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Le borracce: veicolare il brand con il marketing green

Gli articoli promozionali che si dimostrano più efficaci sono quelli che si rivelano realmente utili. Proprio per questo motivo, proporre ai propri clienti dei gadget personalizzati destinati a non essere mai usati non è altro che uno spreco di denaro e, più in generale, di risorse. Come scegliere il gadget giusto? Di certo non si corre il rischio di sbagliare se ci si affida alle borracce personalizzate. Si tratta, infatti, di una tipologia di articolo che si presta a essere impiegata in una grande varietà di ambiti. Non solo nel corso di un’escursione o in viaggio, ma anche in palestra o sul posto di lavoro. D’altro canto, chiunque di noi ha la costante necessità di idratarsi: con l’aiuto di una borraccia sempre accanto abbiamo dunque la possibilità di raggiungere il famoso obiettivo dei due litri di acqua bevuti ogni giorno.

Perché regalare le borracce ai clienti

Ecco perché tutte le aziende dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di regalare delle borracce termiche personalizzate ai propri clienti: un gesto semplice ma molto significativo grazie a cui si dimostra la propria attenzione nei confronti dei consumatori e al tempo stesso una spiccata sensibilità verso l’ambiente. Ci sono un sacco di motivi per i quali le borracce personalizzate possono essere ritenute un gadget eccellente: per esempio per la loro longevità. In più, questi accessori mettono a disposizione un’area di stampa molto ampia e assicurano un elevato livello di personalizzazione. Quando si ha la necessità di utilizzare un gadget aziendale capace di mettere in risalto sotto vari punti di vista l’immagine aziendale, questa è la soluzione a cui fare riferimento.

Addio alla plastica

Le borracce termiche sono preziose alleate per chiunque voglia provare a fare a meno della plastica, un materiale inquinante e proprio per questo motivo deleterio non solo per l’ambiente ma più in generale per tutti gli esseri viventi. Un dato solo è esplicativo più di molti altri: nell’Oceano Pacifico meridionale, sull’isola disabitata di Henderson, si sono accumulate nel corso del tempo 17,6 tonnellate di immondizia formata da rifiuti di plastica. Non è esagerato, allora, definire drammatica la situazione dell’ambiente: in mancanza di cambiamenti significativi, da qui all’anno prossimo nei mari del nostro pianeta ogni tre tonnellate di pesci ci sarà una tonnellata di rifiuti plastici. E proseguendo di questo passo tra un quarto di secolo negli oceani ci saranno meno pesci che plastica.

Come e cosa fare per salvare l’ambiente

Alla luce di ciò che si è detto, appare evidente la necessità di agire, anche in prima persona, per provare a ridurre la produzione di plastica e soprattutto limitarne lo spreco. Per raggiungere questo obiettivo, è indispensabile in primo luogo dire addio alle bottiglie usa e getta, oggetti di plastica che si stanno rivelando sempre più inutili. È sufficiente usare delle semplici borracce, infatti, per avere la certezza di avere acqua fresca sempre a portata di mano in qualunque momento: senza spese e soprattutto senza inquinare. Già questo aspetto da solo basterebbe a spiegare perché le borracce personalizzate andrebbero scelte dalle aziende come gadget promozionali.

Le soluzioni di Gadget365

Con l’aiuto di Gadget365, tutti hanno la possibilità di ordinare e comprare online borracce termiche che possono essere personalizzate con le tecniche di stampa più avanzate. Il catalogo di questa azienda lombarda si fa apprezzare non solo per la varietà degli articoli a disposizione, ma anche per i prezzi convenienti, con soluzioni in grado di soddisfare le esigenze di imprese, associazioni e privati.

Una battaglia da vincere

Migliaia e migliaia di borracce personalizzate vengono distribuite dalle aziende, dalle associazioni, dalle università e dagli istituti scolastici, che in questo modo educano i propri studenti e al tempo stesso fanno conoscere il proprio nome diffondendo i propri valori. Quella contro la plastica è una battaglia che deve essere vinta a tutti i costi: nel 1964, cioè 60 anni fa, ogni anno si producevano 15 miliardi di quintali di plastica; oggi, invece, la quota annuale supera i 310 miliardi di quintali. E così il nostro pianeta soffre, e noi ancora di più. La plastica usa e getta è stata messa al bando in numerosi contesti, e un ruolo decisivo in tal senso è stato proprio quello delle borracce riutilizzabili.

Un asso della comunicazione e maestro nelle relazioni con i media, questa figura chiave gestisce con destrezza la nostra strategia di promozione, elevando la visibilità e l’immagine del nostro marchio. Con un occhio sempre attento ai dettagli e una rete di contatti nell’industria dei media, è responsabile di costruire e mantenere relazioni fruttuose con i nostri partner strategici. Il suo tocco esperto nel plasmare la narrativa pubblica è fondamentale per posizionarci come leader nel nostro settore.

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Studio sull’erosione dei principali fiumi italiani: una crisi crescente

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Due terzi dei più rilevanti corsi d’acqua in Italia stanno affrontando una grave minaccia di erosione, con arretramenti costieri che possono raggiungere fino a 10 metri ogni anno. Questa situazione allarmante è stata evidenziata da una ricerca pubblicata sulla rivista Estuarine, Coastal and Shelf Science, condotta da Monica Bini e Marco Luppichini del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa.

Lo studio ha indagato sull’evoluzione delle coste sabbiose italiane nel periodo compreso tra il 1984 e il 2024, concentrandosi in particolare sui delta fluviali. Attraverso l’uso di un avanzato software di analisi delle immagini satellitari, gli autori hanno ricostruito la trasformazione delle coste italiane. I risultati indicano che il 66% dei principali corsi d’acqua italiani è coinvolto nel fenomeno dell’erosione costiera, una percentuale che raggiunge il 100% nelle aree non protette da strutture artificiali.

Marco Luppichini ha sottolineato come il cambiamento climatico stia influenzando significativamente la conformazione delle coste italiane. La riduzione delle precipitazioni e l’incremento di eventi meteorologici estremi incidono sul ciclo idrologico, limitando la capacità dei fiumi di trasportare sedimenti verso il mare. Inoltre, l’innalzamento del livello del mare e l’aumento della temperatura delle acque superficiali del Mediterraneo intensificano tempeste e mareggiate, accelerando l’erosione costiera e diminuendo la resilienza delle spiagge.

Le zone più colpite dal fenomeno includono il delta del Po, il Serchio, l’Arno, l’Ombrone in Toscana e il delta del Sinni in Basilicata. Queste aree sono caratterizzate da un marcato arretramento della linea di costa e una rilevante perdita di sedimenti, causata sia da fattori climatici sia da interventi antropici. Il delta del Po emerge come una delle aree più vulnerabili, influenzata dall’innalzamento del livello del mare e dalla diminuzione del trasporto sedimentario. Nonostante alcune zone mostrino progressi nella linea costiera, molte altre registrano un arretramento continuo, specialmente dove mancano difese artificiali.

In Toscana, le foci dell’Arno e del Serchio subiscono un arretramento annuale di circa 2-3 metri, mentre il delta dell’Ombrone presenta una situazione particolarmente critica, con tassi di erosione che raggiungono i 5-6 metri all’anno. La disponibilità limitata di sedimenti, causata da interventi antropici lungo il corso del fiume, e l’aumento delle mareggiate rendono questa zona estremamente fragile. Gli ecosistemi del Parco della Maremma e le attività economiche legate al turismo e all’agricoltura risultano particolarmente esposti. Ancora più drammatica è la situazione del delta del Sinni in Basilicata, dove l’erosione costiera supera i 10 metri all’anno, classificandosi tra le più elevate in Italia.

Luppichini ha concluso ribadendo l’urgenza di adottare strategie sostenibili per la gestione delle coste. Grazie a questo studio, è stato creato un database uniforme per l’intero territorio nazionale, che potrà supportare la pianificazione di interventi mirati alla protezione delle aree più esposte, in particolare dei delta fluviali, veri e propri hotspot della crisi climatica attuale.

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Wonderwoods Vertical Forest: la città incontra la natura a Utrecht  

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Passeggiando tra le strade del centro di Utrecht, la Wonderwoods Vertical Forest cattura immediatamente lo sguardo: sembra quasi che gli alberi e le piante abbiano scelto di vivere proprio lì, in mezzo ai palazzi e al cemento. Alto 104 metri e realizzato dallo studio italiano Stefano Boeri Architetti in collaborazione con il team locale di G&S&, Wonderwoods è un grattacielo speciale perché riesce a portare dentro la città tutta la bellezza e la calma di una foresta. Qui non si vive solo in un appartamento o si lavora in un ufficio: si vive davvero circondati dalla natura, con alberi che cambiano colore, uccelli che trovano casa, e persone che si fermano a respirare un po’ di pace.

Una vittoria che rende orgogliosi

Wonderwoods non è solo un progetto bello da guardare, ma ha anche ricevuto un riconoscimento importante a livello internazionale: il MIPIM Award 2025 nella categoria “Mixed-Use”. Questo premio, che valorizza edifici sostenibili e capaci di migliorare la vita delle persone, ha visto Wonderwoods confrontarsi con tanti progetti provenienti da diverse parti del mondo, come Giappone, Brasile e Thailandia. Ciò che ha reso unico questo edificio è stata la sua straordinaria capacità di combinare natura e funzionalità urbana in modo semplice e naturale. Con oltre 360 alberi e 50.000 piante locali, Wonderwoods cambia continuamente aspetto con il passare delle stagioni, diventando un habitat per uccelli e insetti e regalando a chi vive lì una vera oasi verde nel cuore della città.

Un quartiere verticale dove sentirsi davvero a casa

Wonderwoods è pensato innanzitutto per chi ci vive ogni giorno. Nei suoi circa 200 appartamenti abitano persone molto diverse tra loro: famiglie con bambini, giovani coppie, professionisti e anziani, creando una comunità autentica e vivace. Al piano terra si trovano negozi e laboratori creativi, palestre e caffetterie perfette per incontrarsi o rilassarsi dopo una lunga giornata. Ma il cuore pulsante di questo quartiere verticale è il giardino pensile al settimo piano, uno spazio aperto con vista sulla città, perfetto per passare del tempo con amici o semplicemente godersi un momento di tranquillità. Non poteva mancare, ovviamente, un grande parcheggio per biciclette, un omaggio alle abitudini sostenibili della vita quotidiana a Utrecht.

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Frontiere e futuro, il Giro d’Italia della Csr arriva a Gorizia  

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Il Giro d’Italia della Csr, l’evento itinerante del Salone della Csr e dell’Innovazione sociale, ha scelto Gorizia, Capitale europea della Cultura 2025 con Nova Gorica, come seconda tappa dell’edizione 2025. L’appuntamento è in programma all’Università di Udine lunedì 24 marzo alle 10 all’Auditorium Fogar, in Corso Verdi 4. Il titolo della tappa è ‘Il futuro oltre la frontiera’. “La sostenibilità non può avere confini – dichiara Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone – Dobbiamo prendere esempio dagli ecosistemi naturali, che non percepiscono le frontiere come separazione fisica. Nelle persone e nelle comunità deve crescere la consapevolezza che siano tutti coinvolti e interconnessi: un messaggio quanto mai attuale che il Salone della Csr propone da anni”.

Ad aprire i lavori della tappa saranno, insieme a Rossella Sobrero, Francesco Pitassio, delegato per la sede di Gorizia dell’Università di Udine; Patrizia Artico, Assessora a Go!2025 del Comune di Gorizia e Valeria Broggian, presidente di Animaimpresa, network votato all’innovazione e alla sostenibilità e partner della tappa di Gorizia. “La tappa di quest’anno è espressione tangibile del valore della collaborazione tra Paesi, organizzazioni e persone – commenta Broggian – È un piacere essere partner di questa occasione d’incontro che mette in luce eccellenze locali, sottolineando quanto la dimensione transfrontaliera possa essere volano d’innovazione”.

Il programma della tappa di Gorizia, consultabile online sul sito del Salone dove è anche possibile iscriversi per partecipare, proseguirà poi con due momenti dedicati alla riflessione e all’ispirazione con Andrea Bellavite, direttore della Basilica di Aquileia, e Franco Spanò, presidente dell’associazione Prologo, prima di entrare nel vivo della presentazione di esperienze e nuovi progetti dal territorio. Con l’appuntamento del 24 marzo, il Salone punta a far emergere le sinergie di intenti nate sulla scia dell’entusiasmo per Go!2025 e destinate a cambiare il futuro di questi territori. “Questa seconda tappa del Giro d’Italia della Csr a Gorizia, fortemente voluta dall’Università di Udine e dal Comune di Gorizia, ha il sapore del futuro. Verrà infatti presentato un panel straordinario di casi con il compito di raccontare la visione del territorio goriziano oltre la frontiera, ovvero un futuro sostenibile di integrazione transfrontaliera compiuta, un futuro di valore”, dice Renata Kodilja, docente dell’Università di Udine, che coordinerà i lavori insieme a Gloria Catto, titolare di Ufficine Sb.

Il primo progetto a essere raccontato sarà #Go2025Fenice, finanziato dal Programma Interreg Italia-Slovenia (Fondo per piccoli progetti Go!2025) e promosso dal Comune di Venezia e dalla Zpgš Associazione delle scuole di musica del litorale sloveno (Slovenia) con il patrocinio del Comune di Gorizia e del Comune di Nova Gorica. Il progetto, presentato da Vittorio Baroni, project manager di #Go2025Fenice e da Roberto Giuffè, chef della Pasticceria Milady, è rivolto alle nuove generazioni: centinaia di bambini delle scuole primarie veneziane, goriziane e slovene sono stati coinvolti nella produzione e diffusione di contenuti digitali culturali bilingue. Assieme al Teatro La Fenice e alle scuole di musica slovene è stato attuato un innovativo programma di attività tra cui la produzione di un dolce bio a forma di nota musicale, realizzato da chef pasticceri veneziani e sloveni con ingredienti locali di alta qualità. Il dolce sarà presentato il 23 maggio 2025 al Teatro Verdi di Gorizia, in occasione del grande concerto europeo legato al progetto #Go2025Fenice, che vedrà l’orchestra del Teatro la Fenice di Venezia esibirsi insieme ai bambini delle scuole veneziane e slovene.

Dalla valorizzazione delle eccellenze musicali e gastronomiche si passa a quella del patrimonio naturalistico, pedalando verso il futuro grazie alle ciclovie transfrontaliere della cultura. Il progetto Isonzo-Soča di Gect Go, presentato al Giro d’Italia della Csr da Tomaž Konrad, vicedirettore di Gect Go e da Marko Marinčič, socio Fiab – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, prevede la realizzazione di una rete ciclabile e pedonale fra i comuni di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba, a partire dalla passerella sull’Isonzo presso il centro di kajak a Salcano fino all’ex valico di Via San Gabriele. Nel tratto dell’area verde lungo la Kolodvorska pot, la pista ciclopedonale è costruita in granulato compresso con dettagli fluorescenti, accompagnati da lampade artistiche per l’illuminazione del paesaggio e delle pietre di confine.

Il terzo progetto presentato all’interno del panel ha come oggetto le interconnessioni energetiche transfrontaliere tra Slovenia e Italia. Un nuovo cavo interrato unirà le città italiane di Zaule e Redipuglia con quelle slovene di Dekani e Vrtojba, con l’obiettivo di migliorare la qualità, la sicurezza e l’affidabilità dei sistemi di elettricità interconnessi e di integrare le energie rinnovabili, così da poter garantire accesso all’energia a minor costo e proveniente da produzioni più efficienti. A parlarne sarà Livio Filippo Colasanto, ad di Adria Link, società italiana con sede a Gorizia impegnata in partnership con due società slovene.

Dal sottosuolo arriva anche l’ultima storia raccontata a Gorizia, che riguarda il lato più nascosto e misterioso della città, custodito da una fitta rete di cunicoli, camminamenti, rifugi antiaerei e cripte riportati alla luce dal Gruppo Speleologico Seppenhofer, che dal 1993 è al lavoro per ottenere la completa ricostruzione del percorso dell’antica ‘grappa’, un lungo canale nato come opera di difesa alla base del colle del Castello nel periodo compreso tra il 1300 e il 1500. Il suo percorso parte da via Rastello e si snoda fino a via Rabatta, inglobando edifici religiosi che da sempre intrecciano la propria storia con la crescita dell’agglomerato urbano e rifugi antiaerei dalla classica forma a ferro di cavallo costruiti nel periodo bellico. La storia di questi canali, cunicoli e camminamenti si mescola con la leggenda: a raccontarla sarà Paolo Visintin, ricercatore del Centro Ricerche Carsiche Carlo Seppenhofer, che insieme a Giovanni Macchini ha dedicato mesi a una meticolosa ricerca archivistica esplorando documenti storici e mappe antiche. I segreti del sottosuolo di Gorizia chiuderanno la seconda tappa del Giro d’Italia della Csr: il prossimo appuntamento è a Napoli il 3 aprile 2025. Seguiranno Roma, il 14 aprile 2025, e Torino il 12 maggio 2025.

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