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Il medico risponde: Che cos’è l’obesità, complicanze, prevenzione e cura

“Il Medico risponde”

Che cos’è l’obesità, complicanze, prevenzione e cura

DOMANDA

Dottore buonasera, sono Vittoria una affezionata lettrice del giornale Sbircia la Notizia Magazine, posso farle qualche domanda? Mi dice per favore che cos’è l’obesità, le cause che la favoriscono, la sua evoluzione, le complicazioni, come trattarla e prevenirla. Quale specialità medica tratta questa patologia? Ho sentito parlare di un “cervello dello stomaco” che cos’è? Se possibile mi dia una spiegazione globale per cortesia. Mi può mandare le risposte anche sulla mia mail, grazie tante. Buona serata.
Vittoria C.

RISPOSTA

A cura del Dr. Ferdinando Martinez

ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo  informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente  intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."

Salve Vittoria, grazie per avermi ed averci preferito.

L’obesità che cos’è?

Vittoria, secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’obesità è definita come un accumulo anormale ed eccessivo di grasso corporeo che può essere molto dannoso per la salute.
Il grasso corporeo “normale” è solitamente inferiore negli uomini (10–15% del peso corporeo) rispetto alle donne (20–25% del peso corporeo).

Per caratterizzare l’obesità, utilizziamo l’indice corporeo BMI acronimo della dicitura inglese Body Mass Index che viene calcolato dividendo il peso (in kg) per l’altezza (in m) al quadrato.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità utilizza una tabella di riferimento per controllare lo stato fisico corrispondente:
  • Inferiore a 16: grave magrezza
  • Inferiore a 18.5: sottopeso
  • Tra 18.5 e 25: peso forma
  • Tra 25 e 30: sovrappeso
  • Superiore a 30: adiposità (obesità classe 1)
  • Superiore a 35: obesità classe 2
  • Superiore 40: obesità classe 3

Il valore normale è compreso tra 20 e 25 negli uomini e tra 19 e 24 nelle donne.
Questo indice è più efficace nella valutazione dell’obesità rispetto alla semplice misurazione del peso.

Per i bambini, questo calcolo è irrilevante Vittoria, poiché durante la fase di crescita i vari parametri sono molto variabili e legati al sesso e all’età di ciascun bambino o ragazzo. Per questo il modo migliore per tenere sotto controllo il peso dei bambini rimane quello di calcolare i percentili, ossia le unità di misura che aiutano a monitorare lo sviluppo fisico di quest’ultimi.
Il calcolo dei percentili è un calcolo statistico, basato fondamentalmente su gruppi da 1.000 bambini della stessa età, che vengono suddivisi considerando il peso e la statura. Codificati successivamente in 100 sottogruppi formati da 10 bambini. Ciascuno di questi sottogruppi è un centile e ogni centile rappresenta (1%) l’uno per cento della popolazione infantile dell’età anagrafica esaminata.

Nel primo centile i bambini più minuti, nel centesimo quelli più alti e grossi
  • Inferiore al 5° Percentile: sottopeso
  • Dal 5° all’85° Percentile: normale
  • Dal 85° al 95° Percentile: A rischio di sovrappeso
  • Superiore al 95° percentile: sovrappeso

Quali cause favoriscono l’obesità?

Vittoria, le cause sono numerose e spesso multifattoriali, l’accumulo di diversi fattori porta all’obesità:

  • Fattori genetici: il 70% delle persone obese ha almeno un genitore nella stessa situazione. Le anomalie genetiche comportano una diminuzione del dispendio a riposo e durante lo sforzo fisico, una diminuzione del dispendio energetico dopo i pasti e una particolare distribuzione del tessuto adiposo o della massa grassa.
    Tuttavia, non sono considerati sufficienti per spiegare l’insorgenza dell’obesità, ad eccezione della malattia di Prader-Willi (molto rara).
  • Fattori dietetici: un eccesso d’apporto calorico, cibi grassi, condimenti abbondanti, fritture e alimenti zuccherini, porta all’obesità. Inoltre, anche i disturbi alimentari (spuntini continui, compulsioni alimentari abnormi per determinati cibi, bulimia) sono coinvolti nell’aumento di peso.
  • Fattori psicologici: in caso di forte disagio o stress, si osserva una compensazione tramite il cibo, in particolare con cibi confortanti molto calorici, zuccherini e grassi.
  • Un disturbo dell’assunzione di cibo: le molecole responsabili della trasmissione dei messaggi nel cervello, i neurotrasmettitori, sono coinvolte nella regolazione dell’assunzione di cibo. Alcuni lo stimolano, altri lo inibiscono, sono in parte coinvolti nel verificarsi di disturbi alimentari.
  • Insufficiente dispendio energetico giornaliero: l’assenza di esercizi fisici quotidiani e uno stile di vita troppo sedentario ( in particolare lo sguardo passivo davanti agli schermi ) portano ad una riduzione del dispendio energetico e ad uno squilibrio sfavorevole in relazione all’assunzione di cibo.
  • Mancanza sufficiente di sonno ristoratore : la durata del sonno tra i 18-55 anni è di 7 ore, con un terzo degli adulti che dorme meno di 6 ore a notte.
    Per quanto riguarda gli adolescenti, la metà di loro dorme meno di 8 ore a notte, mentre si consiglia un periodo di sonno di 8, 9 ore circa.

Tuttavia, vari studi hanno dimostrato un’associazione epidemiologica tra una breve durata del sonno e un indice di massa corporea IMC elevato, legato all’obesità. Quando la durata del sonno è inferiore alle 5 ore per notte, il rischio di obesità aumenta del 60%.

Infatti, ogni ora di aumento del tempo di sonno è associata a una riduzione del 9% del rischio di obesità. Pertanto, un sonno inferiore alle 6 ore moltiplica per 4 il rischio di obesità rispetto a un sonno superiore a 7 ore. Questo impatto è quindi molto maggiore di quello dell’assunzione di cibo o della mancanza di attività fisica. IL fenomeno è scientificamente spiegato da una riduzione della leptina e da un aumento della grelina, un ormone secreto nello stomaco che stimola l’appetito.

La sua evoluzione

L’obesità è un fenomeno complesso che evolve per fase e ha molte possibili spiegazioni, si evolve in due fasi.

  • La fase dinamica (o fase di costituzione) è caratterizzata da un aumento di peso. Deriva da una rottura dell’equilibrio tra l’energia fornita dal cibo e quella spesa dall’organismo, cioè cibo in eccesso e/o riduzione della spesa.
  • La fase statica , detta anche “fase di mantenimento” durante la quale il peso rimane elevato.

Durante la prima fase, le cellule adipose si riempiono di grasso a causa dell’eccessivo apporto calorico, si parla di obesità ipertrofica. Successivamente, abbiamo poi l’obesità iperplastica, in cui le cellule adipose, dopo essersi ingrandite, si moltiplicano a dismisura.

Un malfunzionamento del tessuto adiposo bruno (tessuto adiposo così denominato per la sua colorazione bruna data dall’elevata presenza di ferro associato ai citocromi presenti nei mitocondri di origine genetica), favorisce l’aumento di peso. Il tessuto adiposo bruno è solitamente responsabile del dispendio energetico indotto dall’assunzione di cibo e del dispendio energetico indotto per combattere il freddo.

La causa principale dell’obesità e del sovrappeso è uno squilibrio energetico tra le calorie consumate e quelle consumate.

  • Un maggiore consumo di cibi ipercalorici ad alto contenuto di grassi e zuccheri ma a basso contenuto di vitamine, minerali e altri micronutrienti.
  • Un calo dell’esercizio fisico dovuto alla natura sempre più sedentaria di molte forme di lavoro, al cambiamento delle modalità di trasporto e all’urbanizzazione.

Quali complicazioni?

Le complicanze dell’obesità sono comuni, le più gravi sono cardiovascolari e respiratorie. L’obesità androide, in cui il grasso si trova principalmente nell’addome, ha più complicazioni cardiache rispetto all’obesità ginoide.
Può essere causa di ipertensione, insufficienza cardiaca o incidenti cardiovascolari.

L’insufficienza venosa, responsabile dell’edema degli arti inferiori, delle vene varicose, delle flebiti o delle ulcere varicose, è, da parte sua, molto comune nelle persone obese di tipo ginoide.

I disturbi della ventilazione sono molto comuni nei casi di sovrappeso e obesità.
L’accumulo di grasso nel torace ostacola l’espansione della gabbia toracica durante la respirazione.
Molte persone obese soffrono di affanno durante lo sforzo (dispnea).

Le persone obese corrono il rischio di sperimentare l’apnea notturna, che è la cessazione spontanea della respirazione che si verifica durante il sonno, più volte all’ora. Tuttavia, queste apnee possono essere la causa di gravi incidenti cardiaci o cerebrali.

Inoltre, l’obesità ha effetti sulla produzione di ormoni sessuali. Nelle donne ad esempio i disturbi del ciclo sono molto comuni mentre, gli uomini possono presentare ipogonadismo.

Sempre dal lato endocrino, l’obesità ha gravi conseguenze con la comparsa di insulino-resistenza e diabete di tipo 2 o addirittura una sindrome metabolica (ipertensione, eccesso di colesterolo e diabete).

Quali trattamenti?

Vittoria, attenzione, i trattamenti farmacologici per l’obesità devono essere consigliati, prescritti e controllati solo ed esclusivamente dal proprio medico di famiglia o dallo specialista.

È opportuno ricordare che l’obiettivo del trattamento non è quello di raggiungere un normale Indice di Massa Corporea IMC (o BMI) a tutti i costi nella maniera più rapida possibile. Gli obiettivi di dimagrimento vengono stabiliti caso per caso, con oculata cautela con il medico di fiducia a seconda del contesto e delle condizioni generali di ogni singola persona.

Il trattamento farmacologico è prescritto se, dopo un follow-up con sane regole di vita quotidiana, modificate con dieta corretta e regolare attività fisica, il peso è rimasto stabile.

Tra i farmaci ricordiamo:

  • Orlistat riduce l’assorbimento dei grassi dal cibo, aumentando la quantità di grasso nelle feci. Se il farmaco prescritto è efficace, il trattamento viene continuato per uno o due anni a seconda della perdita di peso da sostenere.
  • Mucillagini assorbendo i liquidi donano un senso di sazietà. In secondo luogo, in caso di fallimento dopo il trattamento con orlistat o mucillagini per tre mesi. Il farmaco viene cambiato: se è stato prescritto orlistat, viene abbandonato per le mucillagini e viceversa.
  • Sibutramina, in caso di fallimento nonostante il cambio di trattamento dopo tre mesi, la sibutramina può essere prescritta da un endocrinologo, un cardiologo o uno specialista in medicina interna. Questa molecola agisce come farmaco anoresizzante, facilitando la comparsa del naturale senso di sazietà postprandiale aumenta la produzione di calore (termogenesi).

Quali sono le precauzioni da prendere con questi farmaci?

Con la sua azione, l’orlistat può essere all’origine di disturbi digestivi minori (flatulenza, emissione di feci oleose, perdite untuose). Più grasso è un pasto, più gravi sono questi disturbi.

Le mucillagini non possono essere prescritte a persone che soffrono di un disturbo stenosante del tubo digerente, cioè quando c’è un ostacolo che impedisce il normale transito attraverso il tubo digerente.

Poiché la sibutramina agisce sui processi che coinvolgono molecole chiave dei sistemi nervoso e cardiovascolare, il suo uso è controindicato in una serie di situazioni tra cui gravi disturbi psichiatrici, patologie cardiovascolari, insufficienza epatica o renale. Questo è il motivo per cui la sua prescrizione è riservata ad un piccolo numero di persone obese e deve essere presa seriamente in considerazione solo ed esclusivamente da uno specialista.

Trattamento chirurgico

La chirurgia può essere indicata in alcune obesità
C’è un solo trattamento chirurgico: la chirurgia bariatrica .
Eseguito in modo eccezionale perché può avere profonde conseguenze psicologiche, riguarda solo le persone con un BMI maggiore di 40 o quelle con un BMI maggiore di 35 che hanno gravi complicazioni: diabete o disturbi articolari e deambulazione per l’eccessivo peso.

Questo intervento prevede due tipi di tecniche:

  • In quelli basati sulla restrizione gastrica, la procedura chirurgica mira a ridurre il volume dello stomaco. Il chirurgo pone quindi un bendaggio gastrico che costringe la persona a ridurre l’assunzione di cibo. Questa operazione è reversibile in quanto l’anello può essere allentato.
  • Il secondo tipo di intervento, rappresentato dal bypass gastrico, consiste nel creare, dallo stomaco, un bypass per bypassare appunto parte dell’intestino tenue. Questa operazione provoca una diminuzione dell’assimilazione del cibo e, soprattutto, dei grassi.

In queste due tipologie di intervento il calo ponderale nei mesi successivi all’intervento è notevole: dal 40 al 75% del peso in eccesso.

Tuttavia, poiché questi interventi non sono privi di gravissimi rischi e complicazioni, si consigliano quattro consulti di follow-up nel primo anno dopo l’intervento, poi da uno a due all’anno e questo per tutta la vita.

Come prevenirla?

La prevenzione associa soprattutto una sana dieta equilibrata e un’attività fisica costante e regolare.
La prevenzione oggi è ancora il modo migliore per combattere l’obesità perché una volta acquisito con facilità l’eccesso di peso, spesso diviene molto difficile rimettersi in forma.

La prevenzione dovrebbe iniziare in tenera età. Un bambino in età prepuberale obeso ha una probabilità del 20-50% di rimanere obeso da adulto, con un rischio fino al 50-70% dopo la pubertà.

Fin dai primi anni, i genitori quindi, dovrebbero essere vigili per non lasciare che le principali cause dell’obesità nei bambini prendano piede (mancanza di sport, eccessivo tempo statico davanti alla televisione, spuntini continui, merendine contenenti grassi idrogenati e saturi, dieta squilibrata che lascia poco spazio a frutta e verdura …).

Per tutta la vita bisogna fare attenzione ad avere una dieta equilibrata e varia, possibilmente di tipo mediterraneo, ripartita su tre pasti reali durante la giornata.

Infine, la pratica di un’attività fisica regolare, se non consente di per sé di dimagrire in mabiera reoentina, permette col tempo di regolare le riserve energetiche aumentando l’utilizzo dei grassi e degli zuccheri. È anche un fattore importante per mantenere il peso forma una volta ottenuti i risultati desiderati.

Quale branca della medicina?

Vittoria, l’endocrinologia, è la branca della medicina che studia il funzionamento, il metabolismo, le malattie e le modalità di cura delle ghiandole endocrine (quelle che producono ormoni per intenderci) e del metabolismo (tutte le funzioni del corpo essenziali alla vita come, ad esempio, la produzione e l’uso del glucosio). Gli ormoni sono sostanze che vengono trasportate dal sangue e agiscono su diversi organi: così il testosterone prodotto dai testicoli agisce sulle ossa, sulla pelle, sui tessuti adiposi. Molte funzioni metaboliche (regolazione della glicemia, livello di calcio, ecc.) dipendono dagli ormoni.

Qualsiasi funzionamento anormale delle ghiandole endocrine (iperfunzione o ipofunzione) o dell’organo recettore (“sensibile”) a un ormone (la pelle e i capelli per gli ormoni femminili e maschili, per esempio) provocherà disturbi più o meno gravi o malattia endocrina.

I disturbi ormonali sono molto vari: disturbi della crescita, perdita di peso o, al contrario, aumento di peso, obesità, diabete, disturbi della regolazione dei lipidi, infertilità, problemi del ciclo…

Il ​​cervello nello stomaco

L’assorbimento di cibi grassi e zuccherini durante l’infanzia interrompe lo sviluppo dei neuroni situati sulle pareti del nostro sistema digerente. Questo potrebbe spiegare alcuni disturbi nell’assunzione di cibo.

Si Vittoria, abbiamo tutti “il ​​cervello nello stomaco”. Una rete di neuroni situati sulle pareti del tubo digerente regola le funzioni digestive. Questo sistema nervoso enterico (ENS), composto da oltre 100 milioni di neuroni, è il secondo organo neurologico del nostro corpo in grado di liberare neurotrasmettitori come la serotonina.

Tuttavia, un team di ricercatiri ha appena dimostrato che una dieta troppo ricca di grassi e zuccheri ha interrotto il suo sviluppo nei topi. I loro risultati pubblicati su The Journal of Physiology aprono nuove prospettive per la comprensione dei meccanismi che portano all’obesità.

I ricercatori hanno iniziato rendendo i giovani topi obesi dando loro una dieta ricca e dolce come la “pizza-soda”. Sorprendentemente, hanno scoperto che questo tipo di cibo modifica la naturale evoluzione di questo cervello secondario prevenendo la naturale scomparsa di parte dei neuroni.

Il cervello immaturo accelera lo svuotamento gastrico

Tutto quindi accade come se una dieta troppo ricca stesse riprogrammando il nostro mini-cervello. La dieta ricca di grassi e zuccheri impedisce al tratto digerente di adattarsi a una dieta corrispondente all’età adulta e mantiene il suo fenotipo giovane corrispondente a un periodo della vita in cui l’assunzione di cibo è massima.

I ricercatori osservano anche nelle cavie, come nei pazienti obesi, un’accelerazione dello svuotamento gastrico che potrebbe essere collegata a questo disturbo del sistema nervoso enterico. In altre parole, il nostro “secondo cervello” darebbe l’ordine di accelerare il transito del cibo. Si sospetta che questo fenomeno riduca la sensazione di sazietà e promuova l’assunzione di cibo. Questo circolo vizioso potrebbe spiegare parte dei casi di obesità.

L’influenza del cibo sul nostro “secondo cervello” potrebbe anche, a lungo termine, portare alla prevenzione di patologie neurodegenerative digestive attraverso approcci nutrizionali.

Vittoria le ricordo che la mia risposta, non intende in alcun modo sostituirsi all’autorevole parere del Medico di famiglia, Medico Curante o di altre Figure Sanitarie di fiducia, preposte alla corretta interpretazione del problema in oggetto, a cui rimando, rigorosamente, per ottenere una più precisa indicazione incline sulle origini di qualsiasi sintomo stesso, grazie per la cortese comprensione, le auguro una meravigliosa domenica.

Non ut edam, vivo; sed ut vivam, edo.
Non vivo per mangiare, ma mangio per vivere.

(Marco Fabio Quintiliano)

Aspettiamo le vostre domande, inviatecele via mail a info@sbircialanotizia.it

Docente di Medicina Clinica e Chirurgia Generale: si occupa principalmente della nostra rubrica “Il medico risponde”, ma anche della creazione di articoli riguardanti il campo della medicina. Tutti gli articoli vanno considerati a scopo esclusivamente informativo.

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Malattia di Crohn, circa 15 mila pazienti in Emilia Romagna e 7mila in Piemonte 

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In Emilia Romagna si registrano circa 15.000 pazienti affetti dalla malattia di Crohn, di cui ben 7.000 sono seguiti a Bologna. Questa patologia, che mostra un’incidenza in costante aumento, vede un incremento anche nel numero di pazienti con condizioni complesse. Questi richiedono il supporto di centri di terzo livello e trattamenti innovativi, personalizzati in base alle esigenze individuali. L’introduzione di mirikizumab, un’opzione terapeutica con un eccellente profilo di efficacia e sicurezza, rappresenta una risorsa fondamentale sia per i pazienti naive sia per coloro che hanno avuto insuccessi con terapie avanzate. Considerando l’impatto significativo della malattia, caratterizzata da sintomi come diarrea cronica, dolore addominale e urgenza intestinale, questa nuova soluzione apre possibilità per migliorare la qualità della vita quotidiana. Lo sottolinea Paolo Gionchetti, professore di Medicina Interna e direttore del Ssd Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali presso l’Irccs Aou Policlinico Sant’Orsola di Bologna, in relazione all’approvazione del farmaco da parte della Commissione Europea. Mirikizumab, un antagonista dell’interleuchina-23p19 (IL-23p19), è destinato al trattamento della malattia di Crohn in fase attiva moderata o grave negli adulti che non hanno risposto adeguatamente o che non tollerano le terapie tradizionali o i trattamenti biologici. Il farmaco è già stato approvato in Italia nel 2024 dall’Aifa per la gestione della colite ulcerosa attiva da moderata a grave.

In Piemonte, si stima che oltre 7.000 persone convivano con la malattia di Crohn. Se non adeguatamente trattata, questa condizione può portare a complicazioni che richiedono ospedalizzazioni o interventi chirurgici. Marco Daperno, dirigente medico presso la Sc di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, evidenzia che, data l’ampia varietà di manifestazioni cliniche e la diversità delle risposte terapeutiche, mirikizumab rappresenta una opportunità significativa. Il farmaco si dimostra efficace e sicuro, non solo per i pazienti che affrontano fallimenti terapeutici precedenti, ma anche per quelli naive, offrendo una gestione a lungo termine della malattia e dei suoi sintomi spesso debilitanti.

L’approvazione del farmaco da parte della Commissione Europea segna un importante passo avanti nel trattamento della malattia di Crohn. Questa terapia mirata offre ai pazienti una possibilità concreta di migliorare sensibilmente la loro qualità di vita. Attualmente, molti pazienti non raggiungono una remissione completa o non riescono a mantenere la malattia sotto controllo a lungo termine. È noto che fino al 40% dei pazienti non risponde ai farmaci inibitori del TNF, e che il 50% di quelli inizialmente beneficiati perde i vantaggi entro il primo anno di trattamento.

La decisione della Commissione Europea si basa sul parere positivo espresso nel dicembre 2024 dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Questa approvazione è supportata dai risultati dello studio clinico di fase 3 Vivid-1, che ha dimostrato un miglioramento significativo nei pazienti trattati con mirikizumab rispetto al placebo. I dati indicano che il 54,1% dei pazienti ha raggiunto la remissione clinica (contro il 19,6% con placebo) e il 48,4% ha mostrato una risposta endoscopica a un anno (contro il 9% con placebo). Attualmente, il farmaco è in fase di studio anche nel progetto Vivid-2, che valuta la sua sicurezza ed efficacia fino a tre anni. Tra i pazienti che hanno ottenuto una risposta endoscopica dopo un anno nel Vivid-1, oltre l’80% ha mantenuto i risultati, mentre quasi il 90% ha conservato la remissione clinica nel secondo anno di trattamento. Inoltre, il 32,5% dei pazienti trattati con mirikizumab ha mostrato miglioramenti della risposta endoscopica già dopo tre mesi, rispetto al 12,6% del gruppo placebo.

Secondo Elias Khalil, presidente e amministratore delegato di Lilly Italy Hub, questa approvazione rappresenta un passo fondamentale per migliorare il benessere dei pazienti. “Il nostro obiettivo è offrire soluzioni terapeutiche innovative e sicure, collaborando con la comunità scientifica per affrontare i bisogni non ancora soddisfatti delle persone che convivono con questa patologia. Siamo certi che mirikizumab possa fare la differenza nella gestione della malattia di Crohn e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti”, afferma Khalil.

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Mal di primavera, dalle allergie all’insonnia ecco le noie della stagione 

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La primavera è spesso considerata la stagione del risveglio, anche se porta con sé alcune *piccole difficoltà* legate all’adattamento al cambio stagionale. Tra i disturbi più comuni troviamo allergie, problemi di sonno, raffreddamenti dovuti agli sbalzi termici e dolori articolari. Giorgio Sesti, docente di medicina interna all’Università Sapienza di Roma, offre una panoramica su queste problematiche.

Le allergie primaverili sono tra i disturbi più tipici, causate dall’aumento di pollini dovuto alle fioriture stagionali. Queste allergie, soprattutto quelle respiratorie, possono generare un notevole malessere, sottolinea il medico.

Un altro fattore di disagio è rappresentato dall’allungamento delle giornate, soprattutto con l’introduzione dell’ora legale. Questo cambiamento altera il ritmo sonno-veglia, provocando variazioni ormonali che possono diminuire la qualità del sonno e aumentare l’agitazione. Dormire meno influisce negativamente sulla concentrazione, la produttività e la capacità di affrontare le giornate lavorative.

Le oscillazioni di temperatura tipiche della primavera, con giornate calde e serate fresche, costituiscono un ulteriore elemento di disturbo. Questi sbalzi termici possono causare raffreddori e accentuare dolori articolari, aggravati dall’esposizione al freddo.

Secondo Sesti, i cambi di stagione possono anche amplificare i sintomi di gastriti e reflusso gastroesofageo. Sebbene non vi sia una connessione scientifica documentata tra questi fenomeni e l’arrivo della primavera, l’aumento della sintomatologia è spesso legato a variazioni alimentari e di abitudini, anche impercettibili, che si verificano in questo periodo.

Dal punto di vista psicologico, la primavera spinge maggiormente verso una vita sociale e attività all’aperto, migliorando l’umore. Questo aspetto positivo rende il periodo piacevole e merita di essere valorizzato, secondo l’esperto.

Tuttavia, la stagione può essere problematica per chi soffre di ansia, depressione o per chi trova difficile adattarsi ai cambiamenti. Daniela Chieffo, professoressa di psicologia all’Università Cattolica di Roma, spiega che il cosiddetto “mal di primavera” colpisce soprattutto chi ha un umore influenzato dalle condizioni climatiche o chi fatica ad abituarsi a nuove situazioni, come uscire per passeggiate o partecipare a momenti di convivialità all’aperto.

I più vulnerabili sono anziani e donne, seppur per motivi diversi. Gli over 65 spesso temono la solitudine, derivante dall’allontanamento dei familiari che con la bella stagione tendono a uscire di più. Questo può generare un senso di smarrimento e paura dell’abbandono. Per le donne, i fattori ormonali, le allergie e la difficoltà ad adattarsi a nuove situazioni possono influire negativamente, specie se manca progettualità o fiducia nelle proprie capacità.

I colori, la luce e i profumi della primavera possono diventare fonte di angoscia per chi ha una predisposizione ansioso-depressiva o per chi semplicemente fatica a interagire con il mondo esterno. Queste persone preferiscono rimanere nella loro comfort zone, evitando l’aria aperta e chiudendosi nel proprio guscio.

Tra i sintomi più comuni troviamo l’anedonia, ovvero l’incapacità di provare piacere, l’apatia, la mancanza di energia, la lentezza nell’esecuzione delle attività e la facile stancabilità, che influiscono negativamente sulla vita quotidiana. Secondo Chieffo, superare questi ostacoli è possibile: basta volerlo. Il coinvolgimento sociale e la decisione di vivere pienamente possono rappresentare la chiave per affrontare il periodo. Un raggio di luce in una stanza va interpretato come un invito ad aprirsi alla vita.

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Schizofrenia, ok Ue a trattamento adolescenti dai 13 anni un su 

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Otsuka Pharmaceutical Europe Ltd. e H. Lundbeck A/S hanno comunicato che la Commissione Europea ha dato il via libera all’uso di brexpiprazolo per il trattamento della schizofrenia negli adolescenti a partire dai 13 anni. Questo farmaco era già stato approvato nel 2018 nell’Unione Europea per il trattamento della schizofrenia negli adulti. L’approvazione, come evidenziato in una nota, si basa su uno studio clinico di 6 settimane, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo e trattamento attivo. Lo studio, condotto su 316 adolescenti, ha valutato l’efficacia e il profilo di sicurezza del farmaco, con risultati positivi. Brexpiprazolo (2-4 mg al giorno) ha mostrato una significativa riduzione della gravità dei sintomi, misurata tramite la scala Positive and Negative Syndrome Scale (PANSS), rispetto al placebo. Inoltre, è stato generalmente ben tollerato, con un profilo di sicurezza simile a quello riscontrato negli adulti.

“La schizofrenia adolescenziale ha una prognosi meno favorevole rispetto a quella che si manifesta in età adulta, presentando spesso sintomi più gravi e cronici,” ha dichiarato Andy Hodge, CEO di Otsuka Pharmaceutical Europe. “Per questo accogliamo con entusiasmo la decisione della Commissione Europea di ampliare l’uso di brexpiprazolo agli adolescenti dai 13 anni in su, offrendo loro una nuova opzione terapeutica necessaria.” Johan Luthman, EVP e Responsabile Ricerca e Sviluppo di Lundbeck, ha aggiunto: “Questa approvazione rappresenta un traguardo significativo per i giovani pazienti, i loro caregiver e le famiglie che affrontano le sfide della schizofrenia. È una testimonianza del nostro impegno nel ridurre il peso della malattia per i pazienti e i loro cari in Europa.”

Il brexpiprazolo, come riportato nella comunicazione, è un antipsicotico atipico somministrato per via orale una volta al giorno. La sua azione farmacologica si basa sulla modulazione dei sistemi serotoninergici e dopaminergici, con attività agonista parziale sui recettori 5-HT1A e D2, e attività antagonista sui recettori 5-HT2A. Inoltre, brexpiprazolo agisce come antagonista sui recettori noradrenergici α1B/2C, con elevata affinità nei confronti di tutti questi recettori. Il farmaco, sviluppato da Otsuka, è co-commercializzato e co-sviluppato grazie a un accordo di collaborazione tra Otsuka Pharmaceutical Europe Ltd. e H. Lundbeck A/S. La sua approvazione originaria nell’Unione Europea risale al 2018, per il trattamento della schizofrenia negli adulti.

La schizofrenia è una malattia mentale cronica, progressiva e debilitante, caratterizzata da deliri, allucinazioni e disturbi cognitivi. Questi sintomi possono alternarsi a periodi di relativa stabilità. A livello globale, la schizofrenia colpisce circa 24 milioni di persone, corrispondenti a circa l’0,32% della popolazione (1 su 300). L’esordio della malattia si verifica più frequentemente nella tarda adolescenza o nei primi vent’anni, con un’insorgenza generalmente più precoce negli uomini rispetto alle donne. La schizofrenia è spesso associata a un significativo impatto negativo sulla qualità della vita personale, familiare, sociale, educativa e lavorativa, rendendola una delle principali cause di disabilità a livello mondiale. Per gli adolescenti affetti, gli antipsicotici possono offrire un miglioramento nella gestione dei sintomi, anche se i giovani pazienti risultano particolarmente vulnerabili agli effetti collaterali.

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Cronaca2 ore ago

Garlasco, ecco perché Stasi non ha chiesto la revisione del processo  

Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a suscitare interesse, ma le presunte...

Cronaca2 ore ago

Sesso scatena ‘danza chimica’ nel cervello del maschio: lo studio  

‘Sesso e samba’ potrebbe essere il titolo perfetto per uno dei tormentoni musicali dell’estate 2024, ma questa associazione va oltre...

Notizie2 ore ago

Hamilton, delusione all’esordio in Ferrari: peggio di lui solo Badoer e Schumacher  

I fan della Ferrari speravano in un inizio più promettente per Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo ha...

Lavoro2 ore ago

Ismea all’Expo ‘Agricoltura è’ dal 24 al 26 marzo a Roma e promossa da Masaf  

Ismea sarà protagonista all’Expo “Agricoltura è”, un evento promosso dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che avrà...

Cultura2 ore ago

Pino Daniele, fino al 6 luglio a Napoli la mostra a Palazzo Reale  

“Questo titolo è un invito a non fermarsi alla superficie delle cose esposte in questo percorso: oggetti, libri, e materiale...

Cronaca2 ore ago

Papa Francesco migliora ancora, bollettino: “Sospesa la ventilazione...

Papa Francesco mostra segnali di recupero. Il bollettino medico di oggi, mercoledì 19 marzo, informa che è stata sospesa la...

Intrattenimento2 ore ago

Un posto al sole, anticipazioni UPAS: il ritorno di Marisa e l’arrivo di un nuovo...

Ci siamo spesso chiesti come possa cambiare l’atmosfera quando una figura familiare bussa di nuovo alla porta. Nel nostro caso,...

Intrattenimento3 ore ago

Un posto al sole, trame UPAS di giovedì 20 marzo 2025: priorità ribaltate e nervi tesi

Sospiri incrociati e telefonate inaspettate, tutto ruota attorno alle scelte che Rosa si trova a compiere. Finora ha dato anima...

Intrattenimento3 ore ago

Spielberg si ricrede: come Carry-On di Netflix ha abbattuto i confini tra cinema e...

Abbiamo seguito le vicende di Steven Spielberg con un misto di curiosità e stupore: eravamo abituati a sentirlo piuttosto critico...

Notizie4 ore ago

Icardi e Wanda Nara, è davvero finita: il tribunale di Milano decreta la separazione  

La notizia è ormai confermata: il Tribunale di Milano ha sancito la separazione tra Mauro Icardi e Wanda Nara. Stando...

Notizie4 ore ago

Malattia di Crohn, circa 15 mila pazienti in Emilia Romagna e 7mila in Piemonte 

In Emilia Romagna si registrano circa 15.000 pazienti affetti dalla malattia di Crohn, di cui ben 7.000 sono seguiti a...