Tutti i simboli del green
Nel primo quadrimestre del 2022 tra le tendenze di ricerca degli italiani su Google in tema green troviamo la sostenibilità e il riciclo.
Questo testimonia l’importanza della tematica nella vita di tutti i giorni e la necessità di essere ben informati sull’argomento.
Non è sempre facile individuare un prodotto davvero in linea con le tematiche green, spesso è difficile conoscerne anche la composizione. Ecco perché Acea Energia, azienda leader in Italia di energia elettrica e gas, ha realizzato l’infografica “Tutti i simboli del Green” che guida il consumatore verso un vero acquisto sostenibile.
Nell’infografica è facilmente intuibile la distinzione tra codici e simboli del riciclo secondo il tipo di prodotto, il packaging e i materiali che lo compongono. Con uno sguardo attento alle etichette e ai simboli, è possibile riciclare correttamente i vari materiali durante la raccolta differenziata.
Inoltre, è importante saper riconoscere i processi sostenibili nel ciclo di produzione, nonché la distribuzione di un prodotto e servizio. A tal proposito è stata creata una lista che raggruppa tutti gli attestati, i simboli e le certificazioni che riguardano il settore alimentare, l’abbigliamento, l’e-mobilitye l’ambito energetico.
Le tematiche green hanno invaso anche i social network. Igreen influencer divulgano e sensibilizzano sul tema, aumentando le interazioni di circa il 200%. I social network preferiti dai green influencer sono Instagram, Facebook, TikTok e YouTube e interessano per lo più i Millennial e la Generazione Z.
Grazie ad una corretta conoscenza di tutti i simboli del green è possibile sviluppare una coscienza ecologica e delle abitudini di acquisto consapevoli in linea con il rispetto dell’ambiente.

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Sostenibilità
Rivoluzione verde nell’industria: plastiche riciclate alla base della produzione...

L’impiego di materiali plastici di recupero sta ridefinendo i processi produttivi nell’industria pesante, leggera e nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Questo cambiamento non rappresenta solo una risposta all’emergenza ambientale, ma anche un modello economico innovativo, capace di coniugare efficienza, risparmio e responsabilità.
Analizziamo dati, casi concreti e prospettive di un fenomeno in rapida espansione.
Plastiche rigenerate: un tesoro nascosto nei rifiuti
Ogni anno, l’Europa genera oltre 29 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui meno del 30% viene riciclato. Eppure, il potenziale di questi materiali è enorme: le plastiche post-consumo, se trattate con tecnologie avanzate, mantengono prestazioni paragonabili a quelle vergini, a costi inferiori e con un impatto ambientale drasticamente ridotto.
Uno studio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente evidenzia come il riutilizzo di 1 tonnellata di plastica riciclata riduca le emissioni di CO₂ fino al 70% rispetto alla produzione di materia prima nuova. Numeri che spiegano perché settori come l’automotive, l’edilizia e il packaging stiano investendo massicciamente in filiere di recupero.
Industria pesante: prestazioni elevate senza compromessi
Nel comparto manifatturiero e metalmeccanico, l’uso di plastiche rigenerate sta diventando strategico. Un esempio emblematico arriva dall’automotive: BMW integra il 50% di materiali riciclati nei componenti interni delle sue vetture elettriche, riducendo del 40% l’impronta carbonica per ogni veicolo.
Ma non è solo una questione di sostenibilità. Le plastiche di recupero, come il polipropilene (PP) e il polietilene ad alta densità (HDPE), offrono resistenza chimica, leggerezza e durabilità. Caratteristiche essenziali per produrre, ad esempio, contenitori in plastica industriali utilizzati nel trasporto di materiali pesanti o nel settore logistico. Sono sempre di più infatti le azione che si impegnano nello sviluppo di linee di prodotti interamente realizzati con granulati rigenerati, dimostrando come performance e circolarità possano coesistere.
Industria leggera e GDO: innovazione a portata di consumatore
Se l’industria pesante punta su resistenza e durata, il settore leggero e la GDO sfruttano le plastiche riciclate per rispondere a una domanda di sostenibilità sempre più consapevole. Nel 2023, il 68% dei consumatori europei ha dichiarato di preferire brand che utilizzano packaging eco-friendly.
La risposta delle aziende è tangibile: Coca-Cola ha lanciato bottiglie in PET 100% riciclato per diverse linee di prodotto, mentre Nestlé ha convertito il 90% degli imballaggi secondari in materiali rigenerati. Non si tratta solo di gesti simbolici: l’adozione di plastiche recuperate permette alle imprese di ridurre i costi di produzione del 20-30%, secondo un’analisi del World Economic Forum.
Economia circolare: vantaggi oltre l’ambiente
Il riutilizzo delle plastiche non è un semplice esercizio di greenwashing, ma un driver economico concreto. La Commissione Europea stima che l’economia circolare legata ai polimeri potrebbe generare 300.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030 nell’UE.
Un caso studio rilevante è quello dell’Italia, dove il consorzio Corepla ha riciclato 1,2 milioni di tonnellate di imballaggi plastici nel 2022, trasformandoli in materia prima seconda per oltre 3.000 aziende. Il risultato? Un risparmio di 900 milioni di euro su importazioni di petrolio e un taglio di 3,5 milioni di tonnellate di CO₂.
Criticità e soluzioni: la sfida della qualità
Non mancano le sfide. La variabilità nella qualità delle plastiche post-consumo può limitarne l’applicazione in contesti ad alta intensità tecnologica. Tuttavia, le innovazioni nel sorting automatizzato (come i sistemi a infrarossi) e nei trattamenti di purificazione stanno superando questi limiti.
Un rapporto dell’MIT sottolinea come l’adozione di standard di riciclo più severi, combinata a incentivi fiscali per le aziende virtuose, possa incrementare del 50% l’utilizzo di materiali rigenerati entro il 2025.
Il futuro è già qui: tendenze e prospettive
La transizione verso un’industria plastic-free è impossibile, ma quella verso un’industria plastic-smart è già in atto. Settori come l’elettronica stanno testando bioplastiche derivate da scarti agricoli, mentre la GDO sperimenta sistemi di vuoto a rendere per imballaggi riutilizzabili.
L’obiettivo finale? Creare un ecosistema in cui ogni oggetto in plastica sia progettato per avere infinite vite. Come dimostra il successo di iniziative come la Ellen MacArthur Foundation, la collaborazione tra governi, imprese e cittadini è la chiave per scalare modelli circolari.
Conclusioni: sostenibilità come leva competitiva
L’integrazione di plastiche riciclate nei processi industriali non è più un’opzione, ma una necessità strategica. Riduzione dei costi, compliance normativa, fidelizzazione dei clienti e resilienza alle crisi delle materie prime sono vantaggi tangibili, oltre agli impatti ambientali.
Per approfondire le tecnologie alla base dei materiali rigenerati, consultare risorse autorevoli come il Portale della Commissione Europea sull’Economia Circolare o studi accademici disponibili su ScienceDirect.
La rivoluzione verde dell’industria passa da qui: trasformare scarti in risorse, senza rinunciare a efficienza e competitività. Un obiettivo raggiungibile, a patto di investire in innovazione e cooperazione.
Sostenibilità
Myplant & Garden 2025: numeri record, nuove prospettive internazionali e sfide per il...

Si è conclusa l’edizione 2025 di Myplant & Garden, un appuntamento che si conferma punto di riferimento globale per l’orto-florovivaismo, il paesaggio e l’intero comparto del verde, sia progettato sia costruito. La manifestazione ha ribadito la propria rilevanza grazie a risultati senza precedenti, allargando ulteriormente la portata internazionale e approfondendo le nuove tendenze settoriali, tra esigenze di mercato e nuovi scenari di sviluppo.
Un evento in crescita costante
Alla nona edizione appena terminata, Myplant & Garden 2025 ha superato le aspettative con 810 marchi espositori, 55.000 metri quadrati di superficie fieristica e un’affluenza di quasi 27.000 visitatori, in incremento rispetto all’edizione precedente (che si era fermata intorno a 25.000). Questo traguardo è stato possibile anche grazie al coinvolgimento di operatori provenienti da ogni continente, in particolare Europa e Medio Oriente, consolidando il ruolo dell’evento come piattaforma di business e di networking per le filiere produttive e commerciali del settore.
“I numeri, i commenti e l’atmosfera nei padiglioni evidenziano la vitalità di questa edizione e la solidità del comparto”, ha dichiarato l’exhibition manager di Myplant, Valeria Randazzo, sottolineando la riuscita della kermesse e il ruolo di propulsore economico, culturale e istituzionale che la fiera riveste a livello globale.
Focus su internazionalizzazione e Myplant Middle East
L’edizione 2025 non si è limitata a offrire uno sguardo d’insieme sulle tendenze del mercato interno. Importanti segnali di apertura e rafforzamento sul piano internazionale sono emersi dalla presenza dei buyer provenienti da 45 Paesi e 5 continenti, sostenuti da delegazioni ufficiali che hanno portato competenze, richieste e prospettive nuove.
Particolarmente significativa è stata la partecipazione di ospiti e delegazioni dal Medio Oriente, comprese quelle da Emirati Arabi, Qatar, Arabia Saudita e Kuwait, in vista di Myplant & Garden Middle East, manifestazione prevista presso il Dubai Exhibition Centre dal 15 al 17 novembre 2025. L’appuntamento, organizzato insieme a IEG Middle East e fortemente voluto dal Consorzio Myplant, si presenterà come la prima iniziativa fieristica italiana nel campo del verde ornamentale a Dubai, nonché l’unico evento interamente dedicato alle filiere del verde per l’area mediorientale.
Il Buyer Program, che ha incluso 200 delegazioni internazionali, ha permesso di attivare numerosi incontri commerciali, aprendo opportunità di collaborazione in settori che spaziano dalla produzione di fiori e piante fino alla progettazione e realizzazione di spazi verdi, dal garden design fino alla distribuzione e vendita specializzata. Inoltre, hanno destato interesse le presenze di buyer da Asia (con la Cina in testa), America, Oceania e Africa, a testimonianza di una piattaforma in grado di connettere diversi mercati e favorire scambi commerciali su vasta scala.
Principali aree tematiche e settori espositivi
A conferma della vocazione sistemica della rassegna, Myplant & Garden 2025 ha articolato l’offerta espositiva in 9 macro-settori: vasi, vivai, tecnica, servizi, macchinari, fiori, decorazione, sport & landscape, arredo giardino. I 55.000 mq espositivi, in crescita di 5.000 mq rispetto alla precedente edizione, hanno ospitato proposte e soluzioni tecnologiche di ultima generazione, nonché dimostrazioni pratiche quali show cooking di barbecue, workshop di tree climbing e prove tecniche da parte dei boscaioli.
La provenienza degli espositori si è rivelata molto diversificata, con un vertice raggiunto dalle regioni italiane Lombardia, Veneto e Toscana, ma anche con un’importante presenza dell’Olanda, confermando l’inclinazione dell’evento verso i poli produttivi internazionali più qualificati.
Dinamiche di mercato: dati e tendenze
Durante i giorni di fiera è stato presentato in anteprima il primo Rapporto nazionale sul settore florovivaistico, promosso da Coldiretti, Assofloro e Myplant, in collaborazione con il Centro Studi Divulga e l’Istituto Ixé. Il documento ha fornito uno spaccato dettagliato delle performance economiche del Made in Italy, registrando nel 2024 un valore della produzione di 3,3 miliardi di euro, pari a +3,5% rispetto all’anno precedente e a +30,8% nell’ultimo decennio.
La crescita è stata sostenuta in particolare dall’export, salito a 1,3 miliardi di euro e diretto principalmente verso Francia, Paesi Bassi, Germania, Svizzera e Regno Unito. L’Italia si posiziona così come secondo esportatore europeo e terzo esportatore mondiale, grazie a produzioni riconosciute a livello internazionale per qualità e innovazione.
Sfide globali e variabili critiche
Nonostante il fermento del settore, il Rapporto ha segnalato alcune criticità collegate a costi di produzione e fenomeni climatici avversi. Nel corso degli ultimi tre anni, il 65% delle imprese intervistate ha subito l’impatto di eventi atmosferici estremi (quali alluvioni, grandinate, venti intensi), con un aumento significativo dei costi relativi a:
- Energia: +83% rispetto al 2020
- Fertilizzanti: +45%
- Sementi e piantine: +29%
A ciò si aggiunge la concorrenza sleale da parte di Paesi che immettono sul mercato prodotti a basso costo e con standard fitosanitari inferiori. Dati rilevanti al riguardo indicano che il 75% delle aziende ha registrato, negli ultimi tre anni, almeno un episodio di fitopatologia, mentre il 36% delle imprese segnala la diffusione di nuove patologie che possono minare la stabilità delle coltivazioni e la sicurezza delle produzioni.
L’impatto sociale e ambientale del verde
Un altro aspetto emerso con forza durante i convegni, a cui hanno partecipato rappresentanti di istituzioni pubbliche e private, scienziati e giornalisti, riguarda il ruolo benefico del verde sulla qualità della vita nelle aree urbane e periurbane. L’ampio spettro di interventi ha sottolineato come gli investimenti in parchi, giardini, orti botanici, impianti sportivi e infrastrutture paesaggistiche abbiano valenze socio-economiche e ambientali.
“Il potenziale del capitale verde nel fronteggiare sfide ambientali, di salute e di coesione sociale è enorme” – evidenziano gli organizzatori di Myplant, ponendo l’accento sull’importanza di considerare il verde come un vero e proprio asset strategico.
In questa visione, il verde viene interpretato non solo come elemento ornamentale, ma anche come barriera antinquinamento, strumento di resilienza territoriale e fattore di inclusione sociale. Numerosi interventi hanno messo l’accento su come la presenza di alberature e superfici vegetate possa contribuire alla difesa idrogeologica, alla tutela della biodiversità e alla mitigazione dell’effetto “isola di calore” nei contesti urbani.
Riconoscimenti istituzionali e sinergie progettuali
Tra le iniziative che hanno animato Myplant & Garden 2025, si segnalano alcuni momenti di premiazione e valorizzazione di progetti esemplari. In particolare:
- Premio nazionale “La Città per il Verde”: organizzato dalla casa editrice Il Verde Editoriale, ha riconosciuto le amministrazioni pubbliche, gli enti e le strutture private (con finalità pubblica), oltre alle associazioni di volontariato, che si sono distinte nella creazione, manutenzione e riqualificazione di spazi verdi. Questo riconoscimento mira a mettere in luce le buone pratiche di gestione del verde urbano come volano per la sostenibilità ambientale e il miglioramento della qualità di vita.
- Contest “I Giardini di Myplant”: la proclamazione del progetto vincitore per la riqualificazione di un’area verde e terapeutica presso l’Ospedale Niguarda di Milano ha catalizzato l’attenzione degli operatori. L’iniziativa, realizzata con il contributo della Fondazione Minoprio e di AIAPP, ha mostrato come la progettazione di spazi verdi possa svolgere un ruolo terapeutico, promuovendo il benessere fisico e psicologico dei pazienti e del personale ospedaliero.
Tra paesaggio, tecnologia e innovazione
Grande risalto è stato dato ai laboratori e agli incontri che hanno caratterizzato la Landscape Area, curata da Sabina Antonini – En Scape network. Qui si sono susseguiti tavoli di lavoro in cui professionisti, imprese e relatori di livello internazionale hanno discusso temi quali la rigenerazione urbana, l’illuminazione del verde pubblico, l’impiego di materiali innovativi e l’integrazione dei processi digitali nella progettazione.
Dal confronto su questioni di biodiversità e sulle nuove frontiere dell’architettura del paesaggio è emerso come l’approccio contemporaneo miri sempre più a una visione olistica, in grado di coniugare soluzioni tecnologiche d’avanguardia con la salvaguardia degli ecosistemi locali. Ne è testimonianza la crescente attenzione ai servizi ecosistemici forniti dalla vegetazione, considerati un elemento cardine per la gestione sostenibile delle aree urbane e periurbane.
Prospettive future e prossimi appuntamenti
La vitalità riscontrata a Myplant & Garden 2025 si proietterà nei mesi a venire con nuove opportunità di sviluppo e crescita, soprattutto grazie al consolidamento dei rapporti commerciali avviati durante la kermesse. L’obiettivo dichiarato dagli organizzatori è di continuare a offrire occasioni di confronto fra aziende, professionisti, istituzioni e ricercatori, favorendo l’avvio di progetti che possano migliorare la qualità dei prodotti, sostenere l’innovazione e ridurre l’impatto ambientale delle filiere del verde.
L’annuncio di Myplant & Garden Middle East a Dubai rappresenta, in tal senso, un passaggio chiave per rendere ancora più internazionale la portata del progetto, spingendosi verso un’area geografica considerata cruciale per il futuro del florovivaismo e delle infrastrutture verdi.
Dati di crescita, un’affluenza record e l’apertura verso mercati emergenti hanno posto le basi per considerare Myplant & Garden un osservatorio privilegiato sull’intero comparto. La combinazione di innovazione, ricerca e networking ha permesso di approfondire tematiche centrali quali il cambiamento climatico, la promozione di standard fitosanitari adeguati, la valorizzazione del Made in Italy sui mercati internazionali e il ruolo sociale del verde.
L’evento ha evidenziato il grande potenziale economico del settore florovivaistico, ma anche la necessità di affrontare e gestire problematiche strutturali, come i costi energetici, le fitopatologie e le pratiche concorrenziali non sempre allineate alle normative comunitarie. L’ampio consenso di espositori e visitatori dimostra come ci sia spazio per un ulteriore sviluppo della manifestazione, che già ora si configura come un riferimento essenziale nell’orizzonte fieristico internazionale dedicato al verde.
Con l’appuntamento di Myplant Middle East in calendario per il prossimo novembre 2025, l’interesse per il settore e la sua evoluzione pare destinato ad ampliarsi ulteriormente, fornendo nuovi impulsi in direzione di qualità, sostenibilità e dialogo globale.
Sostenibilità
Cosa fare per promuovere la sostenibilità e attirare nuovi clienti green?

Oggi più che mai le aziende si trovano a fronteggiare una sfida: quella di promuovere la sostenibilità non solo come un obiettivo da raggiungere come richiesto dall’agenda 2030, ma come una vera e propria necessità per garantire un futuro migliore per le prossime generazioni.
La crescente consapevolezza ambientale dei consumatori ha portato a un cambiamento nelle aspettative e nelle preferenze d’acquisto. I clienti, in particolare le nuove generazioni, sono sempre più inclini a scegliere marchi che dimostrano un impegno concreto nella salvaguardia del nostro pianeta. Per ottenere nuovi clienti è quindi fondamentale che le realtà cambino prospettiva comunicando questa evoluzione.
Per farlo devono attuare una serie di strategie, tra cui attirare l’attenzione degli utenti attenti all’ambiente. Una strategia vincente è quella di optare per gadget sostenibili: se durante un evento o a una fiera distribuite borracce acciaio personalizzate con logo e slogan aziendale, l’utente finale capirà il messaggio indiretto: l’attività è attenta all’ambiente. Intanto il vostro logo sarà pubblicizzato quasi gratuitamente su un articolo che si utilizza ogni giorno.
L’importanza della sostenibilità per le aziende
Promuovere la sostenibilità va oltre la semplice adozione di pratiche ecologiche. Significa abbracciare una filosofia che permea ogni aspetto dell’operato aziendale. Le aziende devono comunicare il loro impegno in modo autentico e trasparente, investendo in pratiche di produzione sostenibili, materiali ecologici e processi che riducono l’impatto ambientale. Non si tratta solo di rispettare le normative, ma di creare un legame significativo con i clienti, basato su valori condivisi.
Le statistiche mostrano che le realtà sostenibili hanno una marcia in più: secondo recenti ricerche, oltre il 70% dei consumatori è disposto a pagare di più per prodotti che siano ecologici e socialmente responsabili. Questo rappresenta un’opportunità d’oro per i brand che decidono di investire in strategie di marketing green.
Gadget personalizzati: una strategia vincente
Ridurre il proprio impatto sull’ambiente non significa per forza rinunciare. Come anticipato, regalare un gadget ecologico, come una borsa riutilizzabile o una borraccia per l’acqua in acciaio inox non solo dimostra l’impegno dell’azienda per l’ambiente, ma crea anche un’opportunità di marketing a lungo termine.
I gadget eco-sostenibili hanno il potere di diventare strumenti di pubblicità gratuita. Ogni volta che un cliente utilizza o mostra il gadget, l’azienda viene indirettamente promossa. Questo crea una visibilità costante, poiché l’oggetto può essere visto da amici, familiari e colleghi. Inoltre, un cliente soddisfatto sarà felice di parlare dell’azienda, diffondendo il messaggio di sostenibilità e responsabilità sociale che la caratterizza.
L’impatto dell’accessorio green sulla reputazione aziendale
Un accessorio sostenibile non solo rappresenta un gesto di cortesia nei confronti del cliente, ma contribuisce anche a costruire e migliorare la reputazione dell’azienda. Quando un cliente utilizza un prodotto green, diventa un ambasciatore del marchio, portando avanti il messaggio di un’azienda attenta all’ambiente. Questo non solo aumenta la credibilità dell’azienda, ma la distingue dai competitor che non si impegnano in pratiche sostenibili.
Essere riconosciuti come un’azienda green ha un impatto positivo non solo sulla reputazione, ma anche sulla fidelizzazione dei clienti. Le persone si sentono più connesse a marchi che condividono i loro stessi valori. Di conseguenza, un cliente soddisfatto è più propenso a tornare e a raccomandare questa realtà ad altri.
L’arte della comunicazione sostenibile
La comunicazione è un elemento chiave nel promuovere la sostenibilità. È fondamentale che le aziende comunichino il loro impegno in modo chiaro e autentico anche attraverso un gadget sostenibile e personalizzato. Ciò significa evitare il cosiddetto “greenwashing“, dove le realtà si dichiarano ecologiche senza prove concrete. Invece, le stesse dovrebbero condividere storie di successo, dati e risultati tangibili relativi alle loro iniziative sostenibili.
Creare eventi per promuovere prodotti sostenibili
Un modo efficace per attirare l’attenzione dei consumatori è organizzare eventi dedicati alla sostenibilità. Questi eventi possono servire come piattaforma per lanciare nuovi prodotti green o per presentare imballaggi sostenibili. Pensate a una fiera, un workshop o un open day dedicato al tema dell’ambiente, dove i partecipanti possano interagire con i prodotti, apprendere come utilizzare packaging eco-compatibili e conoscere le pratiche sostenibili adottate dall’azienda.
È poi fondamentale coinvolgere il pubblico attraverso attività interattive, dimostrazioni pratiche e discussioni sui temi ambientali. Offrire la possibilità di provare i prodotti direttamente durante l’evento può fare la differenza, permettendo ai potenziali clienti di apprezzare la qualità e il valore delle offerte green. A conclusione dell’evento il gadget giusto, come una borraccia in acciaio, permetterà al cliente di cominciare il suo personale percorso green.