“Il Medico risponde”
TIA, Attacco Ischemico Transitorio
DOMANDA
Professore buon pomeriggio… Complimenti per la sua interessante e scrupolosa rubrica… Anch’io sono un’affezionata lettrice di Sbircia la notizia magazine… Scusi se la disturbo, per favore se non le arreca troppo fastidio, sarei lieta di sapere che cos’è un TIA, attacco ischemico transitorio, cosa lo determina, quali sono i sintomi, quali sono i fattori di rischio ed a quali esami sottoporsi…
Grazie anticipatamente per le cortesi risposte che vorrà gentilmente fornirmi sia online che per e-mail…
Saluti a lei e tutta l’attenta équipe del giornale…
Anna ( no Facebook, no Twitter )
RISPOSTA
A cura del Dr. Ferdinando Martinez
ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."
Salve Anna, grazie per la sua cortese mail e grazie per i suoi complimenti e grazie per avermi ed averci preferito, ne siamo profondamente lusingati.
Lei, con la sua mail, tocca un argomento serissimo, delicatissimo ed importantissimo e, per tal motivo, sono lieto ed onorato di risponderle a scopo semplicemente chiarificatore.
TIA Attacco Ischemico Transitorio
Che cos’è?
Anna, un TIA è una perdita della funzione cerebrale oppure oculare, dovuta alla mancanza di irrigazione di questi organi, una temporanea interruzione o riduzione dell’afflusso del sangue al cervello. L’attacco Ischemico Transitorio è un episodio neurologico di breve durata e presenta un completo recupero. Si manifesta in un’ampia varietà di modi e crea sintomi che sono spesso discreti e che non dovrebbero assolutamente, per tal motivo, oscurare la sua potenziale gravità apparentemente celata. La durata dell’incidente è un elemento fondamentale, in genere è compreso tra cinque minuti, mezz’ora o meno di un’ora. Il 25% dei TIA dura meno di cinque minuti, il 40% meno di 15 minuti ed il 60% meno di un’ora. Gli uomini sono più colpiti delle donne (2/3) e la frequenza aumenta con l’avanzare dell’età, il 75% di questo incidente si verifica dopo i 65 anni.
Il rischio di trombosi, embolia o di un conseguente AVC Accidente Vascolare Cerebrale è molto alto se non vengono affrontate immediatamente le cure specifiche ad ogni singolo caso. Ciò rende un’emergenza seria un TIA, da non sottovalutare assolutamente, poiché, generalmente, una persona su tre con Attacco Ischemico Transitorio che non venga scrupolosamente assistita e curata sembrerebbe essere colpita successivamente da un ictus nel giro di un anno. Dunque, un paziente attento e coscienzioso, dopo i sintomi, se si rivolge subito al proprio medico per accertamenti e le le cure specifiche, correrà meno rischi di sviluppare disturbi analoghi o più gravi problemi, come appunto l’ictus. Al contrario, un paziente che, trascorsi i sintomi del TIA, sottovaluta e trascura il grave episodio subito, quindi non si sottopone agli esami e alle cure specifiche del caso, è purtroppo a forte rischio di ricadute e di ictus.
Cosa lo determina?
Anna, l’aterosclerosi con placca aterosclerotica e suoi depositi di piastrine, i cristalli di colesterolo che si staccano e formano coaguli all’interno dei vasi che creano a distanza l’occlusione di un vaso di calibro inferiore. La conseguenza: un’occlusione arteriosa transitoria e un breve attacco ischemico. Gli emboli di origine cardiaca, conseguenze dell’aritmia cardiaca e soprattutto della fibrillazione atriale, complicanze delle protesi valvolari, cardiopatia valvolare aortica o mitralica essenzialmente. Anche una storia familiare di TIA, ictus e attacco di cuore è una causa determinante.
Quali sono i sintomi?
Anna, i segnali avvertiti sono estremamente variabili. I disturbi presentati possono essere motori, sensoriali, visivi o addirittura riguardano il linguaggio. Tra questi sintomi di Attacchi Ischemici Transitori (TIA) ricordiamo:
- Emiparesi: diminuzione della forza muscolare di un arto superiore o inferiore o di entrambi contemporaneamente, dallo stesso lato, per diversi minuti, perdita dell’equilibrio e della coordinazione motoria;
- Disturbi sensoriali unilaterali, percepiti su un lato del corpo;
- Parestesie: formicolio, intorpidimento, indolenzimento in metà del corpo;
- Difficoltà nella deambulazione;
- Difficoltà visive, offuscamento della vista, cecità monoculare transitoria, ovvero possibilità di vedere solo con un occhio per pochi minuti;
- Difficoltà a parlare, disartria: difficoltà di articolazione o addirittura disturbi della deglutizione, disturbi del linguaggio che vanno da un disturbo dell’articolazione anartria o un gergo incomprensibile gergonafasia, alla completa perdita temporanea afasia della parola;
- Panico: sintomi come dolore toracico, senso di soffocamento, vertigini, nausea e respiro affannoso;
- Ipotermia: alterati processi di termoregolazione con ridotta produzione di calore;
- Atassia: disturbi dell’equilibrio senza o con vertigini;
- Sensazione di intorpidimento della faccia e degli arti;
- Difficoltà a comprendere.
Qualsiasi sintomo di questo tipo che sia regredito, indipendentemente dalla sua durata, deve essere necessariamente considerato un’emergenza sia per confermare la diagnosi o escluderla, sia per avviare ulteriori importanti esplorazioni e trattamenti oculati in merito.
Quali sono i fattori di rischio?
Anna, i fattori di rischio sono gli stessi di quelli per l’ictus in generale. Molti sono legati allo stile di vita e quindi possono essere controllati. Gli studi epidemiologici sono inequivocabili:
- Ipertensione arteriosa (HTA): questo è il fattore dominante. Un aumento di 5-10 mmHg millimetri di mercurio, della normale pressione diastolica aumenta il rischio di ictus del 40%;
- Fumo: il rischio relativo di ictus correlato al fumo attivo e passivo rispetto a quello dell’ipertensione è 1,5 per il tabacco contro 4 per l’ipertensione. Ma nonostante ciò, il fumo è pericoloso, trasformando il rischio relativo in un rischio elevato;
- Colesterolo: il rischio di ictus in caso di ipercolesterolemia sarebbe compreso tra 1,3 e 2,9;
- Malattia cardiaca: il rischio di TIA aumenta con la cardiopatia ischemica, infarto del miocardio o insufficienza cardiaca e, con la cardiopatia embologenica fibrillazione atriale. Il rischio relativo è quindi da 4 a 5;
- Diabete: rischio relativo da 1,5 a 2;
- Alcol: i risultati degli studi sono contraddittori. Un consumo giornaliero di un bicchiere di vino rosso, sembrerebbe protettivo. Il rischio aumenta vertiginosamente se si superano i due, tre bicchieri. Vietati perentoriamente gli altri tipi di alcolici e super alcolici come Brandy, Cognac, Armagnac, Gin, Grappa, Liquori, Rum, Tequila, Mezcal e Vodka;
- Ormoni: terapia ormonale sostitutiva per la menopausa;
- Omocisteina: elevati livelli di omocisteina nel sangue;
- Estrogeni, contraccettivi: diversi studi hanno riscontrato un aumento del rischio;
- Droghe: uso di allucinogeni, droghe, cocaina, anfetamine e metanfetamine;
- Ereditarietà: storia familiare di TIA, ictus e attacco di cuore;
- Anemia falciforme: i globuli rossi, per via della loro forma, tenderebbero a formare degli agglomerati che ostruiscono i vasi sanguigni;
- Obesità, sovrappeso;
- Inattività fisica, vita sedentaria.
A quali esami sottoporsi?
Anna, l’Attacco Ischemico Transitorio richiede l’effettuazione di esami urgenti. La valutazione deve essere effettuata con impellenza in una Unità Neurovascolare Dedicata o, in mancanza, in un centro atto a far fronte alle emergenze neurovascolari e dotato delle attrezzature necessarie.
- Elettrocardiogramma (ECG): misura il ritmo e l’attività elettrica dell’apparato cardiocircolatorio;
- Radiografia toracica: per individuare eventuali ingrossamenti o segni di infezioni o congestione nel cuore;
- Ecocardiogramma: test tramite ultrasuoni, per ottenere informazioni accurate circa la struttura, il funzionamento e le valvole del cuore;
- Test di funzionalità polmonare: si tratta prevalentemente di una spirometria, che valuta in che misura e a quale velocità l’aria viene introdotta ed espulsa dai polmoni;
- Test cardiovascolare da sforzo con cicloergometro: utile per individuare patologie coronariche e valutare la resistenza allo sforzo fisico;
- Risonanza magnetica cardiaca: permette di effettuare, attraverso onde magnetiche e radio, fotografie dettagliate della struttura del cuore e dei vasi sanguigni;
- Tecniche di medicina nucleare: prevedono l’inserimento di traccianti nella circolazione del sangue per rendere chiaramente visibili, tramite appositi scanner, cuore e vasi sanguigni;
- Tomografia multistrato computerizzata TAC multistrato: tecnica di recente sviluppo, non invasiva, per valutare la funzionalità del cuore e delle arterie coronariche;
- L’EcocolorDoppler dei Tronchi Sovraortici TSA: ecografia delle carotidi o dei vasi epiaortici, valutaetermina se il vaso presenti una stenosi, cioè un punto in cui l’arteria, ridotta di calibro, consente il passaggio di una minore quantità di sangue;
- L’Angiografia cerebrale: per studiare lo stato delle arterie intra ed extra craniche, per verificare eventuali ostruzioni vascolari a causa della presenza di un trombo o di una stenosi dovuta ad aterosclerosi.
È possibile sottoporsi anche ad esami del sangue indicati per individuare eventuali problemi. Inoltre il BNP o il suo analogo NT-proBNP è importante per la diagnosi e la prognosi dello scompenso cardiaco.
- Capacità di coagulazione sanguigna: la tendenza a formare, coaguli di sangue potrebbe predisporre alla formazione di trombi o emboli all’interno dei vasi sanguigni;
- Pressione sanguigna: l’ ipertensione è una delle cause principali di TIA e ictus;
- Livelli di colesterolo nel sangue: alti livelli comportano una predisposizione a TIA, ictus e problemi di cuore;
- Livelli di glucosio nel sangue, la cosiddetta glicemia: il diabete, è uno dei fattori di rischio principali di TIA e ictus;
- Livelli di omocisteina: alti livelli sono generalmente legati a TIA, ictus e disturbi cardiovascolari.
Quali trattamenti?
Anna, l’obiettivo del trattamento e del controllo dei fattori di rischio è prevenire le fatidiche recidive. Innanzitutto, ad ogni Attacco Ischemico Transitorio di origine indeterminata, viene prescritto un trattamento antitrombotico a base di Anticoagulanti come l’eparina, il warfarin il coumadin. O Antiaggreganti piastrinici ad esempio l’aspirina, il clopidogrel, il dipiridamolo. Sarebbe opportuno trattare quindi, la gestione dei fattori di rischio cardiovascolare, con inflessibili e severe misure dietetiche igieniche, come ad esempio:
- Smettere di fumare;
- Controllo del peso seguendo un regime dietetico sano: il sovrappeso è deleterio, la circonferenza della vita dovrebbe essere inferiore a 88 cm per le donne e 102 cm per l’uomo;
- Pratica regolare e costante di un’attività fisica: almeno 30 minuti al giorno, rispettando ovviamente eventuali controindicazioni e le possibilità di ciascun individuo che verranno valutate dal proprio medico o specialista;
- Evitare gli alcolici e super alcolici;
- Mantenere normali i valori di pressione arteriosa;
- Controllo glicemico ad intervalli regolari;
- Controllo costante dei parametri lipidici, in particolare del colesterolo LDL;
- Consigliabile un serio monitoraggio continuo e disciplinato, sotto il diretto controllo del medico curante o dello specialista.
In casi estremi si ricorre al trattamento chirurgico. Le carotidi, vengono così analizzate internamente, dato che potrebbero essere occluse da un trombo o da una placca aterosclerotica. Se tale occlusione è seria, espone il paziente ad un episodio di ictus, pertanto è opportuno liberare il passaggio e permettere un normale flusso di sangue. Gli interventi possibili sono due:
- Endoarteriectomia carotidea: tramite un’incisione a livello del collo, interviene sull’arteria carotidea, sostituendo la porzione occlusa dalla placca aterosclerotica con piccoli pezzi di tessuto artificiale;
- Angioplastica e stent: viene infilato uno stent, ovvero un tubicino metallico espandibile, a livello della carotide. Condotto nel punto dove c’è l’occlusione, il tubicino viene gonfiato per riaprire il vaso ostruito dalla placca aterosclerotica.
Anna, le ricordo che le mie risposte sono semplicemente a scopo strettamente divulgativo e, pertanto, non intendono in alcun modo sostituirsi all’autorevole parere del Medico di famiglia, del Medico Curante o di altre Figure Sanitarie di fiducia o specialistiche, preposte alla corretta interpretazione del problema in oggetto, a cui rimando, obbligatoriamente e rigorosamente, per ottenere una più precisa indicazione incline sulle origini di qualsiasi eventuale sintomo inerente alle domande da lei gentilmente poste. Per presumibili dubbi o eventuali informazioni specifiche più personali, è pertanto correttamente opportuno, consultare il proprio Medico curante e/o lo Specialista.
Anna la ringrazio nuovamente per la preferenza accordatami e le auguro una meravigliosa domenica.
“Rumores fuge, ne incipias novus auctor haberi: nam nulli tacuisse nocet, nocet esse locutum“
Fuggi le chiacchiere, per non essere reputato un loro fomentatore: a nessuno nuoce aver taciuto, nuoce aver parlato.
(Marco Porcio Catone)
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