“Oltre il Festival”: 7 radio per seguire Sanremo 2022
Sette emittenti insieme per seguire l’intera settimana del Festival di Sanremo.
E’ tempo di ripartire. Con un primo passo, in totale sicurezza, e con l’energia della musica, il fil rouge che negli ultimi mesi ha unito tutta l’Italia anche nei momenti più difficili.
Musica, ecosostenibilità, accoglienza e sicurezza sono le parole chiave di OLTRE IL FESTIVAL, il progetto di RadioMediaset in collaborazione con Lancôme che dal 31 gennaio al 5 febbraio avrà luogo a Sanremo, in contemporanea con il Festival della Canzone Italiana, nella splendida cornice di Villa Nobel.
OLTRE IL FESTIVAL è un innovativo media hub in cui trasmetteranno le principali radio nazionali e locali: Radio 105, Radio Monte Carlo, R101, Radio Subasio, Radio Norba, Radio Bellla & Monella e Radio Bruno.
Un luogo di incontro dove addetti ai lavori, ospiti e artisti si ritroveranno per raccontare e raccontarsi attraverso le radio, le iniziative dei partner e attività digital e social.
OLTRE IL FESTIVAL è il posto dove si creeranno contenuti che saranno poi veicolati on air, on line e via social.
Paolo Salvaderi, Amministratore delegato di RadioMediaset:
“Con convinzione e soddisfazione diamo finalmente il via a questo progetto al quale lavoriamo da mesi con tante energie. Ci rendiamo perfettamente conto che il momento storico non è quello ideale, ma con ‘Oltre il Festival’ è nostra ferma intenzione dare un segnale ai nostri interlocutori, siano essi clienti o industria della musica. Cominciamo con molta cautela per ovvi motivi, mettendo la sicurezza al primo posto e facendo inevitabili rinunce, ma il nostro obiettivo è quello di diventare nel corso dei prossimi anni punto di riferimento e di incontro per clienti, addetti ai lavori e artisti, ambiente protetto e nuovo modello di accoglienza nel corso del Festival di Sanremo”
VILLA NOBEL
Straordinaria dimora in stile liberty moresco, Villa Nobel fu residenza di Alfred Nobel, che in essa lavorò a numerosi brevetti e redasse il famoso testamento con cui destinava la sua fortuna all’istituzione del Premio che porta il suo nome. Villa Nobel è anche sede museale.
La splendida location è stata selezionata da CONSORZIO IDEE ITINERANTI, un nuovo team di professionisti della creatività e della produzione di eventi, ideatori e organizzatori di Oltre il Festival.
ATTIVITA’
Dal 31 gennaio al 5 febbraio negli splendidi saloni interni e nella luminosa veranda troveranno posto le attività delle emittenti radiofoniche, di Lancôme e degli altri sponsor protagonisti con un palinsesto quotidiano ricco di proposte e momenti unici.
I salotti della villa diventeranno infatti punti hospitality per interviste esclusive.
IL SALONE DELLE RADIO
Cuore pulsante della location, dove verranno allestiti un palco e più postazioni interattive, sarà il salone delle radio. Qui nel corso di tutta la giornata i conduttori di Radio 105, Radio Monte Carlo, R101, Radio Subasio, Radio Norba, Radio Bellla & Monella e Radio Bruno accoglieranno ospiti musicali e non, influencer, artisti e con loro chiacchiereranno di attualità, costume, benessere e bellezza con un occhio fisso sul Festival della canzone italiana.
Ogni giorno Diletta Leotta si collegherà da Villa Nobel con lo studio di Milano per condurre il suo programma su Radio 105. Lo stesso farà Lucilla Agosti su R101, mentre Radio Monte Carlo si avvarrà dei contributi di un’inviata di eccezione, l’attrice e conduttrice Chiara Francini.
Gli artisti in gara al Festival e gli ospiti interverranno in diretta su Radio Subasio che ogni giorno aprirà all’interno della sua programmazione sei finestre dedicate, così come Radio Norba presente a Sanremo con Claudia Cesaroni.
Radio Bellla & Monella sarà a Villa Nobel con Rossana Santolin, mentre Laura Padovani e Georgia Passuello, saranno le conduttrici di Radio Bruno.
Tanti gli ospiti tra i quali Chiara Francini, Romina Pierdomenico, Paolo Costella, Emma Muscat, Diletta Leotta, Noemi, Costantino della Gherardesca, Giulia Valentina, Maria Sole Pollio, Giorgia Venturini, Alessandro Borghese, Elisa Maino, Max Brigante, Nicolò De Devitiis.
LA MAISON LANCÔME DIVENTA IL SALOTTO PIU’ FELICE DI SANREMO
Per il settimo anno consecutivo. Lancôme accende di bellezza il Festival di Sanremo.
Il progetto nasce dalla volontà di Lancôme di ricercare il percorso verso la felicità che giunge alla certezza che la musica sia gioia, sia l’energia che ti sostiene sempre, sia un insieme di emozioni da condividere con chi ami.
La Maison Lancôme inaugura una settimana di appuntamenti e servizi esclusivi nella splendida cornice di Villa Nobel trasformata per l’occasione in un palcoscenico privilegiato che si animerà con interviste ad artisti, celebrity, stampa e influencer.
Durante lo show digitale Note Di Bellezza, che andrà in onda ogni giorno, si parlerà di felicità e autostima grazie alla grande esperta Clio Zamatteo in arte CLIOMAKEUP.
CAFFÈ VERGNANO AD OLTRE SANREMO PER FESTEGGIARE IL SUO 140ESIMO COMPLEANNO
Caffè Vergnano compie 140 anni e quale occasione migliore di Sanremo per celebrare questa ricorrenza che parla di tradizione, di eccellenza e di sogni?
Una parte di Villa Nobel si trasformerà in una vera e propria caffetteria Caffè Vergnano 1882 e accoglierà cantanti, artisti, influencer e amici in una location che per l’occasione si vestirà di ricordi ispirazionali e di bellezza ritratta in scatti fotografici d’autore. Un angolo insolito dove si stringeranno relazioni esistenti e se ne creeranno di nuove. Perché il caffè è questo, è un rito sociale, è desiderio di condivisione, è voglia di stare insieme e di conoscersi.
Sarà un anno da celebrare e ricordare e vogliamo iniziare proprio da qui! Tante cose succederanno e tutte saranno ispirate dai valori nei quali crediamo da 140 anni, da quei sentimenti che arricchiscono i nostri progetti e li fanno diventare realtà. Il nostro sguardo è e sarà sempre rivolto al futuro perché il domani è ancora tutto da costruire, insieme.
L’ORA DELL’APERITIVO AD OLTRE IL FESTIVAL ARRIVA SULLE NOTE VIVACI DEI COCKTAIL DI VECCHIO AMARO DEL CAPO
Dopo una giornata a pieno ritmo, gli ospiti di Oltre Il Festival potranno godersi momenti di meritato relax in compagnia dei migliori cocktail proposti da Vecchio Amaro del Capo. All’interno della splendida location di Villa Nobel, i bartender saranno a disposizione per offrire a tutti i presenti l’‘Aperitivo di Sanremo’ come il ‘Calabro’, lo Spritz del Capo piacevolmente piccante che deve il suo gusto inconfondibile e originale al peperoncino di Calabria contenuto nella versione Red Hot Edition di Vecchio Amaro del Capo. Oppure il ‘Capotonic’ con Vecchio Amaro del Capo tradizionale, il più amato dagli italiani. Iconico e fashion, piace per il suo gusto elegante e allo stesso tempo rock. Anche in purezza, servito rigorosamente a -20°C nell’apposito bicchiere ghiacciato, Vecchio Amaro del Capo classico o piccante sarà il grande protagonista delle serate di Oltre Il Festival insieme alle altre specialità firmate Caffo. E per celebrare al meglio la grande musica, in occasione del Festival Vecchio Amaro del Capo presenta il suo nuovo spot a tutto rock!
VALFRUTTA
Al Festival della canzone italiana non poteva mancare la migliore agricoltura del nostro Paese: Valfrutta, una filiera agroalimentare di oltre 14.000 soci agricoltori che coltivano in maniera sostenibile frutta, legumi, mais e pomodoro.
La celebre marca della “natura di prima mano” sarà protagonista negli spazi di Oltre il Festival con la gamma dei succhi di frutta Valfrutta BIO, mentre saranno in onda durante il Festival di Sanremo sulle emittenti del progetto RadioMediaset gli spot radiofonici dedicati ai Cotti a Vapore Valfrutta, una gamma di dieci referenze con legumi e verdure 100% italiani.
Saranno inoltre presenti CODICE ICONA, GRANA PADANO, KIA, OROGEL, SALUMIFICIO FRATELLI BERETTA, THUN.
SOCIAL ROOM
Non mancherà una social room dalla quale gli staff delle radio e degli altri partner racconteranno quello che si vive a Sanremo nella settimana più chiacchierata dell’anno.
La colonna sonora di tutti gli ambienti sarà garantita da una selezione musicale studiata ad hoc dai music designer di UNITED MUSIC, il progetto digital audio di RadioMediaset.
SERATA DI INAUGURAZIONE
Lunedì 31 gennaio è prevista una serata di inaugurazione con la proiezione in anteprima nazionale di “Vicini di casa”, il nuovo film di Paolo Costella con Claudio Bisio, Vittoria Puccini, Valentina Lodovini e Vinicio Marchioni.
OLTRE IL FESTIVAL gode del patrocinio di Regione Liguria, Provincia di Imperia e Comune di Sanremo.

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Attualità
Maestra su OnlyFans, la storia di Elena e la sfida tra privacy e professione

Un racconto di passione, diritti e responsabilità condivise…
Abbiamo riflettuto a lungo sulla linea sottile che separa la vita privata di un docente dall’immagine pubblica che l’istituto scolastico richiede. Voi, probabilmente, vi starete chiedendo se sia giusto tracciare un confine netto o se esista uno spazio di libertà in cui ognuno può costruire la propria identità senza temere ripercussioni sul lavoro. È una domanda scomoda. Eppure, il caso di Elena Maraga, maestra di 29 anni in una scuola dell’infanzia cattolica nel trevigiano, ci costringe a guardare la realtà da prospettive che non sempre coincidono con i regolamenti o con l’opinione pubblica.
Da un asilo cattolico a una piattaforma per adulti: il fatto che divide
Prima di entrare nel vivo, è essenziale ricostruire a grandi linee la vicenda. Secondo diverse fonti, una madre ha scoperto che la maestra pubblicava contenuti osé su OnlyFans, un sito per adulti con contenuti a pagamento. La donna ha avvisato la scuola, che ha immediatamente chiesto a Elena di cancellare il profilo. Lei ha detto no. Ha ribadito che l’impegno in classe era sempre stato serio e che la vita privata non intaccava il suo modo di educare i bambini.
Il passo successivo è stato drastico: sospensione e blocco dello stipendio. L’istituto si è appellato ai valori religiosi e alle clausole sulla “condotta morale” presenti nel contratto. Così, da un giorno all’altro, Elena si è ritrovata a dover difendere la propria professionalità in pubblico. Abbiamo letto di reazioni furiose, ma anche di genitori pronti a sostenerla. Ed è proprio questo sostegno che fa riflettere sulla complessità del caso.
Il sostegno dei genitori e l’amore per i bambini
Voi, al posto loro, come avreste reagito? In questo contesto, molte famiglie hanno scelto di scendere in campo a favore della maestra, definendola “fantastica” e sottolineando il suo impegno costante in classe. Circa una trentina di genitori (stando a vari resoconti) si sono uniti per firmare una lettera indirizzata alla parrocchia, chiedendo con fermezza di non allontanarla. “I bambini le vogliono bene”, hanno riferito alcuni. Per noi, questo ci dice tantissimo: il suo ruolo educativo è stato apprezzato dai più piccoli e, di conseguenza, dai loro genitori. È un punto cruciale che la stessa Elena ha ribadito: i bimbi non dovrebbero pagare il prezzo di una scelta privata.
Una clausola morale e il dibattito etico: dove finisce la libertà?
Le voci della scuola parlano di incompatibilità con i principi di un asilo d’ispirazione cattolica. Noi comprendiamo che ogni istituto abbia delle linee guida, ma siamo di fronte a un interrogativo importante: quanto può incidere un’attività personale, magari considerata inopportuna, sul diritto di insegnare? Soprattutto se non si commette alcun reato e non si infrangono norme palesi. È vero che esiste una clausola “generica” sulla condotta morale e la direzione scolastica l’ha interpretata in modo rigido, sostenendo che la presenza su OnlyFans macchi l’immagine dell’istituto.
Elena, dal canto suo, ha spiegato che non condivide contenuti pornografici e che, anzi, non ha mai promosso apertamente il suo profilo. È stato un genitore a far emergere la questione. Alcuni riferiscono che la docente fosse pienamente consapevole dei rischi, ma ciò non la distoglieva dal ritenere di essere nel giusto: “Non ho fatto nulla di male, visto che il mio dovere a scuola l’ho sempre svolto con rigore”, ha confidato in diverse interviste riportate dai media.
La posizione dei sindacati: diritti e tutele per ogni lavoratore
Mentre l’istituto difende la propria immagine, la CGIL si è schierata apertamente a favore di Elena. Il sindacato ha ricordato che non esiste alcuna norma legale che impedisca a un insegnante di svolgere attività private a pagamento, purché la sfera professionale non risulti compromessa. “Chi intende licenziarla non ha la legge dalla sua parte”, ha detto un rappresentante locale, rimarcando l’assenza di specifici divieti contrattuali. Una presa di posizione piuttosto netta, che ha aperto la strada a un possibile conflitto legale, e noi ci domandiamo come si concilieranno queste due esigenze: da un lato il diritto alla vita privata, dall’altro le regole della scuola religiosa.
La tempesta mediatica e il timore per il futuro
Il rientro di Elena era previsto il 19 marzo, ma la sospensione ha bloccato tutto. Ora si trova in una situazione d’incertezza. Nessun licenziamento formale, nessuna lettera di dimissioni, almeno per il momento. Lei spera di tornare in classe, o di trovare comunque un accordo con la scuola per uscirne in modo dignitoso. Le sue parole dicono una cosa semplice: “Mi dispiace per i bambini, non vorrei che perdessero una figura di riferimento.” Noi crediamo che questa vicenda vada oltre la singola controversia. Riflette qualcosa di più grande: l’idea che un docente debba essere valutato dal lavoro che fa tra i banchi, non da ciò che fa altrove (ammesso che non violi la legge o clausole chiaramente esplicitate).
Una possibile evoluzione: codici etici più rigidi?
In alcuni comunicati, si legge che la Federazione Italiana Scuole Materne (FISM) starebbe vagliando un codice etico più stringente. Il Ministero dell’Istruzione – a sua volta – sembrerebbe intenzionato a rivedere le linee guida sull’uso dei social media per il personale scolastico. Questo dibattito, che ci coinvolge tutti, apre uno scenario in cui i confini tra pubblico e privato potrebbero diventare sempre più sfumati. Vi chiediamo: siete convinti che bastino regole più dure per tutelare i bambini, o si rischia di limitare eccessivamente le libertà individuali?
Un messaggio finale: libertà, responsabilità e il valore di insegnare
Alla fine, resta forte la consapevolezza che chiunque, nella propria vita, possa intraprendere scelte discutibili per alcuni e naturali per altri. Ciò che conta, nel contesto lavorativo, è la professionalità. Se un insegnante rispetta i doveri, ama i bambini e li segue con dedizione, forse non dovrebbe essere condannato per attività personali che non ledono diritti altrui. Questa è la lezione che sentiamo di cogliere.
Noi, come giornalisti e osservatori, vorremmo vedere Elena riconosciuta per il suo impegno in aula, senza che un profilo online – certo, difficile da conciliare con la morale religiosa di un asilo – possa offuscare la sua capacità di educare. Ognuno di noi può scegliere come arrotondare lo stipendio o esprimere una parte di sé, purché siano rispettate le regole e i valori fondamentali del vivere civile. Se la maestra ha sempre fornito ai piccoli l’attenzione e l’amore necessari, se non ha infranto alcuna norma giuridica concreta, perché condannarla senza appello?
Concludiamo con una riflessione che ci auguriamo possa coinvolgervi: siamo convinti che la società abbia bisogno di educatori appassionati, pronti a dare il meglio ai bambini, indipendentemente dal modo in cui trascorrono il proprio tempo libero. Sì, ci sono scelte personali che possono apparire scomode, ma la professionalità dovrebbe stare al primo posto. La storia di Elena ci insegna che la dignità di una persona va misurata sul campo, nella passione che mette nel proprio lavoro. E se la passione c’è, ha senso punirla solo per qualche fotografia ritenuta inopportuna? A voi la riflessione.
Attualità
Truman Capote e la ferita di un delitto: il nuovo sguardo di “Pagine” su Rai 5

Avvertiamo sempre un brivido, quasi un sussurro inquieto, quando pensiamo a quei delitti che scuotono intere comunità. Voi vi siete mai chiesti che cosa spinga uno scrittore a immergersi così a fondo in un omicidio da farne un romanzo-capolavoro? In “A sangue freddo” Truman Capote fece esattamente questo, scavando nella tragica vicenda della famiglia Clutter e finendo per portarsi dietro un peso enorme. Adesso, questo stesso racconto torna sotto i riflettori grazie al documentario di Julien Gaurichon e Frédéric Bas, che lunedì 24 marzo verrà proposto in seconda serata su Rai 5, all’interno di “Pagine”.
La voce di Federica Sciarelli: dal crimine narrato al crimine reale
Nel nuovo programma di Rai Cultura, ci affacciamo su scenari di letteratura che spesso s’intrecciano con la cronaca. Ed è proprio Federica Sciarelli, popolare volto di “Chi l’ha visto”, a introdurre il mondo di “A sangue freddo”. Sentiamo tutta l’intensità di chi ha familiarità con storie difficili, perché la Sciarelli di crimini ne ha raccontati tanti e sa bene quanto possa pesare l’eco di un fatto violento.
Noi immaginiamo la vita a Holcomb, in Kansas, nel 1959. Un posto tranquillo dove improvvisamente accade qualcosa di mostruoso: quattro membri della famiglia Clutter vengono trovati assassinati il 15 novembre. Capote, ancora noto soprattutto per “Colazione da Tiffany”, resta catturato dalla notizia letta sul “New York Times”. Un crimine così efferato lo spinge a passare cinque anni tra interviste e ricerche, fino alla pubblicazione di “A sangue freddo” nel 1965 sulle pagine del “New Yorker”. Nel 1966 esce il romanzo completo, e quel successo esplode al punto da cambiare la sua vita e quella di una certa narrativa true crime.
Le ombre dei colpevoli e le ferite interiori
Vi siete mai chiesti come reagiremmo davanti a chi ha commesso un massacro? Capote incontrò più volte i due responsabili, Perry Smith e Dick Hickock, ex pregiudicati in libertà vigilata. Ci sconvolge sentire che lui descriveva Perry come colto e sensibile, mentre Dick sembrava incredibilmente pacato. Eppure, nel 1960 furono entrambi arrestati e poi condannati a morte. Cinque anni dopo, Capote assistette alle impiccagioni. Da lì la ferita, un vuoto che lui stesso definì insopportabile: “Nessuno conoscerà mai il vuoto che A sangue freddo ha scavato in me. In qualche modo credo che questo libro mi abbia ucciso”.
Con filmati d’archivio e testimonianze, Gaurichon e Bas riportano alla luce la forza devastante di quella storia e mostrano quanto abbia segnato Capote. Noi ci ritroviamo quasi senza fiato, perché scopriamo un autore diviso fra la voglia di raccontare e il peso di un’esperienza troppo intensa. “Pagine” – curato da Silvia De Felice, Emanuela Avallone e Alessandra Urbani, per la regia di Laura Vitali – ci accompagna lungo questo percorso fra parole e immagini, invitandoci a esplorare la letteratura come specchio della realtà più crudele.
Non sappiamo se avremo mai risposte definitive, ma restiamo uniti in questa riflessione collettiva, mentre la Sciarelli ci introduce a un racconto che vibra ancora di tensione. E forse, alla fine, ci rendiamo conto che l’anima di Capote aleggia ancora su quelle pagine, come se il crimine avesse stretto uno strano patto con la sua penna.
Attualità
Processo Priebke: l’ombra del passato che ci parla ancora

Ci sentiamo afferrare alla gola ogni volta che riemerge un episodio legato ai crimini nazisti. Non è semplice, vero? Molti di voi, probabilmente, preferirebbero non rivivere certi ricordi. Eppure sentiamo il dovere di ripercorrere fatti come l’eccidio delle Fosse Ardeatine, perché non possiamo permettere che scivolino nell’oblio.
Un processo fra indignazione e memoria
Il nome di Erich Priebke rimane un simbolo del male: ex ufficiale delle SS, coinvolto in uno dei massacri più atroci del nostro Paese. Nel 1996 lo arrestano in Argentina e lo trasferiscono in Italia. Sembra quasi un film, ma è tutto drammaticamente reale. Il tribunale militare di Roma, in un’aula piccola e soffocante, diventa il palcoscenico di un dibattito giuridico infuocato. La prima sentenza riconosce la colpevolezza di Priebke ma, incredibilmente, dichiara prescritto il reato.
Vi immaginate la rabbia? Familiari delle vittime che protestano, che occupano l’aula, che non riescono ad accettare una conclusione tanto assurda. Eppure quei momenti di tensione hanno contribuito a riaccendere l’attenzione collettiva su un capitolo oscuro della nostra storia. Nel 1997, alla fine, arriva la condanna definitiva all’ergastolo, con un principio che ormai conosciamo bene: i crimini di guerra non vanno in prescrizione.
Sentiamo un fremito nel presentarvi La verità del male – Il processo Priebke, un documentario prodotto da Golem Multimedia, in collaborazione con Rai Documentari e Fondazione Museo della Shoah, che va in onda venerdì 21 marzo in seconda serata su Rai 3. Il racconto, scritto da Giancarlo De Cataldo e Alberto Ferrari, e diretto dallo stesso Ferrari, mette in scena le voci di chi ha vissuto quei giorni intensi: Francesco Albertelli (ANFIM), Giovanni Maria Flick (Ministro della Giustizia di allora), Antonino Intelisano (pubblico ministero del Tribunale Militare) e Riccardo Pacifici, protagonista delle proteste e oggi vice presidente della European Jewish Association. La narrazione di De Cataldo penetra nelle pieghe del passato, mentre la colonna sonora, firmata da Gabriele De Cataldo e il montaggio di Luca Mariani completano un quadro crudo e necessario.
Siamo convinti che un lavoro del genere non sia solo un prodotto televisivo. È un richiamo collettivo a guardare in faccia l’orrore e a non smettere di fare i conti con ciò che è stato. Voi siete pronti a rivivere tutto questo? Noi crediamo che non ci sia scelta: occorre ricordare, sempre.