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Meglio farmaci in forma liquida o in pillole?

Farmaci liquidi o in pillole?
Facciamo chiarezza sul problema e sulla scelta

Uno dei problemi più comuni e diffusi oggi è quello riguardante la disfunzione sessuale. Il settore farmaceutico ha per questo sviluppato una serie di rimedi per aiutare uomini di tutte le età ad eliminare questo problema. Le soluzioni, indipendentemente dal principio attivo utilizzato, si diramano sostanzialmente in due direzioni: stimolanti sessuali in forma liquida e in pillole. Di qui le variabili che entrano in gioco per la scelta di un metodo o di un altro sono molte. Ci sono soggetti che trovano più comodo assumere il farmaco in forma liquida mentre altri dissentono da questa visione in quanto ritengono che assumere un farmaco in forma solida come le pillole sia più sicuro per assimilare al meglio il principio attivo contenuto al suo interno. Meglio fare chiarezza!

In primo luogo occorre specificare che si sta trattando un farmaco e non un integratore. Qui bisogna infatti evidenziare come la scelta non vada fatta unicamente sulla base delle proprie abitudini. E’infatti importante partire dall’analisi del proprio disturbo. Non tutti i soggetti, infatti, presentano un disturbo uguale e ogni caso va analizzato nel modo giusto. La disfunzione sessuale va quindi trattata in modo adeguato. Bisogna, però, partire dal presupposto che sul piano dell’efficacia la formulazione pone alcuni limiti. Si vedrà in seguito come la diversa formulazione offre percentuali di assorbimento ed efficacia differenti se in forma liquida o in pillole. Vediamo quindi quali sono i casi in cui sarebbe opportuno assumere un farmaco in forma solida e quando assumerlo in forma liquida.

La disfunzione sessuale
Quale forma offre un risultato migliore: solida o liquida?

Ragionando in astratto, si potrebbe partire da un presupposto: per assimilare le sostanze contenute in questi farmaci ed offrire un comportamento di risposta (che è l’obiettivo desiderato) l’organismo non ha bisogno di scomporre gli estratti liquidi, ovvero i farmaci in forma liquida. D’altra parte se si assumono farmaci in pillole, l’organismo deve avviare un processo di scomposizione della pillola prima di poter recepire il principio attivo. Questo dato ha permesso di condurre studi approfonditi sulle tempistiche d’azione di farmaci simili assunti rispettivamente in forma liquida o in pillole. Si è visto, infatti, come i primi impiegassero da 1 a 4 minuti per essere assorbiti mentre i secondi impiegassero dai 20 ai 30 minuti per generare l’effetto desiderato. Coesiste quindi una differenza sostanziale tra i due valori. Questi risultati confermano quanto la scienza già sapeva e cioè che il corpo assorbe meglio e in modo più veloce una sostanza se quest’ultima è in formato liquido rispetto ad una in forma solida. Questo accade in quanto l’organismo riesce ad assumere la quasi totalità del farmaco se in forma liquida, si parla qui di percentuali vicine al 98%. Se si analizzano i valori delle pillole le percentuali sono del 39-53%.

La soluzione è quindi la forma liquida?
Quali sono i dati a favore dei farmaci in forma liquida

La forma liquida in sostanza elimina un passaggio nell’assorbimento da parte dell’organismo rispetto al caso in cui si decida di propendere per le pillole. In questo caso, infatti, si sta ingerendo un farmaco solido. Il corpo non può assorbire nulla sotto questa forma fisica. Ogni elemento che viene ingerito, questo accade non solo per i farmaci ma per ogni cosa che viene introdotta nell’organismo, dev’essere prima trasformato in forma liquida o semi-liquida prima di poter essere assimilato. Questo dato è scientificamente testato e comprovato da innumerevoli studi. Le proprietà di assimilazione influiscono poi sulla percentuale di efficacia del farmaco stesso. La velocità con la quale l’organismo assorbe il principio attivo contenuto all’interno del liquido agisce da deterrente per l’efficacia stessa del farmaco. Venendo assorbito quasi immediatamente, si parla di minuti infatti, il farmaco offre una percentuale di efficacia di molto superiore. Questo perché nel caso di una pillola, l’organismo perde molta dell’efficacia fornita dalla pillola nei vari processi di riduzione in forma liquida.

Dalla sua, quindi, il farmaco in forma liquida ha sia un assorbimento maggiore che una velocità di risposta superiore. Ecco perché optare per quest’ultima forma. Quando si ha a che fare con farmaci per la disfunzione sessuale dunque si possono utilizzare prodotti come ad esempio Kamagra Oral Jelly, che può essere acquistato online, che agiscono già dopo 10-15 minuti dopo l’assunzione. Questo è possibile grazie al fatto che non si tratti di pillole tradizionali ma di una formulazione e consistenza “gelatinosa” facile da assumere anche per chi ha difficoltà ad ingoiare le pillole.

Come scegliere
Quando la forma liquida è migliore delle pillole e viceversa

Vediamo come scegliere tra i farmaci in forma liquida e le pillole. A caratterizzare questo confronto c’è la già citata efficacia che offre un punto a favore della forma liquida. Si è visto come quest’ultima offra una rapidità d’assorbimento decisamente superiore e per questo venga preferita. Si può quindi affermare che la forma liquida è da preferirsi per tutti i casi in cui si voglia ottenere un risultato veloce e di massima efficacia. In molti casi questo è l’unico obiettivo possibile in quanto il problema della disfunzione sessuale potrebbe essere gravoso. In tutti i casi in cui questo disturbo sia grave e inibisca l’uomo in modo quasi totale dall’avere un’erezione corretta, questa forma è da preferire. Qui infatti si può ottenere il massimo dal farmaco che si sta assumendo oltretutto in breve tempo. In questa categoria non devono però essere riassunti tutti i soggetti. A condizionare la scelta qui, infatti, è la propria condizione patologica oltre che l’obiettivo che si vuole raggiungere. Se nel proprio caso non ci sia una disfunzione totale potrebbe considerarsi la scelta di un’assunzione in pillole per cercare di raggiungere il 100% dell’obiettivo. Non bisogna quindi screditare il formato in pillola in quanto può essere utile in casi dove il problema non è grave e può essere trattato evitando la forma liquida.

Quali sono i vantaggi
Riassumiamo i vantaggi dell’assunzione della forma liquida e delle pillole

Si è visto come l’assunzione di stimolanti sessuali in pillole o in forma liquida possano offrire una consistente soluzione al problema della disfunzione erettile. Le analisi condotte su entrambe le forme del farmaco hanno prodotto risultati differenti sotto più punti di vista dall’efficacia alla velocità di risposta del farmaco. In linea generale gli studi offrono una visione chiara di quanto la forma liquida sia più indicata per i soggetti che deficitano in percentuali importanti delle facoltà per ottenere un’erezione corretta. Qui occorre avere tutto l’aiuto necessario e per questo è opportuno sfruttare al massimo la forma liquida. Si è visto anche come la forma in pillole sia comunque utile in diverse circostanze, in quanto in soggetti che presentano unicamente i primi sintomi del disturbo questa forma può essere la giusta linea mediana tra assorbimento ed efficacia.

I vantaggi quindi sono ottenibili in entrambe le forme. Un’occhio di riguardo va però dato alla capacità di essere digeriti da persone di diversa età. Qui la forma liquida assume un valore più grande in quanto si presta all’assunzione naturale senza limiti d’età.

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Salute e Benessere

Come avere denti sempre sani e puliti

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La salute dei denti è un aspetto fondamentale del benessere generale. Un sorriso curato non solo migliora l’aspetto estetico, ma è anche un indicatore della salute complessiva della bocca. Denti sani riducono il rischio di problemi come carie, gengiviti e malattie parodontali, che possono avere ripercussioni anche su altri organi del corpo. Una corretta igiene orale, abitudini alimentari adeguate e visite regolari dal dentista sono gli elementi chiave per mantenere un sorriso luminoso e sano nel tempo.

Igiene orale quotidiana: le abitudini indispensabili

Mantenere una buona igiene orale richiede costanza e attenzione ai dettagli. Il primo passo fondamentale è lavare i denti almeno due volte al giorno con un dentifricio contenente fluoro. L’uso dello spazzolino deve essere accurato, coprendo tutte le superfici dentali e massaggiando delicatamente le gengive per evitare infiammazioni. È consigliabile scegliere uno spazzolino con setole morbide o medie, a seconda della sensibilità delle gengive.

Il filo interdentale è uno strumento essenziale per rimuovere i residui di cibo e la placca tra i denti, dove lo spazzolino non riesce ad arrivare. Il suo utilizzo giornaliero contribuisce a prevenire l’accumulo di batteri e la formazione di carie interdentali. Anche il collutorio può essere un valido supporto, soprattutto per chi è soggetto a problemi gengivali o ha una predisposizione alle carie.

Alimentazione e salute dentale

L’alimentazione ha un impatto significativo sulla salute dei denti. Alcuni cibi contribuiscono alla protezione dello smalto, mentre altri ne favoriscono l’erosione. Gli alimenti ricchi di calcio, come latte, formaggi e yogurt, rafforzano i denti e le ossa. Anche le verdure croccanti, come carote e sedano, stimolano la produzione di saliva, che aiuta a neutralizzare gli acidi nocivi.

D’altro canto, il consumo eccessivo di zuccheri è uno dei principali nemici della salute orale. Dolci, bevande gassate e alimenti altamente processati favoriscono la proliferazione dei batteri responsabili della carie. Anche il caffè e il tè possono macchiare i denti, rendendoli meno brillanti nel tempo. Bere acqua dopo aver consumato questi alimenti aiuta a ridurre i danni e a mantenere il cavo orale pulito.

Lo sbiancamento denti a casa: efficacia e sicurezza

Uno dei principali desideri di chi si prende cura del proprio sorriso è avere denti bianchi e luminosi. Nel tempo, lo smalto può perdere la sua brillantezza a causa di fattori come il consumo di cibi pigmentati, il fumo e l’invecchiamento naturale. Per migliorare il colore dei denti senza ricorrere a trattamenti professionali, molte persone optano per lo sbiancamento denti a casa.

Esistono diversi metodi per schiarire i denti autonomamente, tra cui strisce sbiancanti, gel e dentifrici specifici. Sebbene questi prodotti possano offrire risultati visibili, è importante utilizzarli con cautela, evitando trattamenti troppo aggressivi che potrebbero danneggiare lo smalto o causare sensibilità dentale. Prima di iniziare qualsiasi trattamento, è sempre consigliabile consultare un dentista per verificare la salute generale dei denti e assicurarsi che il metodo scelto sia adatto alle proprie esigenze.

Il ruolo del dentista nella prevenzione

Le visite periodiche dal dentista sono fondamentali per prevenire problemi dentali e mantenere il sorriso sano. Anche chi non avverte sintomi evidenti dovrebbe sottoporsi a controlli regolari, poiché molte patologie dentali si sviluppano in modo silenzioso e possono essere individuate solo attraverso un esame professionale.

Oltre alla diagnosi precoce di carie e infezioni gengivali, il dentista può eseguire trattamenti di igiene professionale per rimuovere il tartaro e la placca accumulati. Questa procedura aiuta a prevenire l’infiammazione gengivale e contribuisce a mantenere il bianco naturale dei denti.

Per chi desidera migliorare ulteriormente l’estetica del proprio sorriso, il dentista può consigliare trattamenti specifici come la lucidatura professionale o l’applicazione di faccette dentali, che correggono discromie e imperfezioni senza danneggiare la struttura dentale.

I kit per lo sbiancamento dei denti: vantaggi e precauzioni

L’uso di un kit per lo sbiancamento dei denti è una delle soluzioni più diffuse per migliorare il colore dello smalto in modo pratico e veloce. Questi kit contengono generalmente gel a base di perossido di idrogeno o perossido di carbamide, che agiscono rimuovendo le macchie superficiali e rendendo i denti più luminosi.

Tuttavia, non tutti i kit presenti sul mercato garantiscono gli stessi risultati e non sempre sono adatti a ogni tipologia di dente. Alcuni prodotti possono causare irritazioni gengivali o aumentare la sensibilità dentale, soprattutto se utilizzati in modo improprio o troppo frequentemente. Per ottenere risultati efficaci senza rischi, è importante seguire scrupolosamente le istruzioni del produttore e non superare il tempo di applicazione consigliato.

L’efficacia dei kit sbiancanti dipende anche dalle abitudini quotidiane. Ridurre il consumo di cibi pigmentati e adottare una corretta igiene orale aiuta a mantenere il bianco dei denti più a lungo, evitando il rischio di nuove discromie.

Le abitudini da evitare per denti sani

Oltre a seguire una routine di igiene orale adeguata, è importante evitare comportamenti che possono compromettere la salute dentale. Tra le abitudini dannose più comuni vi è il fumo, che non solo macchia i denti, ma aumenta anche il rischio di malattie gengivali e tumori del cavo orale.

Masticare oggetti duri, come penne o ghiaccio, può provocare microfratture nello smalto e favorire la formazione di carie. Anche il bruxismo, ovvero il digrignamento involontario dei denti, è un problema che può causare usura dentale e dolori mandibolari. Chi soffre di questa condizione dovrebbe consultare uno specialista per valutare l’uso di un bite protettivo.

L’abitudine di non lavare i denti prima di dormire è un altro errore comune. Durante la notte, la produzione di saliva diminuisce, favorendo la proliferazione batterica. Una corretta pulizia serale riduce il rischio di carie e contribuisce a mantenere il respiro fresco.

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Salute e Benessere

Le fragranze migliori da scegliere per profumare la propria abitazione

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Profumatore ambiente

Profumare la propria abitazione è uno degli accorgimenti che si possono adottare per fare in modo che il luogo in cui si vive risulti più accogliente e familiare. È importante, ovviamente, saper scegliere con la massima attenzione la fragranza su cui si ha in mente di puntare, così da poter beneficiare dell’effetto che si vuole. La scelta delle fragranze è un esercizio sempre complesso, ed è per questo che è opportuno provvedere alla selezione tenendo conto della personalità di coloro che vivono la casa per tante ore al giorno, anche in considerazione dell’alternarsi delle stagioni. Ogni periodo dell’anno, infatti, richiede fragranze differenti.

Qual è il profumo ideale per il bagno

Il bagno è un ambiente in cui la scelta della profumazione deve essere studiata in modo che si possa ottenere il giusto mix di relax e armonia. Nella maggior parte dei casi vengono privilegiate le fragranze marine, che si fanno apprezzare per la loro freschezza e per la loro capacità di trasmettere energia. Non meno interessanti si rivelano le formulazioni con essenze floreali e agrumi. Fra le tante si possono citare le profumazioni con note di limone, senza dimenticare una soluzione delicata come quella che abbina vaniglia e rosa.

La fragranza perfetta per la camera da letto

Nel caso di una camera da letto, invece, il consiglio è di propendere per una fragranza leggera e per quanto possibile delicata, che abbia la capacità di favorire il sonno e di agevolare il riposo. A questo scopo si potrebbe optare per essenze a base di fiori di arancio o di melissa, senza escludere un grande classico come la lavanda. Il timo e l’eucalipto, invece, sono indicati quando si ha intenzione di rinfrescare l’ambiente. Se si ha in mente di dar vita a un’atmosfera sensuale, il consiglio è di preferire le note di patchouli e di gelsomino.

La zona giorno e la cucina

Le migliori fragranze per la zona giorno hanno una peculiarità anti stress e, quindi, sono molto rilassanti: è il caso delle profumazioni che hanno note speziate, legnose e floreali. La scelta è molto ampia e spazia dal patchouli all’anice, passando per i legni dolci e la vaniglia: sono tutte proposte che contribuiscono a rendere il soggiorno più affascinante e ricco di suggestioni, per un ambiente nel complesso molto accogliente. Per quel che riguarda la cucina, invece, i profumi ritenuti più appropriati sono quelli caratterizzati da un alto tasso di delicatezza e di freschezza, con un impatto quasi purificante, in modo che gli odori che si producono nella preparazione delle pietanze possano essere nascosti e coperti. A tale scopo si potrebbe scegliere una fragranza al bergamotto o al mandarino, dato che le profumazioni agrumate sono sempre frizzanti e portatrici di energia. Non meno apprezzabili sono i profumi floreali, che contribuiscono a comunicare serenità e felicità. Ancora, meritano di essere citate le essenze al rosmarino e al basilico, che grazie alla loro natura aromatica contribuiscono a far sparire gli odori dei cibi.

La ricerca del profumo migliore

Per far sì che le fragranze possano essere diffuse in un ambiente in maniera ottimale si può far riferimento a molteplici soluzioni. Si possono citare, per esempio, i diffusori a bastoncini, che sono formati da flaconi di piccole dimensioni in cui sono contenute le essenze. Questi flaconi, per altro, sono sempre più spesso degli elementi di design, e contribuiscono quindi ad arredare gli ambienti in cui vengono posti. Volendo, per diffondere negli ambienti di casa una o più fragranze si potrebbe propendere anche per una o più candele profumate con oli essenziali: di solito vengono messe in bagno, ma nulla vieta di collocarle anche in altri spazi della casa. Il consiglio è di preferire, durante la stagione invernale, le fragranze che presentano note di bosco o legnose, perché più calde o intense, come quelle al muschio, al sandalo o alla cannella. Invece nei mesi più caldi c’è bisogno di fragranze frizzanti, come quelle agrumate, o leggere, come quelle floreali.

Dove comprare i profumatori per ambienti

diffusori per ambienti Muhà possono essere comprati facilmente sul sito tuttomuha.com, un portale specializzato nella vendita online di profumatori e prodotti per la cura della persona. Il suo catalogo mette a disposizione una ricca e variegata selezione di diffusori di qualità, con collezioni raffinate che consentono di arredare qualunque ambiente con stile, grazie a un connubio perfetto fra eleganza del design e materiali di pregio.

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Notizie

‘In buona salute’, supporto psiconcologico online per migliore speranza vita...

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L’esperta: “Oltre il 50% dei pazienti oncologici sviluppa distress emozionale”, professionisti solo nel 20% delle strutture

'In buona salute', supporto psiconcologico online per migliore speranza vita nei pazienti

Ansia e depressione, nei pazienti con cancro, peggiorano la risposta alle cure e riducono la sopravvivenza. Lo evidenziano i risultati di uno studio (Stress Lung) pubblicato su ‘Nature Medicine’ e condotto su 227 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato e trattati in prima linea con farmaci immunoterapici. A 2 anni, solo il 46% dei pazienti con distress emozionale, in particolare ansia e depressione, era vivo rispetto al 65% delle persone colpite dal carcinoma polmonare, ma senza segni di disagio psicologico. In Italia lo psicologo dedicato all’oncologia è presente, sulla carta, in circa la metà dei centri, in realtà solo il 20% delle strutture dispone di professionisti formati per affrontare il disagio mentale determinato dal cancro. Per contribuire a colmare questa lacuna nasce ‘In buona salute’, la prima piattaforma online di psiconcologia in Italia (inbuonasalute.eu), presentata ieri a Milano, in un incontro con la stampa. Si tratta di un luogo sicuro, accessibile e altamente professionale – riporta una nota – dove pazienti, caregiver e operatori sanitari possono ricevere un aiuto qualificato, senza limiti di tempo o spazio.

“Si stima che più del 50% dei pazienti oncologici sviluppi livelli significativi di distress emozionale che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, sull’adesione ai trattamenti e, quindi, sulla sopravvivenza – spiega Gabriella Pravettoni, responsabile scientifico di ‘In buona salute’, direttrice della divisione di Psiconcologia dell’Istituto europeo di oncologia e professoressa di Psicologia delle decisioni all’Università degli Studi di Milano – Il sostegno psiconcologico è fondamentale prima, durante e dopo le cure. Sono contenta che ci siano iniziative di questo genere dove si possa offrire un supporto concreto e personalizzato a chi affronta il tumore, attraverso un percorso di cura psicologica mirato e focalizzato al miglioramento del benessere mentale durante ogni fase della malattia”.

Dopo aver completato un questionario online, la piattaforma suggerisce lo specialista più in linea con le necessità di ogni persona. E’ infatti disponibile un team di psiconcologi certificati, impegnati a fornire un aiuto prezioso a pazienti, caregiver e operatori sanitari. Nella piattaforma è possibile trovare risorse, supporto emotivo e informazioni affidabili. E’ consigliato un ciclo di 10 sedute online di 50 minuti.

“Troppo spesso i risvolti psicologici di una diagnosi di cancro sono lasciati in seconda linea, rispetto ai bisogni strettamente clinici – continua Pravettoni – Vanno considerate le difficoltà dei medici a discutere di questi argomenti durante la visita, anche per mancanza di tempo, e la riluttanza dei pazienti a confidarli, talvolta per lo stigma ancora associato ai problemi legati alla salute mentale. Anche quando i problemi psicologici vengono riconosciuti, non è facile gestirli nella pratica clinica. Non esiste, infatti, un modello di valutazione e intervento adatto a tutte le circostanze. Anche il supporto psiconcologico deve adeguarsi e rispondere ai bisogni dei pazienti, adottando tutti gli strumenti utili, incluse le sedute online”.

Nel 2024, nel nostro Paese, sono stati stimati 390.100 nuovi casi di tumore. Grazie ai programmi di screening e ai progressi nelle terapie, aumenta il numero di persone che vivono dopo la diagnosi: nel 2024 erano circa 3,7 milioni. “La cura a 360 gradi di questi cittadini deve implicare una maggiore attenzione alle conseguenze psicologiche della malattia – afferma Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia medica dell’Irccs Ospedale policlinico San Martino, Università di Genova – Il distress emozionale nelle persone colpite dal cancro è una condizione frequente, che ha un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza. I pazienti oncologici con sintomi depressivi mostrano, inoltre, una minor aderenza ai protocolli terapeutici. Uno studio retrospettivo ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia adiuvante in donne con carcinoma della mammella: tra le pazienti con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di sottoporsi alla chemioterapia. L’associazione tra sintomi depressivi e riduzione della sopravvivenza può essere dovuta non solo alla mancata aderenza terapeutica, ma anche alla risposta allo stress cronico e ai meccanismi immunitari implicati”.

Per garantire “servizi adeguati di psiconcologia – prosegue Del Mastro – serve non solo un potenziamento delle risorse, ma anche riconoscere il ruolo dello psiconcologo all’interno del team multidisciplinare. Inoltre, i pazienti devono essere informati di più e meglio sull’opportunità di beneficiare di questi servizi. Ad esempio, la norma che ha istituito in Italia le Breast unit ha stabilito che, all’interno dei team multidisciplinari, siano inclusi gli psiconcologi, ma troppo spesso nei centri di senologia mancano professionisti strutturati, sostituiti da figure che lavorano con contratti precari. Ecco perché sono importanti progetti come ‘In buona salute’, che possono rispondere alle esigenze di supporto emotivo dei pazienti. Va considerata anche la facilità di accesso al servizio online, perché non è necessario spostarsi per accedere alle strutture, vantaggio importante soprattutto quando si tratta di pazienti fragili in trattamento”.

Aggiunge Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia: “Già dalla diagnosi la donna si trova a affrontare una serie di problematiche che afferiscono all’ambito psicologico. Stress, disturbi d’ansia, depressione, immagine corporea alterata, difficoltà nella sfera emotiva, familiare e di coppia, sono le più comuni di un elenco purtroppo molto lungo. Grazie anche all’aiuto dello psiconcologo, è possibile per la paziente sviluppare una capacità di adattamento e di autogestione di fronte alla malattia, arrivare cioè a quello stato di resilienza necessario a superare le difficoltà nel percorso di cura. Lo psiconcologo dovrebbe essere presente, insieme all’oncologo medico, fin dall’inizio, ad ogni colloquio, anche se siamo ben consapevoli della carenza di personale dedicato e della precarietà degli incarichi”.

“Mentre ci impegniamo con forza affinché questi limiti vengano superati e si rispettino le linee guida europee che prevedono la presenza dello psiconcologo in tutte le Breast Unit, accogliamo con favore la disponibilità di una piattaforma online con figure specializzate – conclude – a cui pazienti e familiari possano rivolgersi con la certezza di trovare un supporto qualificato”.

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