Strage Cutro, sorella vittima: “Mio fratello sognava di raggiungermi in Finlandia”
Il racconto a un anno dalla strage
Zahra Barati guarda con gli occhi tristi la fila di 94 alberi piantati in ricordo delle vittime della strage di Cutro. Nonostante la pioggia battente che la bagna, resta immobile. Uno degli alberi, un corbezzolo, è dedicato al fratello, Sajad, un ragazzo afgano di 23 anni, morto un anno fa nel naufragio di Steccato di Cutro. "Il suo sogno era quello di raggiungermi in Finlandia, per potere studiare e lavorare. E magari costruirsi una famiglia lì", dice Zahra con un filo di voce, mentre tenta di ripararsi dall'acqua che cade copiosa. Ad accompagnarla c'è il marito, anche lui afgano. La coppia vive da due anni in Finlandia. Il marito da prima. La ragazza, che studia finlandese e infermieristica, racconta l'entusiasmo del fratello quando si era avvicinato il momento della traversata dalla Turchia per l'Italia. "Mi ha chiamata quando è arrivato in Turchia per dirmi il giorno e l'ora della sua partenza", racconta all'Adnkronos in un inglese incerto. Si scusa perché non conosce bene la lingua. "Ma sto imparando il finlandese che già è una lingua difficilissima...", aggiunge.
Il giorno prima della strage una persona, una sorta di intermediario tra le famiglie dei migranti in partenza e gli scafisti l'ha avvisata che il fratello sarebbe partito da lì a poco. Ma poche ore dopo, il cognato di Zahra, che fa il giornalista in Afghanistan, ha saputo di una imbarcazione naufragata nei pressi delle coste italiane. Solo dopo due giorni Zahra ha saputo che tra le vittime c'era anche il fratello. Così è partita dalla Finlandia, è arrivata a Crotone dove ha riconosciuto, al Palamilone, la salma del fratello Sajed.
I genitori di Zahra vivono in Iran, con le due sorelle, che sono ancora piccole. "Lì è diventato molto pericoloso vivere", dice. Il suo desiderio sarebbe quello di un ricongiungimento con i familiari in Finlandia. E racconta che un anno fa i parenti delle vittime furono invitati a Palazzo Chigi. "Chiedemmo di poterci ricongiungere con i miei genitori e le mie sorelle, ma dopo un anno non abbiamo saputo più nulla. I miei genitori non possono neppure portare un fiore sulla tomba del loro figlio in Finlandia". Zahra due anni fa è riuscita ad arrivare in Finlandia grazie al ricongiungimento con il marito che vive in Europa da sei anni. Da quando è morto il fratello si affida a una psicologa. "Anche studiare diventa sempre più difficile", dice. "Penso sempre a mio fratello e a quello che ha potuto passare quella notte, prima di morire annegato".
Nelle scorse settimane il tribunale di Crotone ha condannato uno scafista accusato della morte delle vittime del naufragio. Gun Ufuk, turco, è stato condannato a 20 anni di carcere. Anche se lui si è sempre dichiarato innocente. “Se è colpevole allora la condanna è giusta - dice Zahra -Ma io chiedo giustizia per mio fratello anche per i mancati soccorsi. Chissà, magari se fossero stati più veloci oggi poteva essere qui con me". Intanto continua a diluviare a Crotone. Anche il cielo piange per le vittime di Steccato di Cutro. (dall'inviata Elvira Terranova)
Cronaca
Indagine su medici europei e Ai, italiani più scettici in...
Report Univadis Medscape, impatto positivo per radiologia e medicina generale
Sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale (Ai) nella cura diretta dei pazienti, per esempio attraverso chatbot che forniscono consigli, i medici italiani (62%) risultano essere i più scettici di tedeschi (58%) e francesi (56%). Anche in termini di prospettive future per le applicazioni che usano l'Ai, tra i professionisti italiani prevale una posizione più neutrale e attendista (40%) rispetto a quanto emerge tra i i colleghi portoghesi (54%), inglesi (50%) e spagnoli (46%) che, al contrario, si dichiarano entusiasti sul futuro di queste tecnologie. A prescindere dalla percezione attuale, la quasi totalità dei medici intervistati (95%) ritiene importante approfondire le proprie conoscenze sull'Ai e le sue applicazioni in campo medico. Solo 1 medico su 10, infatti, dichiara di sentirsi già molto preparato su questi temi. Sono i risultati di un'indagine condotta su un campione di 5.355 medici in 6 Paesi europei (Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Uk), analizzando la percezione della classe medica rispetto all'uso dell'intelligenza artificiale, realizzata da Univadis Medscape, il portale di informazione per i professionisti della salute con notizie, strumenti, aggiornamenti e formazione per la classe medica presente in numerosi Paesi.
Tra gli ambiti in cui l'intelligenza artificiale ha già dimostrato di poter avere un impatto positivo nella pratica clinica - si legge in una nota - la radiologia è al primo posto secondo la maggioranza degli intervistati, seguita dalla medicina generale per inglesi, portoghesi e spagnoli. Gli italiani si dichiarano invece molto favorevoli all'adozione dell'Ai in ambito amministrativo e di archiviazione dei documenti (77%) e risultano essere anche i più ottimisti rispetto alla possibilità di ridurre i casi di malasanità (64%) e di errori medici (63%) attraverso l'uso dell’Ai, seguiti dai medici spagnoli (61%) e portoghesi (57%). Al contrario, i medici del Regno Unito ritengono che l'uso di queste nuove tecnologie potrà aumentare la malpractice (40%) e il rischio di errore medico (31%). Sembra invece raccogliere un consenso trasversale in tutti i Paesi l'aspetto regolatorio: il 93% dei medici intervistati in Spagna, il 91% in Portogallo, l'88% in Germania e Italia e l'82% in Francia concordano sulla necessità di definire una normativa specifica che regoli l'uso dell'Ai in ambito sanitario.
Le applicazioni dell'intelligenza artificiale in campo medico sono sempre più numerose e oggetto di studi volti a comprenderne benefici, rischi e potenzialità nei diversi ambiti di utilizzo. Se gli studi sono importanti per confermarne sicurezza e affidabilità, un ruolo fondamentale nel processo di implementazione dell'Ai nella pratica clinica lo gioca il medico, con il suo grado di fiducia e accettazione di queste nuove tecnologie. Il confronto tra le indagini condotte da Univadis Medscape nei diversi Paesi europei evidenzia quindi un crescente interesse generale nei confronti dell'intelligenza artificiale in questo settore, mettendo tuttavia in luce percezioni differenti rispetto alle specifiche applicazioni di queste tecnologie nella pratica clinica.
Cronaca
Morta dopo rinoplastica, la posizione dei medici indagati...
Domani l'autopsia, da pm verifiche su sicurezza struttura e gestione emergenza
Potrebbe aggravarsi la posizione dei due medici indagati nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma per omicidio colposo in relazione alla morte della 22enne, Margaret Spada, originaria del siracusano, deceduta durante un intervento di rinoplastica in un ambulatorio di un centro medico della Capitale.
Il pm titolare del fascicolo Erminio Amelio affidando l'incarico per l'autopsia, che si svolgerà domani all'istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata, ha chiesto di appurare se i sanitari durante l'intervento di rinoplastica parziale si siano attenuti alle procedure e se abbiano seguito le linee guida o, in assenza di queste, se sono previste buone pratiche. E con l'ausilio dei carabinieri del Nas la procura ha chiesto inoltre di accertare se la struttura era sicura e attrezzata per l’intervento e per gestire l’emergenza. Nella struttura non sarebbe stato trovato alcun documento, cartella clinica, consenso informato né registrazione, relativi all’intervento.
Intanto è agli atti un video di pochi secondi, girato nel centro medico, dal fidanzato che ha ripreso dalla porta il momento in cui i medici tentavano di rianimare la ragazza. L'intervento, di rinoplastica parziale, sarebbe costato poco meno di 3mila euro ed era stato prenotato in estate. Secondo il racconto del ragazzo sentito dagli investigatori la giovane poco prima dell’intervento aveva mangiato mezzo panino e bevuto una bevanda analcolica.
Cronaca
Migranti, diminuiscono gli ingressi in Italia: -11,6% i...
Lo rileva l'Ocse. Ma rispetto al 2019 sono il 24,6% in più. Sale il tasso degli occupati e dei richiedenti asilo
Meno migranti in Italia con una quota di quelli permanenti in calo nel 2023 dell’11,6% ma un aumento delle richieste di asilo. Sono alcuni dei dati che emergono dal nuovo rapporto International Migration Outlook 2024 che segna un incremento generale ma evidenzia come l’Italia sia nel terzo di Paesi Ocse in cui i flussi sono in diminuzione.
In crescita gli immigrati imprenditori
Rispetto al 2019, tuttavia, rileva l'Ocse, l’aumento dei migranti è del 24,6%. E la percentuale di immigrati imprenditori schizza dal 6% a oltre il 10% nel confronto tra 2006 e 2022.
Richieste d'asilo +70%
L'Italia ha registrato un aumento di quasi il 70% delle richieste di asilo nel 2023 rispetto al 2022, diventando la quarta destinazione principale tra i Paesi europei dell'Ocse e la settima complessivamente in ambito Ocse.
Le 130.000 nuove domande di asilo registrate nel 2023 superano il precedente record italiano del 2017 (126.000). La maggior parte dei richiedenti asilo in Italia nel 2023 proveniva dal Bangladesh (23 000, +59%), dall'Egitto (18 000, +106%) o dal Pakistan (16 000, +47%).
Tasso di occupazione tra i migranti sale al 71,8%
I livelli di occupazione della popolazione immigrata nei Paesi Ocse hanno raggiunto livelli record: 71,8% nel 2023. Si conferma la tendenza al rialzo post-pandemia, evidenzia il nuovo rapporto International Migration Outlook 2024 dell’Ocse. Anche il tasso di disoccupazione scenda al minimo, al 7,3%.
I 10 Paesi Ocse (tra cui Canada, Regno Unito e Stati Uniti) e i Ventisette Paesi dell’Ue nel loro complesso “hanno registrato i più alti tassi di occupazione degli immigrati mai registrati”, si legge nel rapporto.
Tuttavia, la misura in cui i rifugiati ucraini sono stati in grado di integrarsi nei mercati del lavoro locali “è variata notevolmente da un Paese all'altro”. In alcuni Paesi dell'Europa centrale e orientale (Polonia, Lituania ed Estonia), i rifugiati hanno ottenuto risultati particolarmente positivi, con tassi di occupazione superiori al 50% alla fine del 2023. Al contrario, in Paesi come la Germania, l'Austria e il Belgio, meno di uno su quattro è stato assunto.
In Italia straniero un senzatetto su 3
In Italia il 38% delle persone senza dimora nel 2023 non aveva la cittadinanza italiana, rileva il rapporto che registra una “tendenza significativa” alla privatizzazione delle strutture di accoglienza: tra il 2012 e il 2021, infatti, il numero di strutture di accoglienza residenziale in Italia è aumentato del 67,5%, passando da 1.497 a 2.506 unità.
2.035 unità private forniscono 33.246 posti letto, che rappresentano il 76% dei posti letto totali disponibili nel sistema di accoglienza italiano, si legge nel rapporto. La percentuale di sfollati ospitati in strutture private temporanee è aumentata: in Italia oscilla tra l'85 e il 90%.