Selvaggia Lucarelli non lascia X perché vale troppo, i numeri della blogger
Sceglie in questa fase di privilegiare Instagram, ambiente più protetto
Ci sono almeno 1.227.425 motivi per non lasciare X. Il numero di follower di Selvaggia Lucarelli aiuta a inquadrare qual è il potenziale del social network per la blogger che, come tutti gli opinion leader che si muovono in rete con le logiche degli influencer, ha bisogno di massa critica per far pesare il valore di quello che dice e che scrive. Dopo un lungo post in cui spiega le sue ragioni, annunciando di "trasferirsi per un po' solo su Instagram", aggiunge un commento che serve a chiarire come il passo sia solo temporaneo: "Non ho scritto che lascio Twitter, ma giornali e tv stanno dicendo che lascio Twitter. Poi dice che il giornalismo non ha un problema. Io sono sempre più allibita". Raggiunta al telefono dall'Adnkronos, la blogger non va oltre: “Quello che dovevo dire l’ho scritto, preferisco non commentare ulteriormente”.
E' sopra la soglia da utente vip di un milione di follower
I problemi del giornalismo ci sono, sono evidenti nel caso della ristoratrice di Lodi, e si possono anche argomentare senza particolare reticenza. Ma la polemica nata sul rimpallo di responsabilità tra gogna social e gogna mediatica ha poco a che vedere con le scelte che Lucarelli fa, legittimamente, pensando al suo tornaconto, professionale ed economico. Non avrebbe senso lasciare X perché X vale molto, con quella massa di follower. E' una platea alla quale una persona che fa il mestiere di Selvaggia Lucarelli non può rinunciare. Se infatti X non è una piattaforma su cui è facile quantificare il valore di un singolo post neanche per chi fa l'influencer e promuove prodotti, è evidente che per una opinionista è ancora un territorio irrinunciabile da presidiare. Un milione di follower è peraltro la soglia individuata da Musk anche negli Stati Uniti per consentire di conservare la spunta blu, presente sul profilo di Lucarelli, anche senza pagare l'abbonamento.
Perché ora è preferibile Instagram
Più banalmente, in questo momento di evidente difficoltà per l'esposizione dovuta al caso della morte di Giovanna Pedretti, con la bagarre social che si è innescata e la Procura che indaga per istigazione al suicidio dopo la recensione falsa 'smascherata' in coppia con il fidanzato Lorenzo Biagiarelli, altro blogger influencer, è più consigliabile muoversi in un contesto più protetto come quello di Instagram, dove Lucarelli può contare su altri 1,3 milioni di follower, rispetto a un'arena più aperta e difficilmente controllabile come X. Una delle differenze principali tra i due social, facendo riferimento alle ragioni che possono spingere un profilo come quello di Lucarelli a privilegiare Instagram in una fase come questa, è la gestione delle interazioni, della moderazione dei commenti e dei repost. Più agevole nel primo caso, praticamente senza possibilità di argine quando i contenuti diventano virali su X. Basti pensare a come si può moltiplicare l'effetto di un repost con citazione sul social di Elon Musk, che consente di commentare ogni riproduzione del contenuto originale.
Tutti i numeri di Selvaggia Lucarelli sui social
Un indicatore ritenuto affidabile per contestualizzare la forza sui social di Selvaggia Lucarelli è la classifica dei giornalisti più social del mese di novembre, elaborata per Primaonline da Sensemakers. La blogger figura in quinta posizione, dietro Fabrizio Biasin, Lorenzo Tosa, Gianluca Di Marzio e Nicola Porro, con 566mila interazioni e 815mila video views. Sono entrambi dati in calo (-17% e -60%) e non è presente nella lista dei dieci post più performanti del mese. Alcune domande, considerando questo tipo di classifica, vengono spontanee: quanto incidono nelle scelte di contenuto che fanno i giornalisti-influencer? E, nel caso di Lucarelli, possono aver avuto un peso nella corsa ossessiva alla ricerca di verità, più o meno rilevanti, da svelare ai propri follower? (Di Fabio Insenga)
Cronaca
Sicurezza, Gsa: “Sciopero Filt-Cgil flop clamoroso,...
"Gsa Gruppo Servizi Associati, leader in Italia e primario operatore in Europa nel campo della sicurezza e prevenzione antincendio, dopo lo sciopero organizzato per lunedì 7 ottobre dalle 19 alle 21, conferma che l’astensione dal lavoro indetta dalla Filt Cgil è del tutto pretestuosa, anche tenendo in considerazione la natura del lavoro svolto da Gsa che è di pubblica utilità, a tutela della sicurezza delle infrastrutture e a garanzia della salute degli utenti e degli stessi lavoratori. Un’astensione, insomma, volta più a (tentare di) assicurare a sé stessa una posizione privilegiata nelle relazioni sindacali con l’Azienda, che a farsi portavoce delle esigenze dei lavoratori. Prova ne è che la stessa FILT insiste nel proclamare astensioni dal lavoro senza preoccuparsi di assicurare alcuna continuità ai servizi essenziali erogati dalla Società, e senza di fatto curarsi delle conseguenze che si ripercuotono, in ultima analisi, sulla sicurezza delle infrastrutture, sulla salute degli utenti e degli stessi lavoratori che si arroga il diritto di rappresentare in toto". Così la stessa Gsa in un comunicato.
"Il contratto collettivo applicato da Gsa, 'Sorveglianza antincendio' infatti, disciplina l’esercizio del diritto di sciopero nelle forme dello 'sciopero virtuale', alla pari di quanto accade per i Vigili del Fuoco e molte altre categorie analoghe, e ciò proprio al fine di bilanciare l’esigenza di dare continuità alla prevenzione e soccorso antincendio, servizio pubblico essenziale, con il diritto di sciopero. È anche, e anzi, soprattutto per questo - prosegue la nota Gsa - che Filt Cgil vorrebbe abbattere il Ccnl Anisa-Confindustria 'Sorveglianza antincendio', ricercando d’imperio l’applicazione di un proprio, minoritario, Contratto Collettivo, dedicato agli operatori antincendio portuali. Il lavoro svolto dagli operatori antincendio di GSA ha invece carattere di servizio di pubblica utilità ed è volto a garantire la salute e la sicurezza degli utenti e dei lavoratori, assolvendo all’obbligo di legge che tutti i presidi siano sempre gestiti e monitorati in continuità rispetto a specifiche vigenze normative. Per questo motivo gli scioperi proclamati il 7 ottobre da Filt CGIL, come quello del 16 settembre, che ha registrato la partecipazione di appena qualche lavoratore, in numero complessivo inferiore a 10 su 2.500 potenzialmente interessati, sono da considerarsi disallineati rispetto alla vigente normativa ed espongono i lavoratori stessi a possibili conseguenze sul piano disciplinare oltre a porre a rischio la continuità di servizi strategici per la collettività, ossia non solo Strade e Autostrade, ma anche Ospedali, Elisuperfici del 118, Stazioni Ferroviarie, luoghi di pubblico spettacolo, ecc".
"Irricevibili quindi - per Gsa - le richieste della Filt Cgil, sigla quest’ultima che dovrebbe tra l’altro svolgere la propria attività esclusivamente a supporto dei lavoratori che prestano servizio nel settore dei trasporti e che per l’appunto, come detto, è firmataria di un Ccnl che regolamenta le attività di Guardie ai Fuochi portuali di poche centinaia di lavoratori impiegati esclusivamente nei porti e dipendenti da operatori che svolgono il servizio a tariffe spesso elevatissime, imposte dalle locali capitanerie, sovente in regime di assoluto monopolio. Il mercato pubblico dei servizi antincendio è invece rigidamente ancorato alle regole dal Codice degli Appalti, improntate sulla massima concorrenza tra numerose imprese italiane ed europee. L’attività della Filt Cgil è inoltre volta a indirizzare la vertenza con modalità a dir poco incomprensibili, puntando l’indice e proclamando scioperi, ma esclusivamente nei confronti di GSA. E ignorando totalmente le altre aziende del settore che applicano però il medesimo CCNL. Addirittura su lotti diversi degli stessi appalti in corso. Una vicenda che va avanti con le stesse scomposte modalità da più di tre anni: insomma un attacco frontale ad una sola azienda, completamente fuori dalle regole della contrattazione e delle corrette relazioni industriali".
"Anche la Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali - prosegue la nota di Gsa - nella nota prot. 0012674 del 04/10/2024 ha stigmatizzato la condotta di Filt Cgil con riferimento alle necessità di assicurare, nel corso della stessa, l’impiego di un numero elevato di risorse che garantiscano la massima continuità al servizio fornito. La Commissione stessa ha infatti affermato, con riferimento non solo al Settore Strade e Autostrade caratterizzate da una specifica regolamentazione definita dalla Ansfisa (l’Agenzia per la Sicurezza del Ministero delle Infrastrutture) e dalla Commissione Permanente Gallerie, 'la necessità di garantire, anche per i settori del trasporto ferroviario e del servizio sanitario nazionale, elevate soglie di servizi minimi dirette a cautelare i rischi a carico della sicurezza degli utenti dei servizi finali rispetto ai quali le attività di sorveglianza antincendio sono concretamente strumentali'. Tutto ciò, ad oggi, viene svolto dalla sola Gsa - si legge - perché la verità è che Filt Cgil, sempre pronta a proclamare scioperi, si rivela assai meno reattiva e poco incline al dialogo quando si tratta di sedersi al tavolo per istituire dei Presidi che, durante le molteplici astensioni collettive, sappiano garantire l’integrale continuità del servizio a beneficio della sicurezza e dell’incolumità di tutti, anche degli stessi lavoratori che Filt vorrebbe rappresentare".
"Nella precedente nota prot. 12188 del 26/09/2024 la medesima Commissione ha altresì ribadito che 'l’impresa interessata dall’astensione collettiva esercita l’attività strumentale ad una pluralità di servizi pubblici essenziali o meglio, concorre all’erogazione, in sicurezza, di una pluralità di servizi pubblici essenziali finali, quali la circolazione autostradale, il trasporto ferroviario ed il servizio sanitario'. Ciò a dire, ribadisce l’Amministratore Delegato Antonio Musacchio, 'la sicurezza non ammette sconti e non ha quindi senso parlare di contingenti minimi quando è in gioco la vita delle persone: tali contingenti minimi sono infatti dettati da precise norme e non sono comprimibili a danno della sicurezza e salute del cittadino'. A ciò si aggiunga, prosegue Musacchio, che 'il sindacato Filt Cgil che ha proclamato lo sciopero del 7 ottobre e dello scorso 16 settembre non è il sindacato di riferimento, perché non è firmatario del Ccnl Sorveglianza Antincendio Anisa Confindustria, vale a dire il Contratto maggiormente rappresentativo del settore'".
Secondo Gsa, "la Filt Cgil sta operando, quindi, al di fuori delle normali regole della rappresentatività, pretendendo di intervenire al di fuori delle regole in ambito di una contrattazione collettiva non sottoscritta dalla stessa. Il Ccnl 'Sorveglianza Antincendio', infatti, viene applicato a migliaia di lavoratori e da tutte le aziende appartenenti al settore in cui opera Gsa, racchiudendo in sé caratteristiche contrattuali specifiche, specialistiche ed afferenti le attività effettivamente svolte dalle imprese esecutrici appalti in sede civile e terrestre specialmente come, ad esempio, in ospedali, infrastrutture di trasporto, enti fieristici, oil and gas, grande distribuzione organizzata e in genere nelle attività ad alto rischio, porti inclusi. Ed ancora tutta la copiosa giurisprudenza amministrativa degli ultimi 15 anni conclama che il Ccnl 'Sorveglianza Antincendio' è il cd contratto di punta del settore ed il maggiormente rappresentativo. In ottica di tutela per i propri lavoratori, la Società informa che Anisa sta comunque già negoziando con il sindacato firmatario il rinnovo del contratto collettivo 'Sorveglianza antincendio' Anisa Confindustria, in scadenza nel 2025 che riserverà senz’altro miglioramenti. Gsa ribadisce quindi che, nell’ambito della suddetta trattativa condotta in seno alla propria associazione di categoria aderente a Confindustria, farà il massimo sforzo possibile per venire incontro alle esigenze dei lavoratori, confidando - conclude la nota - che questa soluzione possa trovare, al più presto, il più ampio consenso di tutte le parti sociali, con coscienza del mercato e delle regole dello stesso".
Cronaca
Crotone, indagato per tentato omicidio figlio 18enne del...
Il giovane ripreso in un video mentre raccoglie la pistola dell'agente pestato da terra e tenta di sparare
È stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di tentato omicidio e lesioni personali Domenico Chimirri, il figlio diciottenne di Francesco Chimirri, il pizzaiolo tiktoker rimasto ucciso nel corso di una sparatoria con un agente della polizia di Stato, Giuseppe Sortino, nel pomeriggio di lunedì, nel quartiere popolare di Lampanaro.
Sortino è indagato per omicidio ed è ricoverato nell'ospedale 'Pugliese' di Catanzaro a seguito delle gravi ferite riportate. In queste ore la Procura di Crotone sta notificando gli avvisi di garanzia anche ad altri soggetti che avrebbero partecipato al pestaggio del poliziotto, mentre una persona è stata denunciata per favoreggiamento.
Al vaglio degli inquirenti il video, diffuso sui social, in cui si nota il figlio di Chimirri nel tentativo di raccogliere da terra la pistola d'ordinanza di Sortino e di sparare al suo indirizzo, ma l'arma a quel punto si sarebbe inceppata. Poste sotto sequestro le auto coinvolte nel sinistro che ha preceduto la sparatoria. Le indagini sono coordinate dal pm della Procura di Crotone, Alessandro Rho.
Cronaca
Roma, dopo tesi laurea carabiniere insegue e ferma...
Dopo aver appena superato la tesi di laurea con il voto di 110 sventa una rapina a danno di un turista in pieno centro nella Capitale. Protagonista un carabiniere in servizio alla compagnia Roma Centro che ieri mattina, dopo aver discusso la tesi in Scienze giuridiche in un auditorium al quartiere Salario, per festeggiare si stava dirigendo nel quartiere Monti per prendere un aperitivo con i familiari e due colleghi. Sulle scalinate però i carabinieri, liberi dal servizio, hanno notato due persone che dopo aver distratto un turista, gli hanno rubato la borsa fuggendo subito a piedi. Il carabiniere, con ancora in testa la corona d’alloro per la laurea, li ha inseguiti insieme ai suoi colleghi, riuscendo a bloccare il rapinatore che aveva la valigia, al cui interno c’erano fra l’altro 5mila dollari in contanti, documenti ed effetti personali del turista. Il rapinatore fermato ha tentato di divincolarsi e nei momenti concitati un carabiniere è scivolato riportando lesioni per 10 giorni di prognosi.
Oggi il rapinatore, 29enne marocchino senza permesso di soggiorno, è comparso in aula a piazzale Clodio e al termine della direttissima il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto il divieto di dimora nella Capitale con nulla osta per l’espulsione. ‘’Per me è una soddisfazione e un orgoglio avere collaboratori giovani che anche fuori dal servizio antepongono le necessità dei cittadini ai propri interessi personali’’ commenta all’Adnkronos il comandante della Compagnia Roma Centro, maggiore Roberto Martina.