Bollettino Coronavirus di Giovedì 25 Marzo 2021, rapporto positivi/tamponi al 6,78%
In data 25 marzo l’incremento nazionale dei casi è +0,68% (ieri +0,62%) con 3.464.543 contagiati totali, 2.794.888 dimissioni/guarigioni (+21.673) e 106.799 deceduti (+460); 562.856 infezioni in corso (+1.548). Ricoverati con sintomi -14 (28.424); terapie intensive +32 (3.620) con 260 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 349.472 tamponi totali (ieri 363.767) di cui 203.176 molecolari (ieri 213.745) e 146.296 test rapidi (ieri 150.022) con 117.274 casi testati (ieri 115.211); 23.696 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 6,78% (ieri 5,84% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 20,20% (ieri 18,45% – target 3%).
Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 5.046; Piemonte 2.582; Emilia Romagna 2.070; Campania 2.068; Lazio 2.055; Puglia 2.033; Veneto 1.861; Toscana 1.518. In Lombardia curva +0,71% (ieri +0,60%) con 59.696 tamponi totali (ieri 59.626) di cui 41.558 molecolari (ieri 39.623) e 18.138 test rapidi (ieri 20.003) con 14.147 casi testati (ieri 13.089); 5.046 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 8,45% (ieri 7,18% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 35,66% (ieri 32,71% – target 3%); 712.996 contagiati totali; ricoverati +46 (7.132); terapie intensive stabili (845) con 26 nuovi ingressi del giorno; 30.185 decessi (+100).
Qualche buona notizia oggi, sul fronte dei vaccini e della loro risposta alle varianti virali. I primi risultati in arrivo dagli studi in corso a livello mondiale, riportati nel Bollettino epidemiologico dell’Oms, prendono in esame l’efficacia dei principali vaccini contro le tre varianti attualmente più diffuse: inglese, sudafricana e brasiliana. Nel primo caso sono state ottenute numerose prove sull’attività anticorpale indotta dai vaccini AstraZeneca, Bharat Moderna, Novavax e Pfizer. In particolare i due vaccini AstraZeneca e Pfizer sono stati osservati anche nel corso di uno studio condotto in Uk nel periodo in cui la variante in oggetto era ormai prevalente: mostrando efficacia nel ridurre infezioni, ospedalizzazioni e decessi.
Per entrambi i vaccini è stata dimostrata anche l’efficacia, già dopo la prima dose, nel ridurre i casi sintomatici nella popolazione over 70 con un livello di protezione ancora maggiore verso le forme più gravi della malattia. Per quanto riguarda la variante sudafricana un buon numero di studi ha confermato una riduzione della risposta immunitaria sia nei soggetti precedentemente colpiti dal ceppo originario, sia in quelli vaccinati. Tuttavia le analisi delle cellule T (memoria immunitaria) suggeriscono che questo tipo di immunità sia meno influenzata dalla variante stessa e si mantenga nel tempo simile a quella indotta dal ceppo di Wuhan. In ogni caso per i vaccini AstraZeneca, Janssen (Johnson & Johnson), Novavax e Pfizer ci sono evidenze di un’efficacia contro le forme cliniche della malattia, con studi ancora in corso in particolare su AstraZenenca per verificare il livello di protezione ottenibile con un intervallo di tempo più lungo tra prima e seconda dose. Per quanto riguarda infine la variante brasiliana, che sembra avere un impatto più limitato delle due precedenti nell’aggravare la manifestazione clinica della Covid-19, gli studi si sono concentrati sui vaccini Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Sinovac: l’attività di neutralizzazione si riduce da 2,6 a 10 volte rispetto a quella ottenuta contro il virus originario, in particolare per quanto riguarda il vaccino Sinovac che non garantisce una risposta neutralizzante efficiente e suggerisce la possibilità di reinfezione nei soggetti così vaccinati. Tuttavia, anche nel caso della variante brasiliana, uno studio condotto sulle cellule T conferma una significativa risposta grazie alla memoria immunitaria a lungo termine.
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