La denuncia del Comune di Amatrice contro “Charlie Hebdo” ritenuta inammissibile.
Il quotidiano satirico è stato citato in giudizio per insulto e diffamazione per la pubblicazione di due vignette beffarde del terremoto che ha tolto la vita a circa 300 persone nel 2016. Una denuncia presentata dalla città di Amatrice contro Charlie Hebdo a seguito del terremoto del 2016 in Italia, tale querela è stata dichiarata inammissibile dal tribunale di Parigi.
“Si tratta di un macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale. La critica, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia che in Francia, ma non tutto può essere ‘satira’ e in questo caso le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, le persone che sono sopravvissute e la città di Amatrice”, secondo l’avvocato Mario Cicchetti, legale del Comune caduto in disgrazia, infatti, per le vignette non poteva valere il “diritto di critica nella forma della satira”.
Amatrice aveva sporto denuncia contro il settimanale satirico per diffamazione e insulto a seguito della pubblicazione di due vignette sul terremoto del 24 agosto 2016, che ha fatto quasi 300 vittime.
Charlie Hebdo aveva pubblicato un disegno di Felix che mostra le vittime insanguinate con le parole “penne salsa al pomodoro”, “penne gratinate”, e quelle schiacciate dai detriti delle loro case sotto il titolo di “lasagna”, dove il sangue sta per il sugo al pomodoro di questo primo piatto.
“Questi disegni sono ripugnanti“, ha osservato il Ministro della Giustizia italiana, Andrea Orlando. La designer di Charlie Hebdo, Coco, ha risposto a tali accuse, con un disegno ancora più irriverente, che mostra una donna schiacciata sotto le macerie che lancia un grido contro gli italiani: “Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia.” Il comune di Amatrice, città colpita tragicamente dal tremendo terremoto, aveva denunciato il suo avvocato mentre parlava di “un macabro oltraggio folle e inconcepibile”.
“La morte è sempre un tabù, qualche volta bisogna anche trasgredirlo. Per noi è un disegno di humour nero come ne abbiamo sempre fatti, niente di particolare” aveva dichiarato all’epoca Laurent Sourisseau, direttore del quotidiano.
Poche settimane fa, Charlie Hebdo, era in due luoghi del tribunale di Parigi. Alla Corte Speciale d’Assise per il processo avviato il 2 settembre dedicato agli attentati del gennaio 2015, da un lato e davanti alla 17a Camera Penale dedicata ai Delitti di Stampa, questa volta sul banco degli imputati per i due disegni pubblicati dopo il terremoto del 24 agosto 2016 ad Amatrice.
Pubblicata sul quotidiano satirico con il titolo “Terremoto all’italiana“, una delle caricature paragonava i sopravvissuti e i morti insanguinati, ai semplici e tipici piatti italiani, penne e lasagne. Il successivo secondo disegno, postato su Facebook, ha risposto alla polemica provocata dal primo facendo dire a un sopravvissuto, attirato in una città devastata, che “Non è Charlie Hebdo a costruire le vostre case, è la mafia“.
Il Comune di Amatrice, gravemente danneggiato dall’ immane disastro, ha denunciato i tre membri del quotidiano. Il direttore della pubblicazione, Riss, alias Laurent Sourisseau, è perseguito per diffamazione e insulto pubblico a causa dell’appartenenza a una nazione; e i due autori dei disegni, Félix per il primo e Corinne Rey, detta Coco, per il secondo, per complicità.
“Li ho denunciati da Sindaco perché non potevo e non posso permettere a nessuno di scherzare su una tragedia che ha devastato la nostra Nazione e che le popolazioni del Centro Italia stanno ancora pagando. Sui morti non si può scherzare, non dovrebbe farlo nessuno, nemmeno i francesi. Spero vengano condannati e paghino per quella infamia” dichiara Sergio Pirozzi, Sindaco di Amatrice, ai tempi del terremoto ed ora consigliere regionale del Lazio.
“Che senso ha rispettare chi non rispetta noi? Che senso ha difendere la loro cultura o presunta cultura quando essi disprezzano la nostra?” (Oriana Fallaci)