Bollettino Coronavirus del 30 Dicembre 2020
In data 30 dicembre l’incremento nazionale dei casi è +0,78% (ieri +0,54%) con 2.083.689 contagiati totali, 1.445.690 dimissioni/guarigioni (+19.960) e 73.604 deceduti (+575); 564.395 infezioni in corso (-4.333). Elaborati 169.045 tamponi totali (ieri 128.740) con 63.748 casi testati (ieri 45.702); 16.202 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 9,58% (ieri 8,70% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 25,41% (ieri 24,53% – target 3%). Ricoverati con sintomi -96 (23.566); terapie intensive -21 (2.528) con 175 nuovi ingressi del giorno.
Nuovi casi soprattutto in Veneto 2.986; Lombardia 1.673; Puglia 1.470; Emilia Romagna 1.427; Lazio 1.333; Sicilia 1.084; Piemonte 1.046; Campania 930. In Lombardia curva +0,35% (ieri +0,17%) con 23.878 tamponi totali (ieri 11.607) e 6.791 nuovi casi testati (ieri 3.842); 1.673 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 7,0% (ieri 7,26% – target 2%); rapporto positivi/nuovi casi testati 24,63% (ieri 21,94% – target 3%); 475.044 contagiati totali; ricoverati -17 (3.617); terapie intensive -17 (481) con 21 nuovi ingressi del giorno; 25.038 decessi (+80). Oggi, su sollecitazione di alcuni lettori, analizziamo il presunto “studio shock” sul reale numero dei contagiati di Wuhan, traendone qualche indicazione di carattere più generaleIl Chinese Center for Disease Control and Prevention ha rilasciato i risultati di una ricerca di sieroprevalenza condotta un mese dopo la fine della prima ondata. Si tratta di una fonte ufficiale, facilmente consultabile e strettamente collegata alla National Health Commission: quindi nessun report segreto o indagine nascosta.
Lo studio ha coinvolto la città di Wuhan, alcune zone della Provincia dell’Hubei e altre 6 Province cinesi (Pechino, Liaoning, Shanghai, Jiansu, Guandong e Sichuan) per un totale di 34.000 soggetti nei quali è stata testata la presenza di anticorpi al Sars-CoV-2. Wuhan (11 milioni di abitanti) si è confermata l’epicentro dell’epidemia, con il 4,43% della popolazione venuta a contatto con il virus, contro lo 0,44% della restante parte della Provincia dell’Hubei: ovvero nella sola città capoluogo 487.300 positivi, contro i 47.684 casi ufficiali di metà aprile. Il numero degli infettati reali era quindi 10,2 volte superiore a quello dei positivi ufficiali. Se confrontiamo questo dato con quelli derivanti da studi analoghi condotti in altri Paesi notiamo come non ci sia nessun “risultato schock”, ma la semplice conferma di quanto sia difficile tracciare il Sars-CoV-2. In Spagna (46,9 milioni di abitanti) la prima indagine di sieroprevalenza è stata condotta tra aprile e metà maggio, quindi in un momento temporale (chiusura della prima ondata) direttamente confrontabile con quello riflesso dai dati cinesi: a metà maggio il 5% della popolazione spagnola era già venuto a contatto con il virus. Ossia 2.345.000 soggetti contro i 243.282 ufficiali: il numero degli infettati reali era quindi 9,6 volte superiore a quello dei positivi ufficiali. In Italia l’indagine di sieroprevalenza è stata condotta più tardi rispetto alla fine della prima ondata, con dati chiusi al 15 luglio 2020: ma ha comunque stimato in 1.482.000 il numero degli italiani venuti a contatto con il Sars-CoV-2, contro i 243.506 rilevati ufficialmente alla stessa data (6,0 volte).
Per un confronto più corretto possiamo utilizzare i dati della Regione più colpita: la Lombardia (10 milioni 60.000 abitanti) che proprio come Wuhan è stata l’epicentro della prima ondata. Lo studio di sieroprevalenza ha stimato che il 7,5% della popolazione al 15 luglio fosse venuta a contatto con il virus: ovvero 754.500 soggetti, contro i 95.236 ufficiali (7,9 volte). Dati analoghi si possono riscontrare nelle indagini condotte in Francia e Germania, come in molti altri Paesi occidentali. L’incremento della capacità di testing ha tuttavia permesso di abbattere questo rapporto. L’ultima indagine condotta in Spagna, chiusa il 29 novembre, ha individuato gli anticorpi nel 9,9% del campione esaminato, corrispondente a 4.643.100 positivi totali a livello nazionale: valore 2,8 volte superiore al dato ufficiale (1.628.208) comunicato alla stessa data dal Ministerio de Sanidad spagnolo. Da questi dati possiamo ricavare due informazioni chiave: 1) La capacità di tracciare il virus (in generale, non solo in Italia) ha permesso di individuare un numero crescente di positivi: passando dal 10% circa di inizio epidemia a un valore attuale stimabile intorno al 30% circa. 2) Il 70% dei positivi sfugge ancora al nostro controllo: ed è quindi fondamentale mantenere un altissimo livello di test eseguiti per tracciare il maggior numero possibile di casi presenti sul territorio.
In Italia non lo stiamo facendo: come abbiamo visto ieri il numero dei tamponi è in fortissimo calo da inizio novembre, con la media giornaliera scesa da 214.788 a soli 128.217 del periodo 22-28 dicembre. In Uk, sempre tra il 22 e il 28 dicembre, sono stati eseguiti 2.745.373 tamponi molecolari, con una media giornaliera di 392.196: 3,05 volte in più rispetto all’Italia. Sempre tra il 22 e il 28 dicembre in Italia sono stati individuati 92.223 nuovi casi (media giornaliera 13.174) in Uk 256.220 (media giornaliera 36.602): 2,77 volte in più rispetto all’Italia. Davvero abbiamo meno casi, o semplicemente non li stiamo tracciando come dovremmo? La risposta ci arriverà, nelle prossime settimane, dai dati sui ricoveri, sui nuovi ingressi nelle terapie intensive e sui decessi.

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