Marco Gasparri: Sfide e Opportunità del Nuovo Codice Appalti
Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici commentato da Marco Gasparri, fondatore e amministratore di Magas, una rinomata società italiana specializzata in consulenza tecnica ed organizzativa nel settore delle gare pubbliche e private
Roma,29/02/2024. Il 1° luglio 2023 è entrato in vigore il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. n. 36/2023), riformando il sistema di affidamento degli appalti in Italia. L'obiettivo principale è quello di accelerare le procedure, semplificare le norme e aumentare la trasparenza, favorendo al contempo la concorrenza e la qualità delle opere. Per Marco Gasparri, fondatore di Magas (società di servizi per gare e pubbliche e private), si evidenziano tre importanti novità del nuovo Codice.
1. La Digitalizzazione
Il Codice degli Appalti del 2023 ha posto una forte enfasi sulla digitalizzazione come strumento chiave per modernizzare il settore degli appalti pubblici. Questo focus sulla digitalizzazione riguarda l'intero ciclo di vita degli appalti, dalla pubblicazione dei bandi alla presentazione delle offerte, fino alla gestione dei contratti, e si propone di affrontare diverse sfide operative e strategiche. “La digitalizzazione dei bandi di gara significa che tutte le informazioni relative a nuove opportunità di appalto sono pubblicate su piattaforme online accessibili - commenta Marco Gasparri. “Questo non solo aumenta la trasparenza, ma consente anche una più ampia diffusione delle informazioni, permettendo a un maggior numero di potenziali fornitori, comprese le PMI, di partecipare alle gare.”
Nonostante i vantaggi, la digitalizzazione completa delle procedure di gara introduce anche nuove sfide, quali la necessità di garantire la sicurezza informatica e la protezione dei dati che è di primaria importanza, data la natura sensibile delle informazioni gestite nel processo di appalto. Inoltre, la digitalizzazione richiede che tutte le parti coinvolte nel processo di gara, comprese le PMI, siano adeguatamente equipaggiate e formate per utilizzare le piattaforme digitali, il che richiede investimenti in tecnologia e formazione.
Continua Gasparri: “Per un'applicazione efficace del Codice 2023 in termini di digitalizzazione, le amministrazioni pubbliche devono quindi non solo implementare le piattaforme digitali, ma anche assicurare che vi sia un supporto adeguato per gli utenti, una robusta infrastruttura IT e politiche chiare per la gestione dei rischi legati alla sicurezza informatica.”
La transizione verso una gestione completamente digitalizzata degli appalti pubblici rappresenta un cambiamento significativo che richiederà tempo, risorse e un impegno condiviso tra tutti gli stakeholder coinvolti.
2. Riforma del subappalto
La riforma del subappalto nel Codice degli Appalti del 2023 rappresenta un aggiustamento significativo che mira a bilanciare la flessibilità operativa per le imprese aggiudicatarie con la necessità di un maggiore controllo e qualità nell'esecuzione degli appalti pubblici.
Secondo le disposizioni del nuovo Codice, il subappalto è permesso fino al 40% dell'importo complessivo del contratto. Questo significa che l'impresa aggiudicataria ha la possibilità di affidare una porzione sostanziale del lavoro a terze parti, consentendo una certa flessibilità nella gestione delle risorse e nella distribuzione delle competenze necessarie per portare a termine il progetto.
In aggiunta, è prevista la possibilità di estendere il subappalto di un ulteriore 10% specificatamente per lavori specialistici. Ciò riconosce la realtà operativa di molti grandi progetti, in cui competenze altamente specializzate sono richieste per aspetti particolari dell'opera, che potrebbero non rientrare nell'ambito di competenza dell'impresa principale. Per Marco Gasparri “questo spazio addizionale per il subappalto mira a garantire che le specifiche competenze possano essere acquisite nel modo più efficace e efficiente. Limitando la percentuale del subappalto, il Codice cerca di assicurare che l'impresa principale mantenga un controllo diretto e una responsabilità significativa sull'esecuzione del contratto, promuovendo la qualità e la responsabilità nell'esecuzione dei lavori.”
Con questa riforma si cerca di prevenire una eccessiva frammentazione del contratto, che potrebbe portare a una diluizione delle responsabilità e a una possibile riduzione della qualità dell'esecuzione.
La possibilità di aumentare la quota di subappalto per lavori specialistici riconosce l'importanza di poter fare affidamento su competenze tecniche specializzate, che non sono sempre presenti all'interno dell'impresa principale, ma che sono fondamentali per la riuscita del progetto.
3. Maggiori poteri alle stazioni appaltanti
Le stazioni appaltanti avranno maggiori poteri nella gestione delle procedure di gara. Queste modifiche sono state apportate con l'intento di rendere più efficiente il processo di gara e di affidamento dei contratti pubblici, attraverso una serie di nuove disposizioni che vanno ad incidere sulla gestione delle procedure di appalto.
“Le stazioni appaltanti possono avere maggiore discrezionalità nella scelta delle procedure di gara più adatte a seconda della natura e delle specificità del contratto da affidare” afferma Marco Gasparri. “Viene data alle stazioni appaltanti - continua - la possibilità di definire criteri di valutazione più dettagliati e specifici che possano meglio rispecchiare le esigenze del contratto in oggetto. Con l'obiettivo di accelerare i processi di affidamento, le stazioni appaltanti possono adottare procedure che riducono i tempi morti e le attese burocratiche, semplificando e velocizzando così l'intero processo di appalto.”
Tuttavia, l'effettivo miglioramento dei processi dipenderà anche dalla capacità delle stazioni appaltanti di gestire in maniera responsabile e trasparente i nuovi poteri conferiti, assicurando che tutte le fasi di appalto siano condotte in conformità con i principi di imparzialità, concorrenza e trasparenza che regolano il settore.
Temi Irrisolti e Criticità
ll Nuovo Codice degli Appalti, mira quindi a migliorare significativamente la regolamentazione degli appalti pubblici in Italia. Tuttavia, come per ogni nuova normativa, esistono temi irrisolti e critiche che emergono da vari stakeholder, tra cui imprese, professionisti del settore e amministrazioni pubbliche. Ma nonostante le novità positive, l'attuazione del Nuovo Codice degli Appalti sta affrontando alcune criticità, principalmente dovute alla complessità della normativa, che cerca di disciplinare un ampio spettro di procedure, e alle sfide interpretative e giurisprudenziali ad esso connesso.
Queste difficoltà si manifestano, inizialmente, nella pratica quotidiana dei funzionari pubblici, i quali si trovano di fronte a concrete problematiche nell'applicare il Codice e l'articolata giurisprudenza, non sempre uniforme, alle esigenze specifiche di approvvigionamento. Anche le piccole e medie imprese, che devono partecipare efficacemente a queste procedure, non solo per il proprio interesse ma soprattutto per quello della Pubblica Amministrazione, risentono di queste complessità. Il Codice si propone di regolare l'acquisizione di un'ampia varietà di beni, servizi e lavori da parte delle amministrazioni pubbliche, attraverso un quadro normativo che mira a garantire trasparenza, equità e efficienza, ma la vasta gamma di merceologie, che spaziano da beni semplici a servizi complessi e grandi progetti infrastrutturali, unitamente alla diversità delle procedure di appalto previste dal Codice, presenta sfide significative per le amministrazioni pubbliche nel contestualizzare e applicare efficacemente la normativa alla realtà operativa - beni di uso quotidiano, servizi di consulenza, forniture tecnologiche avanzate e grandi opere pubbliche richiedono approcci differenziati sia nella definizione delle specifiche tecniche che nella valutazione delle offerte.
La standardizzazione dei processi di appalto, sebbene fondamentale per assicurare legalità e trasparenza, non si adegua sempre perfettamente alle peculiarità di ogni categoria di acquisto. Ciò rende i procedimenti complessi e suscettibili di diverse interpretazioni, influenzando ogni fase, dalla selezione della procedura di appalto alla gestione contrattuale.
Scegliere la Procedura più Appropriata
Seppure il Codice degli Appalti preveda diverse procedure di appalto, ciascuna con regole e requisiti specifici, progettate per adattarsi a vari tipi e dimensioni di contratti, la scelta della procedura più appropriata per un determinato acquisto può essere un compito arduo.
“La valutazione deve tener conto non solo del valore economico dell'appalto, ma anche della sua complessità, dei rischi associati, della necessità di innovazione e di sostenibilità, nonché delle dinamiche di ogni specifico mercato”, sottolinea Marco Gasparri. Questa valutazione richiede competenze tecniche e giuridiche elevate e una profonda comprensione del settore di riferimento. Il Codice cerca di bilanciare la necessità di standardizzazione, per garantire principi di legalità e trasparenza, con la necessità di flessibilità, per adattarsi alle specificità dei vari tipi di acquisto ed, in questo contesto, le interpretazioni giuridiche e le decisioni dei tribunali amministrativi spesso si concentrano su come questo bilanciamento debba essere applicato in casi specifici, contribuendo a formare un corpus di giurisprudenza che, se da un lato fornisce preziosi orientamenti, dall'altro può complicare ulteriormente il quadro normativo per via della sua specificità e della varietà dei precedenti.
Le amministrazioni pubbliche devono navigare in questo contesto complesso, cercando di conformarsi sia alle regole generali del Codice sia alle interpretazioni e ai chiarimenti forniti dalle autorità e dalla giurisprudenza.
Questo esercizio di equilibrio diventa particolarmente complesso quando si devono gestire appalti che coinvolgono merceologie diverse, di dimensione economiche molto diverse, ciascuna con le proprie peculiarità, che possono richiedere un'attenzione particolare alle questioni interpretative e alle incertezze giuridiche emerse in contesti simili. Quindi le amministrazioni pubbliche si trovano a fronteggiare difficoltà oggettive nell'applicazione del Codice, derivanti non solo dalla complessità intrinseca della normativa, ma anche dalla varietà e specificità delle esigenze di approvvigionamento e dalla peculiarità di ogni singola merceologia.
Conclude Marco Gasparri: “La necessità di interpretare correttamente la normativa e di scegliere la procedura più adatta, nel rispetto dei principi di economicità, efficacia ed efficienza, richiede quindi una preparazione specifica ed un livello di specializzazione e di risorse che può essere carente, specialmente in piccole amministrazioni o in settori meno abituati a gestire appalti complessi che non sempre è presente all'interno degli enti pubblici”.
“Questo richiede un impegno costante nell'aggiornamento delle competenze e nella formazione dei funzionari pubblici, nonché una continua attenzione alla giurisprudenza e alle linee guida delle autorità competenti, per navigare con successo in questo ambiente dinamico e complesso.”
Per affrontare queste sfide, è fondamentale che il quadro normativo offra flessibilità e supporto alle amministrazioni pubbliche. Ciò potrebbe includere la fornitura di linee guida settoriali, la formazione specifica per i funzionari coinvolti negli appalti, l'assistenza di esperti esterni per le fasi più complesse e la promozione di strumenti digitali che facilitino la gestione del processo di appalto. Inoltre, una maggiore condivisione di buone pratiche e di esperienze tra amministrazioni può aiutare a superare le difficoltà comuni, promuovendo un'applicazione della normativa che sia al contempo rigorosa e adattata alle specificità di ciascun settore di approvvigionamento. In questo modo, si potrà garantire che il Codice degli Appalti sia uno strumento efficace al servizio dell'interesse pubblico, capace di rispondere in modo flessibile e dinamico alle diverse esigenze.
In questo complicato contesto normativo e giurisprudenziale, la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) agli appalti pubblici è un’altra questione centrale nel contesto della normativa sugli appalti pubblici, e del Codice del 2023. Sebbene vi sia un chiaro intento legislativo di facilitare l'accesso delle PMI a queste opportunità, diverse barriere persistono, influenzate in modo significativo dalla complessità normativa e giurisprudenziale del Codice.
Ulteriori Sfide per le PMI
La complessità del Codice degli Appalti del 2023 e la vasta giurisprudenza associata aggiungono ulteriori sfide per le PMI. La necessità di navigare in un sistema normativo complesso, di comprendere le numerose disposizioni legali e di rimanere aggiornati sulle continue interpretazioni giuridiche richiede risorse significative in termini di tempo e competenze specialistiche. La capacità di interpretare correttamente le disposizioni del Codice e di adeguarsi ai requisiti specifici di una gara richiede una conoscenza approfondita della normativa e delle sue applicazioni pratiche, che può essere difficile da acquisire per le PMI. Inoltre, la necessità di seguire e comprendere le evoluzioni giurisprudenziali, che possono modificare l'interpretazione di aspetti chiave del Codice, impone un ulteriore onere in termini di aggiornamento continuo e consulenza legale. La complessità normativa e giurisprudenziale interagisce, tra l’altro, con le barriere legate alla dimensione delle gare e ai requisiti di qualificazione, amplificando gli ostacoli per le PMI. Questo aspetto è particolarmente gravoso per le PMI, che spesso non dispongono delle stesse capacità amministrative e legali delle loro controparti più grandi.
Per affrontare queste sfide e facilitare l'accesso delle PMI agli appalti pubblici, è possibile considerare diverse soluzioni, come la semplificazione delle procedure di appalto per renderle più accessibili alle PMI, l'introduzione di misure di supporto specifiche, come la formazione e la consulenza. Inoltre, potrebbe essere utile promuovere una maggiore trasparenza e chiarimenti nella normativa e nelle interpretazioni giuridiche, per ridurre l'incertezza e i costi associati alla partecipazione agli appalti. In conclusione, mentre il Codice del 2023 mira a promuovere una partecipazione più ampia e inclusiva agli appalti pubblici, la complessità normativa e giurisprudenziale, insieme alle barriere legate alla dimensione delle gare e ai requisiti di qualificazione, rappresentano sfide significative per le PMI. Affrontare queste sfide richiede un approccio che consideri sia la semplificazione delle procedure che il supporto diretto alle PMI, al fine di garantire un accesso equo e competitivo al mercato degli appalti pubblici.
In definitiva, dal nuovo Codice degli Appalti, emergono dei punti di attenzione che non sono imputabili a carenze normative o a errori sui temi strategici della normativa, come talvolta accaduto in passato, ma si manifestano piuttosto come un'esigenza di supporto: sia la Pubblica Amministrazione, sia le imprese necessitano di essere assistite per poter progettare e partecipare efficacemente alle procedure di appalto. È essenziale fornire alle Pubbliche Amministrazioni, in particolare quelle meno strutturate, e alle PMI, il sostegno necessario attraverso la formazione e l'acquisizione di competenze specifiche, che consentano loro di adempiere ai compiti previsti dal Codice in maniera efficiente e conforme alle attuali richieste del settore.
Magas di Marco Gasparri
Marco Gasparri è il fondatore e amministratore di Magas s.r.l., una rinomata società italiana specializzata in consulenza tecnica ed organizzativa che fornisce un'ampia gamma di servizi nel settore delle gare pubbliche e private. Magas offre soluzioni "chiavi in mano" per la partecipazione ai bandi di gara e la progettazione di offerte tecniche ed economiche, garantendo ai clienti competitività e innovazione. Con una profonda esperienza nel settore degli appalti, Magas s.r.l., sotto la guida di Marco Gasparri, eccelle nella strutturazione degli uffici di ingegneria di progetto, nella consulenza legale, nonché nell'analisi di mercato per esplorare nuove opportunità.
Contatti: https://www.magas.it/
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Due nuovi PENNY a Cologno Monzese e a Domaso
Con i nuovi spazi in provincia di Milano e Como, sono 111 i negozi in Lombardia
Cernusco sul Naviglio, 2 dicembre 2024 | A solo una settimana dall’inaugurazione del punto vendita di Monza, aprono domani, martedì 3 dicembre, due nuovi negozi in Lombardia, precisamente a Cologno Monzese e a Domaso.
Il PENNY di Cologno Monzese (Mi) è situato in Via Mozart, angolo via per Imbersago, ed è il primo negozio della città e si tratta del 37° store in provincia di Milano. Con una superficie di circa 1800 mq, di cui 1100 di vendita, il negozio nasce dalla demolizione di un fabbricato commerciale esistente con conseguente edificazione di un nuovo complesso commerciale. La nuova costruzione ha inoltre comportato il prolungamento del percorso ciclabile su via Mozart e il rimodellamento della preesistente rotonda all’incrocio con via Dante oltre alla creazione di una barriera alberata che si svilupperà lungo via per Imbersago. L’immobile presenta inoltre 215 posti auto tra coperti e scoperti a servizio delle attività presenti nel complesso commerciale. All’interno del punto vendita saranno presenti la macelleria e la gastronomia PENNY, il punto caldo e l’angolo bake-off, nonché la pasticceria fresca, il reparto pesce fresco e il banco convenience.
L’apertura del nuovo negozio PENNY prevede 12 collaboratori ed è aperto al pubblico dal lunedì al sabato: 8:00 - 20:30 e domenica 9:00 - 20:30.
Il primo PENNY di Domaso (CO) si trova in via Case Sparse, 128. Si tratta del 6° punto vendita della provincia di Como e, appunto, il 111° della Lombardia. Il punto vendita prende il posto di un noto supermercato locale che è stato riqualificato in pochissimo garantendo continuità di servizio ai cittadini. Il negozio, con una sala vendita di circa 450 mq oltre ai reparti, a fronte dei complessivi 700 mq di immobile, sarà il punto di riferimento per la spesa quotidiana durante tutto l'anno e offrirà un importante servizio nei mesi estivi ai numerosi turisti che alloggiano nei campeggi e nelle strutture alberghiere del comune e di quelli limitrofi. Il negozio andrà ad offrire un assortimento completo, grazie alla presenza della macelleria e la gastronomia PENNY, del punto caldo e dell’angolo bake off, nonché della pasticceria fresca e del reparto pesce fresco.
L’apertura del nuovo negozio PENNY prevede circa 11 collaboratori e il negozio è aperto al pubblico dal lunedì alla domenica dalle 8:00 alle 20:00.
Il format degli store prevede un’offerta alimentare e di non-food in linea con la qualità e la convenienza del brand, con un assortimento per il 75% di prodotti italiani, con una particolare attenzione ai regionalismi ed alle produzioni locali. PENNY rivolge grande attenzione alla sostenibilità all’interno del suo percorso “VIVIAMO SOSTENIBILE”, garantendo in tutti i suoi nuovi punti vendita le attività di lotta allo spreco alimentare, rispetto per l’ambiente e responsabilità sociale con i partner di valore, parte integrante della storia del brand, con un approccio responsabile e innovativo.
PENNY Italia
PENNY, discount alimentare del gruppo REWE, è uno dei gruppi commerciali leader sul mercato tedesco ed europeo nel settore della Grande Distribuzione Organizzata. In Italia, l'insegna nasce nel 1994 e segna un momento di straordinario cambiamento nel mondo del discount italiano, dando inizio al rinnovo del settore grazie alla nuova formula "assortimento di qualità, marca e prezzi bassi”. A livello nazionale, è presente sul territorio con oltre 460 punti vendita distribuiti nelle principali regioni d’Italia ed è attualmente in forte crescita, con fatturato per metro quadro superiore alla media di categoria. A livello internazionale, è presente con successo anche in Austria, Germania, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania. Obiettivo principale del gruppo è la soddisfazione dei clienti, ai quali garantisce non solo un'ampia scelta di prodotti di qualità a prezzi concorrenziali, ma anche punti vendita accoglienti e confortevoli, per una spesa facile e veloce. Le linee di prodotti a marchio privato PENNY Italia valorizzano il territorio, i regionalismi ed il made-in-italy. L’azienda, con i suoi oltre 5000 dipendenti, di cui donne sono il 62%, porta avanti da anni concrete iniziative di sostenibilità in ambito sociale, nella lotta allo spreco alimentare e nella tutela dell’ambiente. Per ulteriori informazioni: www.penny.it
REWE Group
Nel 1927, 17 cooperative d'acquisto unirono le loro forze e fondarono la "Revisionsverband der Westkaufgenossenschaften" - o in breve REWE - con l'obiettivo di organizzare collettivamente l'acquisto di cibo. Oggi la cooperativa ha una presenza internazionale e gode di successo sia nel settore della vendita al dettaglio che nel turismo. Come cooperativa con una storia che risale a più di 90 anni, comprendiamo la nostra responsabilità ecologica e sociale nei confronti delle generazioni future. Ci impegniamo a salvaguardare un futuro sostenibile. Il gruppo REWE è leader del commercio e del turismo in Germania e in Europa. Impiega oggi oltre 389.000 dipendenti e ha chiuso il 2023 con un fatturato di oltre 92 miliardi di euro, con oltre 16.000 tra punti vendite e agenzie in tutto il mondo. Le sue linee di vendita comprendono anche supermercati e negozi di beni di consumo gestiti dai marchi REWE, REWE CENTER, REWE CITY, BILLA, dai negozi di toom DIY e, naturalmente, del discount PENNY. Per ulteriori informazioni: https://www.rewe-group.com/en/
Marcello Caldarella | Corp. Communications Management | Penny Italia: mcaldarella@penny.it | +39 366 6270344 | +39 02 92724309 Fabio Valli | ADNKRONOS Comunicazione: Fabio.valli@adnkronos.com | + 39 02 76366 45 | +39 344 12819
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Covid: 100 morti in una settimana, allarme per i pazienti...
Treviso, 2 dicembre 2024 - Il 5 maggio 2023, il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato la fine del Covid-19 come emergenza sanitaria globale. Un momento storico, raggiunto grazie all’immunizzazione diffusa, ottenuta grazie ai vaccini, all’infezione naturale e all’evoluzione del virus in una forma più trasmissibile ma meno virulenta. Tuttavia, la transizione verso l’endemia non deve farci abbassare la guardia. L’evento “Prevenzione e cura Covid – Da pandemia ad endemia, ma non abbassiamo la guardia” organizzato oggi a Treviso da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Pfizer, è stata l’occasione per fare il punto della situazione. E a sottolineare la necessità di riaccendere i riflettori sul tema, facilitando la diffusione di una maggiore consapevolezza dei rischi ancora presenti e condividendo idee/soluzioni pratiche che garantiscano un percorso appropriato in particolare per le popolazioni a rischio, sono stati innanzitutto i numeri.
Numeri che parlano chiaro
I dati ufficiali della settimana dal 14 al 20 novembre 2024 mostrano che il virus continua a circolare con forza: 2.561 nuovi casi, 61 decessi (198.398 dall’inizio della pandemia), 217.124 positivi, 28 persone entrate in terapia intensiva. Numeri che rappresentano un chiaro segnale d’allarme, soprattutto per i cittadini più fragili: anziani, immunodepressi e persone con patologie croniche. Per loro, contrarre il virus significa non solo un rischio concreto e diretto per la salute, ma anche la possibilità di compromettere il funzionamento del sistema di cura.
Non solo un problema sanitario
Anche per chi non rientra nelle categorie a rischio, il Covid-19 può avere ripercussioni rilevanti. Le assenze dal lavoro per malattia e le lunghe convalescenze continuano a influire negativamente sulla produttività, un problema significativo per un’economia già messa alla prova.
Prevenzione e terapie: le armi a disposizione
Nonostante i progressi nella prevenzione, molte sfide restano aperte. Le coperture vaccinali per le popolazioni fragili devono essere ulteriormente incentivate, ma c’è anche un altro fronte su cui agire: l’utilizzo degli antivirali. Questi farmaci, che riducono l’ospedalizzazione nell’80% dei casi se somministrati entro i primi cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi, stentano a diventare una prassi consolidata. Le iniziative per facilitarne l’accesso, come la prescrizione diretta dai medici di medicina generale e la distribuzione nelle farmacie territoriali, non hanno ancora portato ai risultati sperati. Serve un cambiamento culturale nella gestione del virus, in modo che queste terapie possano entrare nella routine clinica, salvando vite e riducendo i ricoveri.
Francesco Benazzi, Direttore Generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana, ha voluto sottolineare l’importanza delle strategie di prevenzione. “Nonostante il Covid sia oggi considerato una malattia endemica, i dati più recenti ci ricordano che il virus è ancora una minaccia concreta, soprattutto per le persone più fragili. Ogni settimana, ancora troppe vite vengono perse a causa di una mancata prevenzione o di interventi terapeutici tardivi. La nostra priorità, come sistema sanitario, deve essere quella di rafforzare le strategie di protezione per i pazienti più vulnerabili. In primis, incentivando ulteriormente la vaccinazione: un’arma che si è dimostrata essenziale per ridurre mortalità e complicanze gravi. Parallelamente, dobbiamo favorire l’accesso agli antivirali, garantendo che diventino parte integrante della pratica clinica quotidiana, specialmente per i pazienti vulnerabili. Un approccio coordinato e tempestivo, che coinvolga tutti gli operatori sanitari, dai medici di famiglia agli specialisti, dagli assistenti domiciliari ai farmacisti, è indispensabile per tutelare la salute pubblica e per proteggere chi è più esposto. Collaborazione, responsabilità e sensibilizzazione restano le chiavi per affrontare questa sfida con determinazione e continuare a tutelare la salute della nostra comunità”.
“Resta fondamentale non abbassare la guardia – ha sottolineato Luciano Flor della Direzione Scientifica di Motore Sanità -. Infatti, la caduta di attenzione verso questa infezione continua ad avere un impatto importante sulle condizioni di salute dei cittadini, e in particolare di quelli in condizione di cosiddetta fragilità. ll virus sta continuando e continuerà a circolare, resta quindi fondamentale non sottovalutare le sue ricadute sulle popolazioni di pazienti fragili che metterebbe a rischio salute e la vita nonché l’organizzazione e il funzionamento delle strutture di cura”. “Ma anche nelle popolazioni non in questa condizione le ricadute in termini di produttività, potrebbero rappresentare un danno economico per una economia già di per sé in difficoltà – ha proseguito Flor -. Occorre pertanto continuare a monitorare i trend, essere attenti nel fornire a queste popolazioni le coperture vaccinali disponibili o nel trattare con terapie adeguate attualmente a disposizione dell’intera classe medica”.
Vaccinare il soggetto fragile è una scelta prioritaria
Marco Milani, Medico in Formazione Specialistica del Dipartimento di Scienze Cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell’Università degli Studi di Padova ha portato all’attenzione un dato che fa riflettere sulle azioni da mettere in campo. “Il Covid, c’è e tutt’oggi fa ancora danni e diversi morti fra le persone più compromesse sul piano della salute; in Italia, negli ultimi 30 giorni ha causato un numero di decessi simile al numero di decessi mensile per incidenti stradali. Questo dato evidenzia quanto sia ancora importante il peso di questa patologia. La principale arma che abbiamo per difendere le persone più fragili dal Covid è la vaccinazione, che rappresenta la scelta prioritaria perché va a tutelare proprio i soggetti che sarebbero colpiti in maniera più dura, andando incontro a situazioni complicate quali ospedalizzazioni e decessi”.
La vaccinazione contro il Covid, secondo le indicazioni riportate nella Circolare emessa dal Ministero della Salute, evidenziate dal Dottor Milani nel suo intervento, è raccomandata alle persone over 60, agli operatori sanitari, alla popolazione residente in Rsa e a persone affette da patologie croniche e immunocompromesse. “Sicuramente - ha proseguito il Dottor Milani - le criticità da superare per poter continuare a contrastare il Covid sono diverse (coinvolgimento di popolazione, medici e farmacie, ferite ancora aperte di una propaganda no vax e il ricordo ancora vivo della pandemia) - ma dobbiamo guardare i dati, la realtà e ciò che noi professionisti sanitari possiamo fare per tutelare la salute, la vita delle persone più a rischio, e per risparmiare loro sofferenza. Tante persone ancora muoiono, sono in difficoltà, vengono ospedalizzate e c’è quindi la necessità di aiutarle e tutelarle attraverso la collaborazione di tutti i professionisti sanitari coinvolti (dallo specialista al medico di medicina generale, al farmacista) compreso chi assiste le persone più fragili in presenza di sintomi respiratori (utilizzando meccanismi di protezione come mascherine, guanti, ecc.), e, laddove ci sia una diagnosi di Covid, attraverso una terapia precoce”.
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“M.A.I. Più Soli”: assistenza a 360° verso chi ha bisogno,...
La cooperativa sociale, punto di riferimento nella zona del Pinerolese, si occupa di assistenza domiciliare e assistenza ospedaliera, offrendo un servizio qualificato e continuativo
Pinerolo, 2/12/2024 - Marina, Ada, Irma; tre mamme, che ora non ci sono più, ma che sono le ispiratrici di un progetto nato a Pinerolo per offrire supporto e aiuto professionale nell’assistenza alle persone. Dalle iniziali dei loro nomi è nata la denominazione della cooperativa M.A.I. Più Soli, voluta dalle loro figlie proprio a partire dallo loro esperienze personali. “Ognuna di noi – osserva Alessandra Escarbot, una delle fondatrici della cooperativa – ha dovuto assistere un proprio caro e ci siamo rese conto delle difficoltà, organizzative ma anche emotive e fisiche che questo comporta. Abbiamo sperimentato un rapporto piuttosto “freddo” con chi si doveva occupare delle persone a noi care. Per questo abbiamo voluto creare questo progetto, che possa fornire, tramite operatori qualificati, un servizio di assistenza altamente professionale e continuo e che soprattutto sia attenta alle esigenze di tutta la famiglia”.
Secondo i dati Eurostat, I’Italia è il paese più “vecchio” d’Europa. In questo contesto diventa sempre più centrale l’assistenza agli anziani. Sia domiciliare che ospedaliera. “E’ vero – conferma Alessandra Escarbot – le richieste di assistenza, domiciliare e ospedaliera, sono in aumento e sarebbe auspicabile, secondo noi che le amministrazioni avessero sempre più risorse da investire in questo campo. Nel frattempo l’assistenza privata che possiamo offrire noi può dare un aiuto a gestire situazioni critiche”.
Per chi si rivolge alla cooperativa M.A.I. Più Soli l’assistenza è a 360 gradi, sia che si tratti di quella domiciliare sia in caso di periodi di eventuali ricoveri in strutture ospedaliere o sanitarie. Questo permette di offrire un servizio continuativo, senza interruzioni, sostituendo subito gli operatori in caso di emergenze o momentanei impedimenti . “Vogliamo che chi si affida a noi – continua Alessandra Escarbot – non debba preoccuparsi di incombenze pratiche per assistere i propri cari proprio quando già sta vivendo un momento di fragilità e forte preoccupazione. Anzi vorremmo proprio offrire sollievo ed essere un sostegno per le famiglie. Così come il fatto di essere una cooperativa sociale ci permette di dare maggiori garanzie e tutele anche ai nostri operatori che svolgono un lavoro piuttosto pesante sia dal punto di vista pratico che da quello emotivo”
Per informazioni e approfondimenti si può consultare il sito https://www.maipiusoli21.it/
Contatti: https://www.maipiusoli21.it/