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Giro d’Italia, oggi 20esima tappa: orario, come vederla in tv
Ultime salite della corsa nella tappa che arriva a Bassano del Grappa
Il Giro d'Italia propone oggi la 20esima tappa, la Alpago-Bassano del Grappa di 184 km. La frazione di oggi 25 maggio 2024, in diretta tv e streaming, propone ancora salite per l'ultima giornata in grado di modificare la classifica generale, dominata dalla maglia rosa Tadej Pogacar: lo sloveno, padrone della corsa, oggi può regalare un altro show e chiudere in bellezza.
La tappa si accende parzialmente al km 30 con il primo Gran Premio della Montagna, il Muro di Ca' del Poggio, una salita di quarta categoria che non produrrà scossoni rilevanti. La situazione cambia con la doppia ascesa al Monte Grappa. Per due volte si arriva al GPM di prima categoria dopo una lunga salita di 18,2 km con pendenze tra l'8,1% e il 14%. Dal km 149, dopo l'ultima vera fatica, si va in discesa fino al traguardo di Bassano del Grappa, dove si arriva dopo gli ultimi 5 km pianeggianti.
La tappa in tv e streaming
La ventesima tappa del Giro d'Italia sarà trasmessa in diretta in tv in chiaro e in streaming. La Rai racconterà la giornata della seconda tappa in chiaro ogni giorno di gara. La giornata televisiva comincerà con un'ora di 'Giro Mattina' su Rai Sport HD, che proporrà poi 'Prima diretta' per seguire il momento della partenza della tappa, in programma oggi alle 11.50. L'arrivo è atteso tra le 17 e le 17.40.
Per la parte clou della programmazione il palinsesto della Corsa Rosa si trasferisce su Rai 2, con 'Giro in Diretta' e 'Giro all’Arrivo'. Subito a ruota, le tradizionali analisi del dopo gara del Processo alla Tappa. Il Giro può essere visto anche su Eurosport 1 HD e in streaming su Rai Play, discovery+, Sky Go, NOW e DAZN.
Sport
Djokovic non si allena: semifinale a rischio? E i media lo...
Il tennista serbo è accusato di fingere i suoi infortuni, come successo nei quarti di finale degli Australian Open contro Alcaraz
Novak Djokovic a rischio ritiro? A poche ore dalla partita contro Alexander Zverev, valida per la semifinale degli Australian Open e in programma alle 4.30 italiane di venerdì 24 gennaio, il tennista serbo ha disertato l'allenamento della mattina per evitare il riacutizzarsi dei problemi fisici che ne avevano condizionato il match contro Alcaraz, poi vinto comunque in quattro set. Si tratta del secondo allenamento di fila saltato da Nole, e così qualcuno ha cominciato a chiedersi se la sua presenza, alla Rod Laver Arena, non sia da considerarsi a rischio.
"Non voglio rivelare troppo. A un certo punto, il farmaco che ho preso ha iniziato a funzionare. Dovrò prenderne un'altra dose. Se avessi perso il secondo set, mi sarei potuto ritirare", aveva rivelato Djokovic commentando il suo problema fisico nel post partita. Nole era già stato tormentato da problemi muscolari sul finale di 2024, tanto da saltare le Atp Finals di Torino. In molti però, in Australia, pensano che sia soltanto una 'recita'.
La presa in giro di Alcaraz e le critiche della stampa
I mediacal time out sono spesso utilizzati dai tennisti per spezzare il ritmo dell'avversario e riprendere fiato, e così anche quello chiamato da Djokovic durante il match contro Alcaraz, arrivato sul 5-4 del primo set a favore dello spagnolo, era stato visto come 'strategico', tanto che lo stesso Alcaraz ha preso in giro l'avversario tornando in panchina facendo finta di zoppicare e portandosi la mano alla coscia sinistra.
Carlos Alcaraz grabs his leg after losing the set to Djokovic at Australian Open
— The Tennis Letter (@TheTennisLetter) January 21, 2025
“He’s kind of limping around. Then he gets up & does it again. Limping around & sitting down. He’s obviously fine. Just acting like he’s got an injury”
“He’s being Novak.”
pic.twitter.com/maX3mDKPfa
"Non dico che abbia fatto lo show, ma penso che tutti abbiano visto che nel secondo set sembrava avere problemi o comunque difficoltà a muoversi", ha detto lo spagnolo in conferenza stampa, confermando quindi i suoi dubbi sui problemi fisici di Djokovic.
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato la stampa australiana, che da tempo da dimostrato di non avere simpatia per Djokovic, chiedere a Tony Jones per credere. The Age, uno dei principali quotidiani a Melbourne, ha elencato tutti i 'finti' infortuni e i relativi recuperi 'miracolosi' di Djokovic, ma non è stato l'unico. I giornali hanno parlato infatti di 'infortuni tattici per distrarre l'avversario', niente più, quindi, secondo i media aussie, di giochi mentali volti a deconcentrare e disorientare l'avversario.
Sport
Renato Veiga, chi è il nuovo colpo della Juventus
Il difensore arriva in prestito dal Chelsea fino al termine della stagione
La Juventus piazza un altro colpo nel calciomercato di gennaio 2025. Secondo le news delle ultime ore, dopo aver accolto Alberto Costa e Kolo Muani, i bianconeri rinforzano ancora la difesa con Renato Veiga, giovane portoghese in arrivo dal Chelsea. Il giocatore, su cui era forte anche l'interesse della Lazio, arriva in prestito secco e oneroso, quasi 5 milioni di euro, fino al prossimo giugno. Ma chi è Veiga?
Chi è Renato Veiga
Renato Veiga è un terzino sinistro portoghese di appena 21 anni, classe 2003, che può occupare più ruoli difensivi. La sua duttilità è uno dei fattori che ha convinto la Juventus a investire, anche se soltanto per sei mesi, su di lui, con il giocatore che, oltre che sulla fascia sinistra, può essere impiegato da centrale, braccetto in una difesa a tre e addirittura da mediano.
Veiga ha iniziato a giocare nel settore giovanile dello Sporting Lisbona, che lo cresce fino a convocarlo in prima squadra. Ruben Amorim, oggi allenatore del Manchester United, non lo fa mai esordire e Renato vola in prestito in Bundesliga, all'Augsburg, prima di essere acquistato dal Basiliea per circa 5 milioni. L'annata in Svizzera gli vale la chiamata del Chelsea, che per lui investe 14 milioni nel luglio scorso. La stagione in Blues però è stata deludente, con Maresca che lo utilizza praticamente soltanto in Conference League e con Veiga che raccoglie 18 presenze, condite però da due gol e un assist. Veiga ha raccolto quest'anno anche tre presenze con la nazionale maggiore del Portogallo, dopo aver giocato in tutte le selezioni giovanili. Ora la Juventus.
Sport
Serie A, Milan primo club per fatturato. Real da record: un...
I rossoneri si piazzano al tredicesimo posto in questa speciale classifica, seguiti da Inter e Juventus
Il Milan è il primo club italiano di calcio per fatturato e si classifica al tredicesimo posto in classifica con un fatturato pari a 397,6 milioni di euro. L'Inter, con391 milioni si classifica al quattordicesimo posto. La Juventus è il club che ha registrato il calo più significativo in classifica (356 milioni di euro), passando dall'11° al 16° posto, la posizione più bassa del club nella storia della Money League, soprattutto a causa dell’assenza dal calcio europeo nel 2023/24. E' quanto emerge dalla 28ª edizione della Football Money League, pubblicata da Deloitte Sports Business Group.
La speciale classifica è guidata dal Real Madrid (1,045 miliardi) che ha stabilito un nuovo traguardo, diventando la prima squadra a produrre 1 miliardo di euro di entrate in una singola stagione. Al secondo posto si conferma il Manchester City (838 milioni di euro) mentre al terzo si mantiene il Paris Saint-Germain (806 milioni). Seguono Manchester United (771 milioni), Bayern Monaco (765 milioni), Barcellona (760,3 milioni), Arsenal (716,5 milioni), Liverpool (714,7 milioni), Tottenham (615 milioni), Chelsea (545,5 milioni), Borussia Dortmund (513,7 mln), Atletico Madrid (409,5 milioni). Poi quindi Milan, Inter, Newcastle (371,8 mln) e Juventus.
Numeri record
I primi 20 club di calcio per fatturato a livello mondiale hanno realizzato complessivamente la cifra record di 11,2 miliardi di euro nella stagione 2023/24. I ricavi da match day sono cresciuti del +11% su base annua, confermandosi ancora una volta il flusso di entrate a maggiore crescita per i club grazie a un aumento della capacità degli stadi, ai prezzi dei biglietti e alle offerte premium per le partite. I ricavi da match day hanno superato i 2 miliardi di euro per la prima volta in assoluto, assorbendo il 18% dei ricavi totali, ossia la quota più alta dal 2014/15 (19%). Con 4,9 miliardi di euro la parte commerciale è rimasta però la principale fonte di entrate per i club della Football Money League per il secondo anno consecutivo, rappresentando il 44% dei ricavi totali. L'aumento del +10% rispetto all'anno precedente è stato in gran parte determinato da un aumento degli eventi dal vivo di natura non calcistica, da un miglioramento delle vendite al dettaglio e da un aumento degli introiti da sponsorizzazione. Non si registra invece un incremento degli introiti televisivi (4,3 miliardi di euro) in quanto tutti i principali campionati hanno mantenuto gli stessi cicli di broadcast della stagione precedente. I cinque grandi campionati (Italia, Spagna, Inghilterra, Francia, Germania) vivono un periodo caratterizzato da ricavi radiotelevisivi relativamente stabili grazie a contratti nazionali di diritti tv a lungo termine, che dureranno almeno fino al 2027.
"Diritti tv cruciali, importanti i risultati sportivi"
"I club della Money League continuano a battere nuovi record, diversificando anche il modo in cui generano le entrate" commenta Tim Bridge, lead partner di Deloitte Sports Business Group. "Se le entrate commerciali dominano la scena per i primi dieci club della Money League, le entrate televisive rimangono ancora cruciali per le squadre nella seconda metà della classifica. In un momento in cui sta aumentando il numero di partite è importante però salvaguardare anche il benessere dei giocatori, affinché sia possibile mantenere la competitività dei club e conseguire nuovi successi sul campo".
La performance finanziaria dei club classificati dall'11° al 20° posto è attribuibile principalmente all’impatto dei successi sul campo. L'Eintracht Francoforte (245 milioni) è uscito dalla top 20 nella stagione 2023/24 a seguito di un calo del -34% dei ricavi televisivi (calo del -16% dei ricavi totali) in seguito alla partecipazione del club alla Conference League invece che alla Champions League. Questi numeri ribadiscono l’importanza delle entrate commerciali che hanno permesso a squadre del calibro di Liverpool (715 milioni di euro), Tottenham (615 milioni di euro) e Chelsea (546 milioni di euro) di mantenere la loro posizione nella top 10 nonostante la riduzione degli introiti televisivi dovuto alla mancata partecipazione alla Champions League.
"Gli stadi dei club", sottolinea Tim Bridge, lead partner di Deloitte Sports Business Group, "rappresentano ormai qualcosa di più di un semplice asset per il giorno della partita. Molti club stanno convertendo i loro stadi in luoghi di intrattenimento a 360° in grado di attirare nuovi visitatori, sponsor e opportunità di vendita al dettaglio. I club calcistici si stanno rendendo conto dell’importanza di diventare molto più che marchi sportivi".