La Spagna ha ricevuto solo 19 milioni di turisti stranieri nel 2020 a causa della pandemia.
La caduta è, come ovunque, vertiginosa. Nel 2020, la Spagna ha accolto solo 19 milioni di turisti stranieri, ovvero il 77% in meno rispetto al 2019.
La Catalogna è rimasta la regione più visitata con 3,8 milioni di turisti, ma questa cifra è in calo dell’80% rispetto all’anno precedente. Gli arrivi sono diminuiti dell’87% alle Isole Baleari, del 77% in Andalusia e del 71% alle Canarie. La seconda destinazione turistica al mondo dopo la Francia, la Spagna ha chiuso il 2020 con oltre mezzo milione di disoccupati in più, principalmente nel turismo e negli hotel ed ha ancora circa 750.000 persone con un lavoro a tempo ridotto.
Nessun turista internazionale quest’estate 2021?
Queste cifre sono tanto più drammatiche in quanto le prospettive di una reale ripresa sembrano ancora lontane, nell’attuale contesto sanitario. Mentre Madrid ha ospitato il 113° Consiglio Esecutivo dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) martedì 19 gennaio, il Primo Ministro spagnolo ha annunciato che l’obiettivo era quello di raggiungere il 70% dei vaccinati in Spagna prima di considerare un graduale ritorno alla normalità e quindi il ritorno dei turisti. Un traguardo che non dovrebbe essere raggiunto fino alla fine di agosto 2021, chiudendo così le porte ai turisti stranieri per allora. Queste osservazioni hanno suscitato forti critiche da parte dei professionisti del turismo, in particolare la “Federación de Empresarios Hoteleros de Mallorca” (FEHM) e la “Asociación de Cadenas Hoteleras“, considerandoli inammissibili e dannosi per il settore turistico, per l’immagine del Paese e per le possibilità di ripresa. Ma più recentemente, la Politica ed Economista spagnola, Ministro dell’Industria, del Commercio e del Turismo María Reyes Maroto Illera ha indicato che il Paese sarà aperto ai turisti internazionali questa primavera.
Durante il discorso del 19 gennaio scorso il Premier spagnolo Pedro Sánchez Pérez-Castejón, ha presentato il suo piano di ripresa per l’industria del turismo, sostenuto in particolare da un investimento di 3.400 milioni di euro che dovrebbe generare benefici per 44.000 milioni di euro per il settore. Un piano destinato a mantenere la competitività del turismo spagnolo, al fine di renderlo un motore di ripresa, e che si basa in particolare su sviluppo sostenibile, digitalizzazione e modernizzazione dell’offerta. “Vogliamo guidare il cambiamento verso un modello di turismo sostenibile, che strutturi i territori e difenda la diversità del pianeta, che ci arricchisca tutti. Quello che facciamo adesso disegnerà il turismo del futuro e sarà possibile con il sostegno entusiasta della Spagna.“
“La Spagna ha molto da offrire al visitatore: la sensazione di trovarsi d’improvviso in un altro continente; la novità di paesaggi vasti e selvaggi, le memorie – nell’architettura, nei nomi, nelle usanze – della passata dominazione araba; le austere, splendide chiese; le bianche città andaluse simili a zollette di zucchero sparse su colli spogli; processioni, ferias, zingari, torifocosi, cantanti di flamengo.” (Robert Littell, La Spagna valica i Pirenei, XX sec.)