Bulloneria e viteria: cosa sono e come vengono prodotte
Quando si parla di viti si indicano degli elementi di piccole dimensioni usati nel settore edile o meccanico, al fine di unire uno o più oggetti tra loro.
Tecnicamente, una vite è una vera e propria macchina con lo scopo di convertire il moto da circolare a rettilineo. Si possono distinguere in semplici e trilobate, o automaschianti.
Le prime, ovvero le viti semplici vengono avvitate medianti filetti complementari sulla superficie da ancorare. Il filetto può essere creato o tramite la stessa vite oppure con un trapano, la cosiddetta tipologia autofilettante, caratterizzate all’estremità da una punta, riuscendo a perforare i materiali, semplificando in tal modo la penetrazione al suo interno.
Mentre, le seconde, le viti trilobate, sono formate da una struttura trilobate anziché a cilindro e vengono utilizzate per la realizzazione di filetti metrici. In un secondo momento si possono sostituire con delle viti tradizionali.
Per ciò che concerne, invece, i bulloni, sono una coppia di elementi composta da una vite e un dado, che può essere separata attraverso un semplice intervento di smontaggio. Generalmente presentano una testa di forma esagonale con dimensioni superiori del foro e del fusto, per evitare dei possibili problemi di fissaggio.
I fori attraverso i quali dovranno passare le viti non dovrebbero essere sottoposte a filettatura, perché è fondamentale lasciare libero l’elemento di poter scorrere in maniera del tutto naturale.
Per tale motivo vi sono delle viti che vengono filettate solamente nella parte finale, dove andranno a incontrare il dado e non per tutta la loro lunghezza.
La tipologia interamente filettata prevede l’inserimento di dadi da ambedue le estremità, mentre la fase di smontaggio si svolge in modo separato.
Per maggiori informazioni e dettagli a riguardo si consiglia di consultare la pagina al seguente link di riferimento: www.bulloneriavilla.it.
Cosa si intende per viterie e bullonerie
Il termine viterie si riferisce a elementi di collegamento formati da una filettatura, come i dadi, viti e rondelle. Il bullone è il connubio di tre elementi operanti in sinergia e che si contraddistinguono per dimensione, finalità, forma, materiale, tolleranza, trattamento superficiale, caratteristiche di qualità e tecniche.
Lo scopo generale di ogni elemento facente parte della bulloneria è quello di collegare tra loro più elementi.
Come avviene la produzione di viterie e bullonerie
Le diverse tecniche usate per dare vita a questi elementi meccanici sono tre, ovvero:
- Per deformazione plastica a caldo
- Per deformazione plastica a freddo
- Per esportazione truciolo.
È bene, altresì, sottolineare che in determinate situazioni la produzione di bulloneria e viteria può richiedere l’utilizzo in contemporanea di più tecniche, in relazione delle esigenze specifiche di applicazione.
Un esempio è quello delle viti autofilettanti usate per metalli, realizzate per essere impiegate su materiale plastico, lamiera d’acciaio e altre leghe metalliche.
La caratteristica principale delle viti autofilettanti è che non richiedono l’uso di dadi, per tale motivo devono essere realizzate in modo da risultare robuste e resistenti anche ad ogni probabile fenomeno di corrosione.
Tale criticità viene risolta mediante un apposito processo di zincatura con 8 micron di spessore e un trattamento per proteggere dalla corrosione chiamato antigalvanico, che consente anche un legame più solido tra le lamiere collegate con le viti.
Infine, si ricorda che sia bulloneria che viteria si distinguono in in due principali macro categorie:
- Bulloneria speciale: progettate su disegno per rispondere alle esigenze specifiche del cliente. In media sono degli elementi che hanno dei costi più alti rispetto alla comune tipologia;
- Bulloneria normalizzata: comprende elementi filettati di collegamento con caratteristiche tecniche unificate e ben definite, internazionali e nazionali.
Alla fase di progettazione sia di bulloni che viti, un aspetto fondamentale da non sottovalutare è l’uso di elementi universali di collegamento, oltre all’impiego di norme di unificazione per il maggiore numero possibile di caratteristiche, che interessano diametro, filettatura e dalla tolleranza al profilo.
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