Cronaca
Diciannove anni dopo l’attentato alle Torri Gemelle
L’11 settembre 2001, due aerei si sono schiantati sulle Torri Gemelle di New York, praticamente in diretta su tutti i canali televisivi del mondo. Con stupore dell’opinione internazionale, la prima potenza mondiale è stata colpita sul proprio suolo da un’organizzazione terroristica islamista, che avrebbe provocato migliaia di morti e una crisi occidentale senza precedenti a livello politico e morale.
Di fronte all’affronto e al trauma causato, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush Jr, non ha potuto fare a meno di reagire. Purtroppo, l’insieme di decisioni prese in nome della guerra al terrorismo, che rapidamente divenne guerra al terrorismo, avrebbe dato inizio a uno dei peggiori decenni del Paese in termini di diplomazia, guerre, terrorismo e libertà pubbliche nel Paese su scala internazionale.
Il presidente americano è stato convinto dai suoi consiglieri più radicali, i neoconservatori, a cogliere l’occasione per lanciare interventi militari in Afghanistan e Iraq.
La campagna irachena in particolare è stata un disastro sotto ogni punto di vista, dal falso discorso di Colin Powell nel 2003 sulle “armi di distruzione di massa” all’occupazione del Paese da parte delle truppe americane, compreso lo scandalo di Guantanamo.
Il fallimento della guerra in Iraq
La guerra da 7 trilioni, che ha causato migliaia di vittime, non ha eliminato il terrorismo islamico e il rovesciamento di Saddam Hussein non è stato visto come una liberazione.
Al contrario, il risentimento contro l’invasore americano ha trasformato la regione in un focolaio di radicalizzazione islamica e ha preparato la sua conflagrazione attorno allo Stato Islamico, costruito sulle rovine dell’ordine politico rovesciato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. .
Pianificando la riorganizzazione della regione nel “Grande Medio Oriente“, Bush Jr e i suoi consiglieri “neoconservatori” hanno perso definitivamente la loro influenza sulla regione, a vantaggio dei loro nemici di vecchia data.
La guerra al terrorismo ha anche giustificato l’istituzione di un sistema di sorveglianza delle persone senza precedenti. Il Patriot Act, firmato il 26 ottobre 2001 negli Stati Uniti, normalizza lo stato di emergenza e getta le basi per la detenzione di prigionieri “combattenti nemici” a Guantanamo.
Nel 2010, le rivelazioni di Wikileaks sul numero di vittime di guerra e l’entità delle torture finirono per condannare questa tragica impresa militare agli occhi del mondo.
A livello diplomatico, l’era post 11 settembre è un’era di acuta paranoia, che rende l’America sospettosa, anche nei confronti dei suoi alleati considerati troppo tiepidi nelle sue attività militari e diplomatiche.
L’apice del neoconservatorismo
L’inizio degli anni 2000 e la mobilitazione totale degli Stati Uniti a favore della guerra al terrorismo, segnano anche l’apice del neoconservatorismo, quella frangia del movimento conservatore americano che chiede la guerra per stabilire il dominio imperiale del Paese sul mondo, come garante della democrazia.
Questi intellettuali autoritari, generalmente di sinistra, si oppongono violentemente ai democratici, ai libertari e ai conservatori pacifisti che consideravano antiamericani perché insufficientemente belligeranti.
Paul Wolfowitz, Richard Pearle, Elliott Abrams, ecc. furono gli artefici del “wilsonismo rinnegato”, per usare l’espressione di Pierre Hassner, di una guerra mondiale per la democrazia che non sopportava gli scettici.
Uno di loro, John Bolton , è sopravvissuto al loro discredito, prima mettendosi al servizio di Donald Trump, poi, per qualche tempo, presentandosi come uno dei suoi avversari di destra.
L’11 settembre 2001 è stata soprattutto una catastrofe umana, che ha causato quasi 3.000 vittime civili. Per giorni migliaia di poliziotti, vigili del fuoco e anonimi cittadini americani hanno dato la vita per aiutare i propri cari e concittadini vittime della barbarie dei fanatici islamici. Sono anche questi gesti eccezionali che devono essere celebrati oggi.
Cronaca
Tornano freddo e neve, weekend invernale sull’Italia
Temperature sotto la media del periodo fino alla fine del mese
Freddo e anche neve nel weekend sull'Italia. Le previsioni meteo confermano che mentre lo scorso fine settiman sembrava di essere in ‘AprilGiugno’ con 32°C anche al Nord, nei prossimi giorni entreremo in una fase rigida simile ad un periodo invernale, ‘AprilGennaio’ per l’appunto.
Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma il calo delle temperature a causa dell’afflusso di aria polare dalla Scandinavia. Il quadro termico resterà simil-invernale nei prossimi 10 giorni, anche se durante il pomeriggio le temperature massime saranno perlopiù gradevoli. Nel dettaglio la prima irruzione di aria più fredda ed instabile dalla Scandinavia scivolerà via nel corso delle prossime ore verso la Grecia provocando ancora temporali al Sud e poi verso i Balcani meridionali. Avremo fino al mattino qualche nevicata residua a quote basse per il periodo su Abruzzo e Molise (circa 1100 metri) poi migliorerà al Centro quasi ovunque, mentre al Nord continuerà a splendere il sole.
Il weekend vedrà l’arrivo di un secondo impulso freddo dal Nord Europa che riaccenderà i temporali soprattutto sulle regioni centrali; avremo altre nevicate sugli Appennini e il maltempo simil-invernale interesserà in parte anche il sud peninsulare e l’Emilia Romagna con piogge e rovesci.
Domenica mattina il maltempo colpirà ancora Marche, Abruzzo e Molise con fenomeni anche intensi, il freddo anomalo favorirà altre nevicate diffuse sull’Appennino centrale fino a circa 1200 metri (come a Gennaio). E, un po’ come il sabato, anche la domenica vedrà qualche rovescio sul sud peninsulare e in Emilia Romagna, seppur è previsto anche un peggioramento verso il Nord-Ovest: un altro nocciolo freddo, in discesa dalla Germania verso la Francia, causerà abbondanti nevicate sulle Alpi piemontesi, con quota neve in calo nella notte fino a quote collinari!
Un evento eccezionale, se confermato: lunedì 22 aprile nella Giornata della Terra, il pianeta mostrerà il lato freddo della Primavera in Italia. La neve cadrà abbondante fino a 500 metri in Piemonte, come è successo in inverno a ripetizione. In sintesi, dopo 2 anni di siccità estrema, per compensazione il Nord-Ovest ritroverà altra neve e altra acqua preziosa per affrontare con serenità la rovente stagione estiva.
Una buona notizia in un periodo anche festivo (Ponti del 25 aprile e del 1° maggio) che prediligerebbe tempo caldo e soleggiato: al momento però è previsto un AprilGennaio fino alla fine del mese con temporali frequenti e neve anche sugli Appennini. Per il caldo dovremo attendere Maggio.
NEL DETTAGLIO
Venerdì 19. Al nord: soleggiato, nubi in aumento al Nord-Est. Al centro: maltempo su Abruzzo e Molise fino al mattino poi sole. Al sud: tempo instabile con temporali diffusi fino a metà pomeriggio.
Sabato 20. Al nord: soleggiato, nubi al Nord-Est con locali rovesci. Al centro: molto instabile. Al sud: inizialmente buono poi peggiora su Campania e Puglia.
Domenica 21. Al nord: soleggiato, nubi al Nord-Est con locali rovesci poi peggiora verso il Nord-Ovest con neve in alta collina. Al centro: ultimi temporali su Abruzzo e Molise, sole altrove. Al sud: soleggiato.
Tendenza: tempo perturbato e freddo per il periodo; neve in collina al Nord-Ovest lunedì 22 aprile. Ancora rovesci sparsi almeno fino al 25 aprile.
Cronaca
Palermo, i Carabinieri festeggiano i 105 anni del brigadiere
Centocinque anni festeggiati con i suoi colleghi dopo una lunga carriera. I Carabinieri di Palermo hanno incontrato Salvatore Galante nato a Montedoro in provincia di Caltanissetta nel 1919, Brigadiere dei carabinieri in congedo. Nella sua casa, nel quartiere Oreto, a Palermo, circondato dai familiari, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Generale di Brigata Luciano Magrini, "ha portato un caloroso saluto e un affettuoso abbraccio dell’Arma al militare centenario, consegnandogli in dono una Lucerna in cristallo".
Salvatore Galante sposa la signora Filomena ed ha due figli Angela e Vincenzo. Si arruola nell’Arma dei carabinieri il 24 febbraio 1939 e viene trasferito alla Legione di Verona. Si congeda dopo 35 anni di servizio il 14 aprile 1974 con nomina a Vice Brigadiere di complemento. Ha partecipato alla 2° guerra mondiale, è stato mobilitato con la 150^ sezione a disposizione della Divisione Acqui destinazione Albania con l’incarico di “portaordini”. Dall’Albania in Grecia e da lì, sempre con la Divisione Acqui, è stato trasferito presso l’isola di Corfù. Rientrando da un servizio con la moto, a causa di un incidente con un’autovettura militare riportava la frattura della tibia e del perone della gamba destra ed a seguito di ciò veniva rimpatriato in convalescenza.
I colleghi della Sezione, rimasti in Grecia, (ben 68 compreso il Comandante) morirono tutti nell’eccidio di Cefalonia. Dopo circa due mesi di convalescenza, di nuovo assegnato a Verona, da lì mobilitato con la 27esima Sez. presso la Divisione Mantova. Trasferito ad Asti, poi a Torino, da lì in Calabria a Marcellinara (Cz), poi Nicastro, infine trasferito a Palermo alla Caserma Bonsignore, oggi Caserma Carlo Alberto dalla Chiesa, quale responsabile dell’ufficio autodrappello fino al 1974.
Cronaca
Catania, muore incastrato tra cabina e porta ascensore
Un 31enne era impegnato nella manutenzione dell'elevatore
Un uomo di 31 anni, manutentore di ascensori, è morto dopo essere rimasto incastrato tra la cabina e la porta di un piano dell'elevatore di un condominio di Aci Sant'Antonio, in provincia di Catania, dove era al lavoro. I medici del 118 hanno constatato il decesso del 31enne dopo che il corpo è stato liberato dai Vigili del fuoco. Una donna che era dentro la cabina dell'ascensore è stata soccorsa da personale medico perché sotto choc. Indagano i Carabinieri.