rifiuti), l'8% a carta e cartone (1.603), il 6% a vetro e ceramica (1.154), il 4% ad altre tipologie di rifiuti. Segnala Legambiente: "La categoria 'altri oggetti in plastica identificabili ma non in lista' è costituita da coriandoli (1.101, il 5% del totale dei rifiuti), oggetti che si usano per festeggiare ma che si diffondono molto facilmente nell’ambiente, anche trasportati dal vento".
Legambiente, inoltre, sottolinea che le principali zone di accumulo dei rifiuti nei parchi urbani restano perlopiù sotto o nelle vicinanze di panchine e tavoli da picnic e dei cestini. Il vento resta la principale causa della dispersione dei rifiuti nell’ambiente, unita al fatto che spesso i cestini sono privi di copertura. Solo in 19 transetti su 42 (46,3%) Legambiente ha trovato questa caratteristica utile a prevenire la dispersione di materiale. Rifiuti che, spesso, attraverso tombini e canali di scolo dai parchi urbani arrivano fino al mare.
“In Italia non si arresta la piaga dei rifiuti abbandonati - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - Da 32 anni, con Puliamo il mondo, promuoviamo l’informazione e la sensibilizzazione sul tema dei rifiuti abbandonati e dispersi promuovendo strumenti e soluzioni per ridurne sempre di più la presenza e organizzando iniziative di cittadinanza attiva in difesa dell’ambiente, restituendo, grazie alle volontarie e ai volontari, alla comunità luoghi più puliti, accoglienti e anche più inclusivi. Infatti, con il motto 'Per un clima di pace', la campagna vuole farsi promotrice e sostenitrice di una società che promuove la pace e l’inclusione, secondo il principio che è cittadino di un luogo chi se ne prende cura, attraverso il rispetto della diversità, rifiutando la guerra, ogni forma di pregiudizio, violenza, di odio e discriminazione. Vi aspettiamo questo weekend, insieme possiamo fare la differenza".
Sostenibilità
G7 Agricoltura, Danone Italia al fianco filiera per...
Danone Italia sarà presente al G7 Agricoltura a Ortigia (Siracusa) dal 21 al 29 settembre con l’evento “La sostenibilità economica e sociale di Danone Italia e della sua filiera”
La sostenibilità economica e sociale della filiera agroindustriale nazionale rappresenta un fattore di stimolo e di grande attenzione per Danone Italia che, in un contesto aziendale già storicamente proattivo e sensibile nei confronti del sistema del welfare d’impresa, ha scelto di valorizzare il tema della parità di genere uscendo dalle proprie porte e parlando a tutte le realtà del comparto, anche le più piccole e legate ai territori. Per questo, nell’ambito del G7 Agricoltura e Pesca in programma dal 21 al 29 settembre 2024 a Ortigia, nella città di Siracusa, Danone Italia promuove il proprio impegno verso le persone e sarà presente con un panel dal titolo 'La sostenibilità economica e sociale di Danone Italia e della sua filiera' e con il Family Pit Stop Danone, per presentare ciò che sta facendo ed essere di ispirazione per altre realtà.
In Italia, l’occupazione femminile registra purtroppo ancora molte criticità: solo il 55% delle donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni lavora, a differenza della media Ue, che registra un tasso di occupazione femminile pari al 69,3%11. Scenario che evidenzia la scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel nostro Paese, il cui tasso di occupazione risulta essere quello più basso tra gli Stati UE, con circa 14 punti percentuali al di sotto della media. Divario che permane anche nel rapporto tra la popolazione maschile e quella femminile in ambito lavorativo: le donne occupate, infatti, sono circa 9,5 milioni, mentre gli uomini occupati sono circa 13 milioni. A questo si deve aggiungere, inoltre, che una donna su cinque fuoriesce dal mercato del lavoro a seguito della maternità.
Favorire la parità di genere, l’occupazione e la crescita professionale femminile non rappresenta soltanto un’urgente istanza sociale, ma offre molteplici opportunità. La Banca d‘Italia stima che il calo demografico avrà un impatto sul pil pari al 7.6% nel 2050. Se il tasso di occupazione femminile raggiungesse quello maschile entro il 2040, la perdita del pil sarebbe solo del 1,7%. Promuovere concretamente una maggiore occupazione femminile significa, dunque, dar vita a un circolo virtuoso, capace di generare maggiore produttività, maggiore competitività e, da ultimo, maggiore natalità. Il tasso di natalità dell’Italia è molto basso, pari al 1.25 rispetto al 1.53 media europea.
Per rispondere a queste sfide, già dal 2011 Danone Italia si è impegnata con politiche a sostegno della parità di genere. La responsabilità dell’azienda a favore della genitorialità nasce con la creazione di un Decalogo di impegni, che ha portato a risultati notevoli nel corso degli anni, sia in termini di benessere aziendale che di produttività. Nel 2013 le politiche sulla genitorialità (Parental Policy) sono diventate una 'best practice' a livello globale e, nel 2017, hanno ispirato la nascita ufficiale della Danone Global Parental Policy. Nel 2023 il tasso di natalità interno di Danone Italia è cresciuto del +3%.
L’attuazione di queste politiche ha permesso a Danone Italia di ottenere a marzo 2023 la Certificazione per la Parità di Genere (Uni/Pdr 125:2022), un importante riconoscimento che dimostra l’impegno nel favorire l’adozione di politiche atte a incoraggiare la parità di genere e l’empowerment femminile a livello aziendale e quindi migliorare la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro, a posizioni di leadership e a condizioni di armonizzazione della vita privata e professionale. Questo percorso ha portato l’azienda, nel 2024, a sottoscrivere il “Manifesto per la Parità di Genere nella Filiera Italiana”, promosso da Winning Women Institute e di cui Danone Italia è la prima azienda firmataria, con l’obiettivo di realizzare un grande movimento a supporto della parità di genere, nella consapevolezza che questa sia una leva importante per la competitività dell’Italia.
“Danone Italia ha puntato da anni sulla valorizzazione delle donne in termini di occupazione e crescita professionale, favorendo politiche a sostegno della maternità e della paternità, che hanno generato ottimi risultati in termini economici e sociali, con un tasso di natalità interno positivo. L’attuazione di queste politiche ci ha permesso di ottenere a marzo 2023 la Certificazione per la Parità di Genere. A seguito di questo importante riconoscimento, abbiamo scelto di coinvolgere i nostri fornitori nel percorso verso la Parità di Genere, accompagnandoli e supportandoli nel conseguire la Certificazione. - ha commentato Sonia Malaspina, Direttrice Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità di Danone Italia – Invitiamo pertanto tutte le aziende della nostra filiera, e non solo, ad intraprendere azioni concrete per aumentare l’occupazione e favorire la crescita professionale delle donne, colmare il divario salariale e introdurre politiche a sostegno della genitorialità. Ad oggi contiamo già 38 firmatari aderenti al ‘Manifesto per la Parità di Genere nella Filiera Italiana’ e speriamo che questo numero possa crescere sempre di più”.
Al fine di promuovere il proprio impegno per la sostenibilità economica e sociale, che si concretizza attraverso politiche a sostegno della parità di genere e percorsi di supporto alle famiglie e alla natalità, Danone Italia sarà presente al G7 Agricoltura e Pesca di Ortigia con il panel “La sostenibilità economica e sociale di Danone Italia e della sua filiera”, che si svolgerà mercoledì 25 settembre, alle ore 16:00, presso il Salone Paolo Borsellino, Palazzo Vermexio, Ortigia (Sr).
L’evento rappresenta un importante momento di confronto tra i protagonisti della filiera di Danone, i partner, le parti sociali, le associazioni e le istituzioni, che si aprirà con l’intervento del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. In questo contesto verrà illustrato il “Manifesto per la Parità di Genere nella Filiera Italiana” e l’impatto positivo che può generare anche nelle piccole e medie imprese agricole e agroindustriali italiane di lavorare concretamente alla parità di genere sul posto di lavoro e all’interno delle strutture aziendali nel complesso.
Danone Italia presidierà, inoltre, la manifestazione promossa dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, con l’attivazione del Family Pit Stop Danone, un luogo pensato per genitori, nonni e bambini, dove allattare, dare la pappa ai piccoli, cambiarli ma anche semplicemente prendersi una pausa tra un evento e l’altro. Questo spazio riflette l’attenzione che Danone Italia pone da sempre nei confronti delle proprie persone e delle famiglie, dando vita a un modello virtuoso che valorizza l’attività di cura, di cui riconosce tutto il valore e le potenzialità, e portando questa attenzione anche fuori dalle mura dell’azienda.
Per dare vita a un cambiamento significativo che abbia un impatto reale nella vita delle persone, Danone Italia ha scelto di lanciare una sfida ai propri fornitori: conseguire la certificazione per la Parità di Genere (UNI/Pdr 125:2022), aderendo all’esperienza del “Manifesto per la Parità di Genere nella Filiera Italiana”. Il Manifesto rappresenta l’intenzione di Danone di inserire punti di premialità, stimati tra il 5 e il 10% della valutazione complessiva, in tutte le gare indette per le forniture di beni e servizi alle aziende certificate per la parità di genere. Alla base di questo approccio c’è la volontà di favorire un complessivo impulso alla produttività e al benessere aziendale, con l’auspicio di positive conseguenze sugli equilibri delle famiglie e sulla natalità nel Paese.
Il Rapporto di Sostenibilità 2023 di Danone Italia conferma l’impegno dell’azienda nel promuovere le pari opportunità: il 63% delle persone che lavorano in Danone sono donne, contro il 37% di uomini. In Danone Italia, infatti, la valorizzazione delle persone, sia a livello personale che lavorativo, è fondamentale, e ha puntato a creare nel tempo un ambiente di lavoro positivo, inclusivo, flessibile e capace di accogliere le sfide e le esigenze delle nuove generazioni. Come quella della genitorialità: il 100% dei papà, ad esempio, ha usufruito del congedo di paternità di 20 giorni obbligatorio e retribuito, da utilizzare entro i 12 mesi dalla nascita del/della figlio/a. Un percorso intrapreso nel 2011 con l’adozione in Italia della “Parental Policy”, che ha registrato un tasso di rientro al lavoro del 100% delle mamme successivamente alla nascita del proprio figlio.
Danone Italia, inoltre, ha adottato politiche e procedure a tutela della parità di genere a partire dal processo di selezione, sviluppo professionale, supporto alla genitorialità, sino all’equilibrio vita-lavoro. Il percorso di Danone per la valorizzazione delle attività di cura e l’impegno nel favorire l’equilibrio vita-lavoro, si è ulteriormente arricchito con la Caregivers Policy - lanciata nel 2020 - a supporto dei Danoners che devono prendersi cura di genitori anziani, persone malate, disabili o non autosufficienti e - dal 2023 - con la Policy a supporto delle persone affette da patologia oncologica e dei loro caregivers, entrambe nate dall’ascolto e dalla condivisione delle esperienze vissute dalle persone in azienda.
Sostenibilità
Cresce il Food Waste, ogni settimana gettati oltre 680...
I dati del Rapporto Internazionale Waste Watcher 2024
Aumenta il food waste nelle case degli italiani. Nel 2024 lo spreco di prodotti alimentari in Italia segna +45,6%: ogni settimana finiscono nel bidone della spazzatura 683,3 grammi di cibo pro capite (rispetto ai 469,4 grammi rilevati nell’agosto 2023). Sono alcuni dei dati dell’annuale presentazione del Rapporto Internazionale Waste Watcher 2024, ‘Lo spreco alimentare nei Paesi del G7: dall'analisi all'azione’, curata dall’Osservatorio Waste Watcher International-Campagna Spreco Zero, dall’Università di Bologna assieme a Ipsos che si è tenuta oggi presso lo Spazio Europa a Roma. Uno studio che vuole anche attirare l’attenzione del prossimo G7 Agricoltura sul tema del ‘fine vita’ dei prodotti alimentari.
Nella spazzatura gli alimenti base della Dieta Mediterranea
Nella top five dei cibi più sprecati troviamo frutta fresca (27,1 g), verdure (24,6 g), pane fresco (24,1 g), insalate (22,3 g), cipolle/aglio/tuberi (20 g), prodotti fondamentali della Dieta Mediterranea.
Le cause dello spreco
Secondo lo studio, questi dati non solo indicano una cattiva gestione della spesa familiare con i relativi sprechi economici, ma evidenziano due aspetti: se da un lato si è registrato un relativo incremento dei consumi alimentari, dall'altro una parte della domanda si è concentrata su alimenti di qualità inferiore. Il 42% degli italiani individua la causa dello spreco familiare nel fatto di dover buttare la frutta e la verdura conservata nelle celle frigo perché una volta portata a casa va subito a male. O ancora, il 37% del campione intervistato sostiene di buttare via gli alimenti perché i cibi venduti sono già vecchi.
Elementi critici si riscontrano anche nel comportamento dei consumatori. Più di un terzo degli italiani (37%) dimentica gli alimenti in frigorifero e nella dispensa lasciando che si deteriorino; solo il 23% è disposto a programmare i pasti settimanali; inoltre, il 75% non è disposto o non è capace di rielaborare gli avanzi in modo creativo per evitare di gettarli.
“In Italia l'incremento dello spreco alimentare a livello domestico è preoccupante - spiega Andrea Segrè, direttore scientifico Waste Watcher International - Campagna Spreco Zero, Università di Bologna - Non solo per l’aumento percentuale rispetto all'analoga rilevazione di Wwi del 2023, ma soprattutto dalle cause che lo hanno determinato, fra le quali l’abbassamento della qualità dei prodotti acquistati in particolare dalle fasce della popolazione a reddito più basso. Gli italiani inoltre hanno ancora poca consapevolezza di come fruire al meglio gli alimenti disponibili, dalla conservazione alla pianificazione degli acquisti, dimostrando ancora una volta la necessità di intervenire a livello istituzionale sull'educazione alimentare. L'Italia può beneficiare delle buone pratiche che emergono dalle esperienze di contrasto dello spreco dagli altri Paesi del G7, tema che speriamo emerga dal summit di Siracusa il prossimo 26 settembre”.
“Se l’aumento dello spreco preoccupa - commenta Lino Enrico Stoppani vicepresidente vicario di Confcommercio - occorre investire con maggiore convinzione sull’educazione alimentare resistendo alla tentazione di introdurre nuovi obblighi a carico delle imprese come suggerito in alcune delle proposte in corso di esame in Parlamento. Ormai tutti i ristoratori sono attrezzati per consentire ai clienti di portare a casa il cibo avanzato durante i pasti mentre, per incrementare le donazioni di cibo avanzato negli esercizi commerciali, la via maestra è la riduzione degli oneri burocratici e la riduzione della Tari”.
“Lo studio presentato oggi fornisce dati e informazioni utili a individuare margini di miglioramento e possibili attività da sviluppare per ridurre sensibilmente lo spreco alimentare - spiega Simona Fontana, direttore generale Conai - In tutti i Paesi, del resto, sembra chiara una forte consapevolezza della necessità di adottare comportamenti virtuosi che possono avere ricadute concrete ed efficaci. Cultura, comportamento e stile di vita dei consumatori sono fattori che influenzano lo spreco alimentare: è su questi che bisogna agire, attraverso misure che possano far leva sull’educazione e sulla responsabilità di ciascuno di noi. Ma anche le imprese italiane stanno facendo molto: continuano a lavorare per proporre soluzioni di imballaggio che garantiscono il miglior equilibrio tra funzione e impatto ambientale, garantendo al prodotto una maggiore shelf life e proponendo soluzioni di pack meno impattanti sull’ambiente”.
La geografia dello spreco
Per quanto riguarda la geografia nazionale emerge che il Sud e il Centro sono le aree dove lo spreco è maggiore con un +9% rispetto alla media nazionale (al Sud 747 g pro capite a settimana, al centro 744 g pro capite), mentre il Nord è relativamente più virtuoso con un -11% rispetto alla media nazionale (606,9 g pro capite).
Le strategie antispreco
Sulle strategie per contrastare il fenomeno, gli italiani mostrano una disponibilità marcata a adottare comportamenti antispreco, con l'87% disposto a congelare i cibi e l’86% a utilizzare il cibo appena scaduto se ancora buono. Tuttavia, la disponibilità a donare cibo cucinato in eccesso (63%) e ad acquistare grandi quantità di cibo per surgelarlo (62%) è inferiore, suggerendo che le barriere pratiche o la mancanza di una rete adeguata a seguire tali pratiche potrebbero limitare l’adozione di queste strategie. Solo il 29% conserva il cibo avanzato cercando ricette creative per riutilizzarlo.