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La Palazzina di Caccia di Stupinigi riapre e lancia un’inedita piattaforma streaming per una visita virtuale unica
La Palazzina di Caccia di Stupinigi ha chiuso le sue porte fisiche per l’emergenza sanitaria, ma ha aperto le porte digitali per interagire con il pubblico. Tra dirette facebook, racconti social di straordinari arredi, laboratori online per famiglie, approfondimenti #aportechiuse sui singoli ambienti, sono state superate le 100mila visualizzazioni, con una crescita costante, nell’ultimo anno, del numero di followers su Facebook e Instagram.
Da lunedì 26 aprile la Palazzina di Caccia di Stupinigi ha riaperto di nuovo i cancelli al pubblico, contingentando gli ingressi e applicando tutte le regole in vigore per una visita in sicurezza, rafforzando allo stesso tempo l’esperienza online con l’avvio di una nuova e innovativa piattaforma streaming personalizzata. Il nuovo servizio non utilizza le più comuni piattaforme e non si limita a virtual tour attraverso immagini statiche o con la ormai diffusa tecnologia Google Street View, ma per la prima volta in campo museale offre una vera e propria visita virtuale totale, narrata da Serena Fumero, referente per la Didattica, sala dopo sala, alla scoperta di opere, arredi e curiosità, per una durata complessiva di 45 minuti.
La fruizione online e on-site «non vuole essere un’offerta alternativa – spiega Marta Fusi, direttrice della Palazzina di Caccia di Stupinigi – ma complementare. Noi non abbiamo mai chiuso, in realtà, perché siamo sempre stati presenti online e vogliamo continuare a farlo offrendo questo nuovo servizio. La visita virtuale è pensata per chi preferisce rimanere a casa, per chi è distante fisicamente, ma anche e soprattutto per chi vuole conoscere la Palazzina prima della visita reale».
Oltre alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, si potrà visitare virtualmente anche la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, uno dei più celebri esempi del gotico internazionale, ed è in fase di preparazione anche la visita guidata dell’Abbazia di Santa Maria di Staffarda, uno dei più grandi monumenti medioevali del Piemonte. Sono state inoltre attivate modalità di visite online anche per le scuole.
Tutte le attività Facebook online di approfondimento saranno mantenute: “I Venerdì di Stupinigi”, ciclo di approfondimenti dentro e fuori il museo in programma tutti i venerdì all’ora del tè; “I racconti del Centro a Stupinigi” con protagonisti gli arredi del percorso museale, in collaborazione con il Centro di Conservazione Restauro La Venaria Reale; “Famiglie al Museo!”, l’appuntamento del sabato pomeriggio con le famiglie per una visita virtuale e un laboratorio; “#aportechiuse”, la rubrica del martedì di approfondimento su un ambiente della Palazzina.
Tra i primi appuntamenti in programma online, venerdì 30 aprile alle 18, il concerto dell’Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto dal titolo “Cerimoniale e Divertissement” che celebra la musica barocca e l’arte dei suonatori del corno da caccia (patrimonio Unesco). Si tratta della prima esecuzione integrale al mondo, dopo quella del 1971 di Paillard, e soprattutto della prima esecuzione assoluta con strumenti originali barocchi. Il concerto sarà trasmesso sulle pagine Facebook della Palazzina di Caccia di Stupinigi, Corni da caccia della Reggia Venaria – Accademia di Sant’Uberto, Regione Piemonte, VisitPiemonte, Reggia di Venaria.
Info: www.ordinemauriziano.it
Orario di apertura: dal lunedì al venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato e domenica 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18). Dal 3 maggio consueto orario con apertura dal martedì alla domenica.
Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro
Il prezzo del biglietto per la visita virtuale è di 5 euro.
www.vivaticket.com/it/biglietto/biglietto-virtuale-stupinigi/155057
www.vivavticket.com/it/biglietto/biglietto-virtuale-ranverso/155118
Cultura
Automobilismo, la 1000 Miglia a Miami con una mostra...
A un mese esatto dall’esordio della 1000 Miglia Experience USA Florida, che dal 22 al 25 Febbraio porterà lo spirito della Freccia Rossa nel sud del Sunshine State, l’Istituto Italiano di Cultura di Miami ha inaugurato, in collaborazione con 1000 Miglia, la mostra fotografica "1000 Miglia tra paesaggi e borghi storici italiani", che sarà aperta al pubblico fino al 10 Aprile 2025. Presente all’inaugurazione anche Michele Mistò, Console Generale d’Italia a Miami.
L’esposizione comprende più di 30 scatti, che ripercorrono la storia della Corsa più bella del mondo dalle leggendarie edizioni della 1000 Miglia di velocità a quelle della moderna gara di regolarità, con il focus sul connubio proprio della Freccia Rossa, che porta dei gioielli di design a quattro ruote nel cuore dell’Italia più bella, fra bellezze naturalistiche e gli scorci unici dei centri storici.
Il brand 1000 Miglia, così, giunge finalmente anche in Florida, dapprima con la mostra e poi, fra un mese esatto, con la partenza della primissima 1000 Miglia Experience USA Florida, un evento organizzato da Ega Worldwide Congress and Events con licenza di 1000 Miglia che partirà da Miami il 23 Febbraio per poi farvi ritorno, due giorni dopo, al termine di un percorso di gara diviso in tre tappe. Attraverso i panorami selvaggi del parco nazionale dell’Everglades, le vetture giungeranno a Naples, passando poi da Fort Myers, Venice e St. Petersburg per arrivare a Tampa. Il secondo giorno si ritornerà sulla sponda Sud-Orientale della Florida toccando Cape Canaveral, per poi iniziare la discesa fino al traguardo di tappa a West Palm Beach, dalla quale, martedì 25 Febbraio, si farà ritorno a Miami, dove il transito dai luoghi simbolo della Città Magica farà da preludio all’arrivo finale.
Cultura
E’ morto Luca Beatrice, il critico d’arte aveva...
Il ministro Giuli: "Piangiamo la scomparsa di un amico, di un protagonista della cultura italiana e internazionale che con il suo sapere ha formato artisti e artiste"
Luca Beatrice è morto oggi, 21 gennaio, all'età di 63 anni. Il critico d’arte e figura di spicco del panorama culturale italiano era stato colpito da un malore ed era ricoverato da giorni all'ospedale di Torino.
Il messaggio
A darne notizia sui social è il fratello Giulio che su Facebook ha scritto: "Due fratelli non sono due amici. Sono rami dello stesso albero che possono divergere con gli anni…ma il loro legame sarà eterno. Ciao Luca fai buon viaggio". Beatrice - già presidente del Circolo dei lettori di Torino e attuale presidente della Quadriennale di Roma 2025 - era ricoverato in ospedale a Torino a seguito di un malore.
"Piangiamo la scomparsa di un amico, di un protagonista della cultura italiana e internazionale che con il suo sapere ha formato artisti e artiste. Curatore, critico e docente, in ogni ruolo Luca ha espresso al meglio la sua vocazione di intellettuale e polemista al servizio dell’agone pubblico. La Quadriennale di Roma, istituzione da lui presieduta, rappresenta il culmine della sua brillante carriera. Il dolore provocato dalla sua morte è indicibile. Alla sua famiglia va il mio amorevole abbraccio", dice il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone ha dichiarato: "Il mondo dell’arte perde un critico appassionato non conforme e, come scriveva Brecht, nella categoria degli umani 'un imprescindibile'. Io ho perso un amico. A Dio, Luca".
Anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo si unisce al dolore della famiglia: “Con la scomparsa di Luca Beatrice perdiamo prematuramente un grande animatore della scena culturale torinese e italiana, mente acutissima capace di un pensiero profondo e di un confronto schietto e leale. Condoglianze sentite alla sua famiglia in questo momento di dolore”. E Rosanna Purchia, assessora alla Cultura della Città di Torino, aggiunge: “Ho conosciuto e apprezzato il lavoro, la competenza e le capacità di Luca Beatrice nei molti ruoli che negli anni ha ricoperto nelle istituzioni torinesi. Qui a Torino ho avuto modo di scoprirne anche la simpatia, la schiettezza, la capacità di un confronto sempre brillante e pieno di entusiasmo. Sentiremo molto la sua mancanza”.
A ricordare Beatrice anche Angelo Mellone, direttore Intrattenimento Day Time della Rai: "Amico mio, fratello mio, io non ho parole. Non ho proprio parole", è il messaggio sui social. "Te ne sei andato così, all'improvviso, da ragazzaccio dispettoso, da biker che non vuole perdere tempo coi convenevoli. Chissà, dove sei adesso, se potrai ammirare quella perfezione nell'arte che hai inseguito e raccontato per tutta la vita. Che tu possa guardarci dall'alto di un deltaplano o di un aereopoema, cuore mio", conclude.
Cultura
Da Tortora a Benigni, Giancarlo Governi racconta i suoi...
Autore di numerosi programmi tv, lo scrittore e giornalista ripercorre la sua vita attraverso anche gli incontri che segnarono la sua giovinezza in via della Lungara a Roma
Una carrellata di storie, personaggi, ricordi. Momenti piacevoli da incorniciare e vicende più tristi che hanno segnato la coscienza civile del Paese. Protagonisti della televisione che hanno scritto pagine fondamentali nell'evoluzione del piccolo schermo. E poi gli amici di una vita, quelli con cui ha condiviso buona parte della giovinezza trascorsa nei vicoli di Trastevere, a Roma. Memorie che Giancarlo Governi, giornalista e scrittore ma soprattutto sceneggiatore, autore e conduttore di trasmissioni che hanno caratterizzato il panorama televisivo degli anni passati, ha raccolto nel libro 'Amici', appena pubblicato da Fazi Editore: una testimonianza sulla televisione che fu, cui si aggiungono i ritratti dei tanti amici che Governi - figlio unico - ha conosciuto durante la sua vita.
Sono tante le storie che Governi, tra i fondatori di Rai2, snocciola nel suo memoir che, dalla Roma degli anni Quaranta, arriva al periodo d'oro della nostra televisione. Ricordi piacevoli, ma anche tristi e toccanti. Come quello, dice Governi intervistato dall'AdnKronos, su Enzo Tortora recluso nel penitenziario di Bergamo. Uno dei maestri della televisione, 'padre' di 'Portobello', era stato accusato di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico.
"Quando fu arrestato - racconta - cademmo nello sconcerto più totale. Andai nel carcere di Bergamo. Entrai nel parlatorio e arrivò quest'uomo completamente distrutto. Si era rapato a zero da solo con una lametta e si era fatto anche dei tagli alla cute. Appena lo vidi mi chiese: 'Dimmi che cosa ci fa un galantuomo qui dentro? Mi misi a piangere e, insieme a me, pianse anche la guardia carceraria che l'accompagnava. Lo abbracciò e gli disse: 'Signor Enzo, non faccia così, lo sappiamo che è innocente". Con il conduttore di 'Portobello', Governi aveva "un rapporto storico perché - ricorda - ero stato il direttore di alcune annate della trasmissione. Era un programma rivoluzionario che sbaragliò tutti facendo degli ascolti pazzeschi. Tra l'altro, da 'Portobello' furono tirati fuori tanti format tra cui 'Chi l'ha visto' e 'Agenzia matrimoniale'".
Un ricordo positivo, invece, è quello legato all'ascesa di Benigni. Dopo averlo conosciuto, seguendolo in uno spettacolo che tenne in una cantina chiamata Alberichino malgrado non ci fossero spettatori, lo portò alla Rai dove lo accolsero con diffidenza, "ad eccezione di Massimo Fichera". Gli offrirono una "paga da comprimario mentre noi lo volevamo come protagonista. Io - ricorda - iniziai a litigare con i funzionari dell'Ufficio Scritture della Rai. Ma, un certo punto, Benigni mi fermò e mi disse: 'Giancarlo, lascia stare. Adesso prendo questa paga perché sono un morto di fame, ma arriverà il giorno in cui questi signori mi correranno dietro e mi daranno quello che voglio io'".
Benigni, prosegue Governi, "è figlio di contadini poveri, il padre era mezzadro. Studiò fino alla terza media perché non aveva i mezzi per continuare. E' stato un autodidatta: quando l'ho conosciuto, aveva poco più di vent'anni, sapeva tutto l'Inferno di Dante a memoria. Ora conosce tutta 'La Divina Commedia' a memoria". Oltre a Tortora e Benigni, Governi si nel suo libro si occupa anche degli altri grandi della televisione del passato. Quale eredità hanno lasciato? "Penso che Pippo Baudo - risponde - sia quello che ha incarnato meglio di tutti la grande televisione generalista, con il suo nome, la sua presenza e il suo modo di parlare. Un grandissimo innovatore è stato Maurizio Costanzo: è nato in Rai ma poi è passato a Mediaset. Il pioniere è stato Mike Bongiorno".
Tra i programmi che ha ideato, Governi è legato a una trasmissione in particolare, 'Supergulp!', un format dedicato al mondo dei fumetti. "Fu un programma rivoluzionario, conquistammo un pubblico completamente nuovo che aveva letto i fumetti soltanto sui giornaletti", sostiene Governi, ricordando che "entrammo in guerra con Mike Bongiorno. Il programma veniva mandato in onda sulla seconda rete lo stesso giorno in cui c'era 'Rischiatutto', che era il programma di punta. Quando Fichera divenne direttore di rete, decise di fare cento puntate. Dopo smettemmo perché, a un certo punto, il video fu invaso dai cartoni animati giapponesi. Per questo rinunciammo, ma entrammo nel mito perché ora tutti ricordano 'Supergulp!' come un programma dell'età dell'oro della televisione. Un altro programma cui sono molto legato - aggiunge - è 'Storie di un italiano'. Grazie ad Alberto Sordi imparai a fare una televisione più ardita e profonda. L'idea iniziale era quella di confezionare un documentario di mezz'ora. Poi realizzammo quattro stagioni e qualcosa come 26 puntate. Portammo il programma - ricorda - a New York. Al Lincoln Center facemmo un incontro incredibile. Un uomo con l'impermeabile, il cappello e il bavero alzato che sembrava Humphrey Bogart si inginocchiò davanti ad Alberto scandendo: 'Questo signore è il mio maestro'. Era Jack Lemmon"
Tornando ora al presente della televisione, è scontato apire una piccola finestra sul Festival di Sanremo sul quale si discute già da molti oggi tra annunci del conduttore Carlo Conti e pagella ai brani in gara. Vedrà il Festival? "Vedo sempre Sanremo perché è lo specchio dell'Italia. E' diventato uno spettacolone, una grande vetrina in cui viene rappresentata il meglio che si possa offrire nel campo della canzone in maniera molto assortita: c'è la musica bella e la negazione della musica, c'è un po' di tutto. E' l'unica trasmissione in cui la televisione generalista riesce ad essere tale, massimizzando l'ascolto. Un ascolto diversificato in cui sono presenti tutti: dai bambini ai vecchi", afferma Governi evidenziando che il "Festival moderno è stato lanciato da Pippo Baudo".
Dal racconto dei cosidetti 'amici di acquisizione', Governi passa infine a menzionare anche gli amici di una vita, quelli che disegnano "un mondo sparito. Sono nato - dice - in via della Lungara in una famiglia poverissima. Sono figlio unico. Questa è stata la mia fortuna perché se avessi avuto un fratello mi sarei fermato alla quinta elementare. Su tutti ricordo Luigi: era di una famiglia benestante, mi accolse nella sua casa in cui andavo tutti i pomeriggi. In un capitolo racconto che da bambino venni ammesso nel Coro della Cappella Sistina. Ero il 1950, avevo la voce bianca. Cantai per il Papa in occasione del Giubileo di quell'anno", conclude Governi che presenta il libro martedì 21 gennaio alle 18 nella Libreria Auditorium Notebook dell'Auditorium Parco della Musica di Roma dialogando con Vincenzo Salemme. (di Carlo Roma)