Il nostro Paese sta registrando una notevole ripresa delle contaminazioni, la soglia di 5.000 test positivi al giorno è stato superata. Ma per gestire al meglio la situazione sanitaria ancora sotto controllo, il governo distribuirà 5 milioni di nuovi test rapidi.
Testare la popolazione più rapidamente e in numero maggiore è una delle ipotesi che il governo italiano intende applicare per limitare la recrudescenza dell’epidemia di Covid-19. Non risparmia nessuna delle 20 regioni del Paese. Colpite in particolare Lombardia, Piemonte, Campania e Lazio.
Attualmente, il test molecolare RT-PCR, mediante tampone nasofaringeo, utilizzando un tampone, rimane il più utilizzato negli ospedali e nei drive-in Covid-19 ed è considerato il più affidabile per la diagnosi di SARS-COV-2.
In media, vengono eseguiti 120.000 test RT-PCR ogni giorno, rispetto ai 35.000 al culmine della prima ondata, a marzo. “Ma per rallentare il rimbalzo dell’epidemia, bisognerebbe praticarne almeno 350.000 al giorno“, stima il noto microbiologo Dott. Andrea Crisanti. Una missione che sembra, per il momento, impossibile.
Le strutture in cui vengono svolte sono travolte e le scadenze per l’ottenimento del risultato spesso superano le 72 ore. Da qui il sempre più frequente ricorso al test antigenico, basato sulla ricerca di proteine virali, antigeni.
Un risultato in meno di trenta minuti
I metodi di campionamento sono identici a quelli per RT-PCR. È considerato affidabile, sebbene la sensibilità sia leggermente inferiore al test molecolare, specialmente con una bassa carica virale.
Il suo grande vantaggio è che permette di ottenere un risultato in meno di trenta minuti. È per questo motivo che viene praticato su viaggiatori provenienti da Paesi ad alto rischio di contagio, come Francia e Spagna, presso aeroporti come Roma-Fiumicino e Milano-Malpensa.
Le autorità sanitarie hanno appena deciso di estenderlo a tutta la popolazione, distribuendolo a ospedali, drive-in e medici generici. “Abbiamo concluso la gara con 39 aziende per acquisire 5 milioni di test antigenici rapidi, entro i prossimi dieci giorni, al fine di aumentare le possibilità di rilevare il virus più velocemente e meglio“, ha annunciato domenica 11 ottobre, il Dott. Domenico Arcuri, commissario straordinario per il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere necessarie a far fronte all’emergenza COVID-19.
Il test della saliva durante l’esperimento
Un altro test, la saliva questa volta, è in fase di sperimentazione in alcune scuole del Nord e del Lazio. Non è stato ancora completamente convalidato dalle autorità e non è unanime tra gli esperti.
“Allo stato attuale delle nostre conoscenze, i test antigenici e molecolari, su campioni di saliva, sono difficili da rilevare rapidamente su molte persone in quanto richiedono laboratori appositamente attrezzati“, osserva il Professor Giovanni Rezza,
Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute e dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità ed epidemiologo.
Ma alcuni ritengono che rappresenti una soluzione interessante per bambini, persone vulnerabili, molto anziani o con disturbi cognitivi, perché non è invasivo.
Infine, il Presidente della Regione Veneto, il Dott. Luca Zaia, ha rivelato il 2 ottobre che l’ospedale di Treviso ha messo a punto “un test antigenico che richiede solo un campione indolore dalle cavità nasali e che consente di ottenere un risultato in soli dieci minuti” .
Questo test dovrebbe essere utilizzato nelle scuole e nei dipartimenti di emergenza. Potrebbe poi essere distribuito alle famiglie, sotto forma di kit, secondo le dichiarazioni del Professor Roberto Rigoli, direttore del centro di Microbiologia di Treviso e coordinatore dei 14 centri del Veneto.